Politica
Poli Bortone (Pdl): case ai rom con i fondi dei beni confiscati alla mafia
La richiesta del senatore in un'interrogazione al ministro Maroni, insieme a quella di un censimento per "verificare la loro disponibilità all'integrazione"
di Chiara Sirna
Un piano casa per i rom con fondi derivanti dai beni confiscati alla mafia e un censimento sulle reali presenze per verificare “la loro disponibilità a un’integrazione sociale”. A inoltrare queste richieste è il senatore del Popolo delle Liberta’, Adriana Poli Bortone, che ha rivolto un’interrogazione, con richiesta di risposta scritta, al ministro dell’Interno Roberto Maroni.
Nello specifico la Poli Bortone chiede al ministro Maroni di sapere se non ritenga “di poter utilizzare in un Piano Casa per i Rom i fondi stanziati per i Pon Sicurezza oppure quelli derivanti dai beni confiscati alla mafia”. ”Tutta l’Europa – spiega – vive con la stessa difficolta’ il problema della condizione delle popolazioni immigrate – dice la Poli Bortone – in particolare, di quelle Rom e insiste molto sul tema dell’integrazione e della solidarieta’ tra i popoli, nello specifico, sulla necessita’ di garantire situazioni di legalita’ condivisa e standards minimi di vita e di pacifica convivenza”.
“I cosiddetti ‘campi sosta’ – spiega ancora Poli Bortone – sono in alcuni casi ormai ‘campi permanenti’, privi di garanzie quanto alla presenza di decenti condizioni di vita per i Rom, che, per esempio, quanto ai piu’ piccoli di loro, vedono vanificato lo sforzo dell’integrazione scolastica dal contrasto tra le condizioni ‘normali’ di una scuola e quelle ‘disagiate’ del campo. I Comuni si trovano spesso ad affrontare la questione con fondi assolutamente inadeguati. Per questo sarebbe utile poter utilizzare i fondi dei Pon Sicurezza per un Piano Casa per i Rom”.
Nella interrogazione il senatore Poli Bortone chiede di sapere, inoltre, se a fronte della chiusura dei campi nomadi abusivi, non si intenda “procedere ad un censimento delle presenze dei Rom per verificare singolarmente la disponibilita’ all’integrazione sociale e di conseguenza alla redazione del Piano Casa per quei soggetti che accettino condizioni di vita nella legalità”.
”A tale scopo – segnala l’ex sindaco di Lecce – sarebbe utile impegnare i fondi dei Pon Sicurezza dell’attuale programmazione comunitaria, nonchè utilizzare almeno il 50% dei beni confiscati alla mafia”.
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