Politica

Poletti: «Questa manovra colpisce chi fa il 7% del pil»

Dura replica del mondo cooperativo al governo

di Redazione

L’ipotesi di tagliare le agevolazioni fiscali per le coop «è sbagliata» e «danneggia un pezzo di società». Il presidente di Legacoop Giuliano Poletti attacca l’orientamento emerso ieri al vertice di Arcore per ridurre gli sconti in favore di 80mila aziende che rappresentano oltre il 7% del pil nazionale.

«Noi consideriamo sbagliata queta scelta – dice Poletti – perché interviene su aziende che investono i loro utili sullo sviluppo e creano lavoro. Intervenire sulle coop danneggerebbe quindi un pezzo di società che ha aiutato lo sviluppo e la crescita del paese, e i numeri lo dimostrano». Poletti spiega il suo ragionamento.

«Tali agevolazioni non sono dei privilegi ma sono legati ad un diverso tipo di regime societario», afferma, ricordando comunque che «in 10 anni ci sono stati già tre interventi di riduzione, nel 2001, 2004 e 2006. Quindi riteniamo di avere già dato». Tra l’altro, insiste, «le coop fanno già la loro parte» nella manovra con il previsto aumento della tassazione sulle quote dei soci dal 12,5% al 20%. «Questo è già un onere in più – sottolinea – quindi daremo già una mano al paese e chiedere ancora di più credo sia fuori dall’ordine».

Al governo, «come alleanza delle cooperative, chiederemo un incontro – conclude – chiediamo di essere ascoltati perché tale ipotesi venga riconsiderata».

A cui si aggiungono altre voci. «La lezione della crisi ha fatto capire in tutto il mondo che le cooperative sono un modello d’impresa da valorizzare. Sorprendentemente nel vertice di maggioranza di Arcore si è proposto un intervento che colpirebbe l’unica forma di impresa solidaristica». È il commento ad esempio di Luigi Marino, presidente di Confcooperative e portavoce dell’Alleanza delle Cooperative Italiane a nome di Rosario Altieri, presidente Agci e Giuliano Poletti, presidente Legacoop sul possibile provvedimento fiscale a carico delle cooperative

«Nella fase di crisi, infatti le cooperative hanno privilegiato l’occupazione, che hanno continuato a incrementare, sacrificando la redditività dell’impresa. Le cooperative – si legge nella nota – continuano ad essere in prima linea, tra l’altro, nell’assicurare i servizi di welfare e alla persona, nonostante gli annosi ritardi di pagamento della PA. Ritardi che si acuiranno in seguito ai tagli disposti per gli enti locali».

«Ci pare di capire che alla base degli orientamenti del vertice di maggioranza continuano a esserci dati vecchi e informazioni di parte alimentati da concorrenti. Circolano tabelle non corrette e sovrastimate e per di più risalenti agli anni precrisi, dunque alla preistoria.

L’Alleanza delle Cooperative Italiane ribadisce che gli anni 2009, 2010 e 2011 segnano un fortissimo ridimensionamento della redditività delle cooperative. E quindi una caduta verticale del gettito per lo Stato.

L’Alleanza delle Cooperative Italiane ribadisce che circolano numeri di fantasia quando si parla di miliardi o di centinaia di milioni di possibile gettito, definendo lo stesso in poche decine di milioni per lo Stato. Non si può immaginare che si decida se non sulla realtà delle cose. Si tratterebbe di un intervento fiscale che significherebbe poco per la manovra da 45 miliardi, ma significa tanto per le cooperative per le qualio avrebbe effetti gravissimi: ne bloccherebbe la capitalizzazione come ha anche ricordato oggi Bankitalia in merito alle cooperative di credito.

Per dare un’idea realistica della situazione delle cooperative è bene sapere che delle 83.000 imprese cooperative il 72% sono microimprese e che il 75% di esse è sotto la soglia minima di capitali prevista per le Srl, cioè è sotto i 10.000 euro di capitale. Il regime fiscale vigente non è un’agevolazione, ma un sistema che permette a queste imprese di concorrere all’economia del Paese.

Un distorto intervento sulle cooperative confliggerebbe con l’art. 45 della Costituzione e con lo stesso ordinamento previsto dal codice civile varato dal precedente governo Berlusconi.

«È bene ricordare se la misura fiscale venisse approvata colpirebbe imprese dove i soci rinunciano per sempre a beneficiare individualmente della ricchezza prodotta dalla loro attività, destinando quelle risorse allo sviluppo dell’impresa, con vantaggi per tutta la comunità e il territorio, in termini di creazione di occupazione e di ricchezza».

«Dopo il vertice di Arcore – conclude la nota – speriamo che il governo in pieno spirito di responsabilità e di saggezza trovi la capacità e il coraggio di rivedere l’orientamento che avrebbe gravi conseguenze sulle cooperative, sull’economia del Paese e che colpirebbe proprio le imprese più deboli».

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