Welfare

Polemiche sul reditto di solidarietà attiva

Sontro frontale tra l'ideatore del RSA, Martin Hirsch e il partito di Sarkozy

di Joshua Massarenti

E’ scontro aperto tra l’ex Alto commissario alle solidarietà attive, Martin Hirsch e alcuni baroni del partito presidenziale di Nicolas Sarkozy. L’oggetto del contenzioso è il Reddito di solidarietà attiva (RSA), un sussidio pubblico voluto dallo stesso Sarkozy e entrato in vigore il 1 luglio 2009. Cancellando il reddito minimo d’inserzione (Rmi), con l’RSA l’Eliseo si era posto l’obiettivo di semplificare la giungla dei sussidi, lottare efficacemente contro la povertà e al tempo stesso evitare fenomeni di disincentivazione al lavoro.

Pensato come un contributo destinato alle fasce più povere, l’Rmi forniva assistenza a quasi 1,3 milioni di cittadini francesi disoccupati, i quali tornando sul mercato del lavoro con lavori precari finivano per perdere i loro sussidi senza però avere le risorse necessarie per uscire dalla povertà. Come ricorda lavoce.info, l’RSA è “un sistema misto che da una parte garantisce un livello decente di sussistenza, dall’altra evita la ‘trappola della povertà’”. In un anno, l’RSA ha consentito a 70mila lavoratori poveri di superare questa trappola.

Ma la maggioranza presidenziale non è convinta. Dopo le prime accuse lanciate il 5 maggio scorso dal ministro degli Affari europei, Laurent Wauquiez, che aveva definito il dispositivo “un cancro della società francese” suggerendo di chiedere ai beneficiari dell’RSA cinque ore di prestazioni sociali settimanali in cambio del sussidio, la polemica è letteralmente esplosa con lo scontro a mezzo stampa tra il ministro del Budget e portavoce del governo, François Barouin e Martin Hirsch.

In un’intervista rilasciata a France Info, il padre del RSA aveva messo in guardia la maggioranza presidenziale) contro ogni tentativo di cambiare la struttura del dispositivo a scapito dei poveri. Secondo Le Monde, “Hirsch è fortemente preoccupato sulla sorte riservata alla tassa destinata a finanziare il RSA”.

Il sussidio, versato a 670mila famiglie, è in parte finanziato da un contributo dell’1,1% prelevato sui redditi patrimoniali, il cui prodotto è versato in un fondo nazionale di solidarietà attiva (FNSA). Di fronte alla lentezza con cui il RSA è stato dispiegato, nel 2010 il Fondo ha registrato un eccedente pari a 1 miliardi di euro. Secondo Hirsch, nel governo sarebbe in atto una manovra “macchiavellica” per soffiare questi soldi al finanziamento del RSA. “Mi fa male al cuore solo a pensare che si possa utilizzare i soldi dei lavoratori modesti per allegerire l’imposta di solidarietà sulla fortuna” ha dichirato l’ex Alto commissario alle solidarietà attive.

 

Sentendosi preso di mira, il ministro del budget François Barouin ha definito le dichiarazioni di Hirsch “stupide” e “false”. Nel corso di un convegno sulla giustizia sociale organizzata dal partito di maggioranza, i toni sono diventati molto più concilianti. Il segretario generale dell’UMP, Jean-François Copé ha appoggiato l’idea di chiedere ain beneficiari del sussidio cinque ore di prestazioni settimanali, ma non gratuitamente. Dal canto suo, Hirsch ha dichiarato durante il convegno di “non rinnegare nulla su quanto ho fatto e detto”. Rimane però aperta la questione del miliardo di euro non versato al RSA. Sarà per la prossima puntata.

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