Volontariato

Poletti: è il non profit a mandare avanti la società

L’intervista al ministro del Lavoro secondo cui «c’è la tendenza oggi ad assegnare al non profit una funzione riparatoria. Invece ha una funzione costitutiva del modello di economia e di società che intendiamo costruire con la nostra azione di governo»

di Francesco Agresti

Per Giuliano Poletti, ministro del Lavoro, nei confronti del non profit serve un cambio di prospettiva. Lo ha detto chiaramente questa mattina a Roma intervenendo alla presentazione dei dati finali del censimento Istat sul non profit «Senza di loro l’Italia si fermerebbe. Sono le 300mila organizzazioni non profit a mandare avanti la nostra società». Lo ha ribadito a Vita.it con questa intervista.

Ministro poco fa ha detto che nei confronti del non profit serve un cambio di passo. Verso quale direzione?
Vi è la tendenza ad assegnare al non profit una funzione riparatoria. E’ chiamato dove lo Stato o il profit non vogliono o non possono intervenire. Questo governo la pensa diversamente: il non profit ha una funzione costitutiva nel modello di economia e di società che intendiamo costruire.

Cosa occorre per cambiare questa prospettiva?
Bisogna prendersi il rischio di pensare, mettere da parte modelli e paradigmi superati dai fatti. Bisogna avere il coraggio di analizzare la realtà per quello che è, con occhi e testa nuovi.  Con la diffusione della tecnologia ci siamo lasciati alle spalle il secolo di massa e stiamo approdando a quello della personalizzazione. Abbiamo davanti due scenari.

Quali?
Dobbiamo decidere se fare prevalere l’individualismo civico o se invece creare le condizioni affinché la voglia di protagonismo di ciascuno venga esercitata all’interno di una comunità in cui vi sia uno scambio continuo.
Nel primo caso le persone finiscono per pensare che, grazie alle possibilità offerte dalle innovazioni tecnologiche, non si abbia bisogno di nessuno e sia possibile fare tutto da soli. Nel secondo si è parte di una comunità nella quale essere protagonisti e alla cui crescita sociale ed economica si può e si deve contribuire mettendo insieme idee ed energie. Una realtà in cui la pluralità delle forme organizzative sia vista come una ricchezza e garanzia di maggiore efficienza. Noi non abbiamo dubbi. Questo è il modello di società che vogliamo e a cui lavoreremo per favorirne la crescita.

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