Non profit

Poletti: «Per Garanzia Giovani puntiamo a 100mila adesioni»

«Un ruolo decisivo spetta alle imprese, che sono il vero motore dello sviluppo; senza le imprese non si crea il lavoro», l'intervento del responsabile del Welfare

di Redazione

«Sono stato chiamato a fare il ministro del lavoro mi ritrovo a essere il ministro della disoccupazione». L’ha messa sullo scherzo il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, intervenendo questa mattina a Giovani Lavoro, l’evento di lancio dello schema Youth Guarantee, organizzato dall’Intergruppo under 35 della Camera dei Deputati, insieme allo stesso dicastero guidato dall’ex presidente di Legacoop e al Forum Nazionale dei Giovani.

A una settimana dall’avvio ufficiale, Garanzia Giovani ha fatto registrare, tra portale nazionale e portali regionali, oltre trentamila adesioni, il 50% ha un’età compresa tra i 25 e i 30 anni. «Il nostro obiettivo – ha aggiunto Poletti è arrivare a 100mila adesioni». Tredici le Regioni, a cui spetta la concreta attuazione delle politiche, con cui sono state sottoscritte le convenzioni, «a queste – ha detto il titolare del dicastero del Lavoro – in tempi brevissimi si aggiungeranno quelle ancora mancanti».
 
 «“Garanzia Giovani” – ha aggiunto Poletti-  non è un ammortizzatore sociale ma uno strumento di politica attiva del lavoro. Per la prima volta, nel nostro paese diviene operativa un’azione sistematica per offrire ai giovani dai 15 ai 29 anni che non studiano, non lavorano e non sono coinvolti in attività formative, un ventaglio di opportunità per aiutarli a entrare nel mondo del lavoro».

«Negli anni passati in Italia siamo stati bravi a realizzare strumenti più adatti alla burocrazia del lavoro, capaci di registrare il numero dei disoccupati. Ora vogliamo mettere in piedi servizi in grado di far diminuire il numero di coloro che sono senza occupazione. Non voglio illudere nessuno. Abbiamo consapevolezza delle condizioni di partenza dei servizi per l’impiego; sappiamo di dovere lavorare molto sul raccordo tra mondo del lavoro e scuola; di dover eliminare delle barriere, aprire mercati che garantiscono ad alcuni delle posizioni di rendita impedendo interi settori dell’economia di poter sviluppare tutto il loro potenziale. Lo sappiamo. E sappiamo anche dove vogliamo arrivare. Non saremo immuni da errori. Ma se sai da dove parti e dove vuoi arrivare avrai ben in mente per lo meno un bel pezzo di strada che dovrai percorrere».

«Un ruolo decisivo” –ha concluso Poletti – spetta alle imprese, che sono il vero motore dello sviluppo; senza le imprese non si crea il lavoro. Per questo abbiamo intrapreso una serie di iniziative per coinvolgerle attivamente nell’attuazione del piano, a partire dai protocolli di collaborazione con le loro associazioni di rappresentanza e dalla realizzazione, sul portale nazionale, di un’area specifica dove le imprese possono ‘aderire’ al Piano e ‘pubblicare’ le opportunità che intendono offrire ai giovani».


 


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