Formazione

Poca teoria, tanta praticaE soprattutto il buon esempio

la voce degli insegnanti Le maestre raccontano...

di Redazione

«Con gli anni ci siamo rese conto che per realizzare una vera coscienza ambientale insieme ai nostri alunni era necessario allargare il concetto alla sostenibilità. Nel senso che fare educazione all’ambiente non vuol dire fare scienze, ma imparare a modificare i nostri comportamenti per un rispetto e un’attenzione al nostro ambiente di vita, tutto il nostro ambiente, compreso quello delle relazioni con le persone». Patrizia Formica, Donata Toscani e Selene Castoldi sono insegnanti in una piccola scuola primaria di un paese della provincia di Cremona, Vicobellignano.
Da anni collaborano con il WWF e in particolare con Francesco Cecere, gestore ed educatore dell’Oasi Le Bine (nella foto), una Riserva regionale gestita dal WWF che protegge una delle ultime aree umide lungo il corso del fiume Oglio, in provincia di Mantova.
All’interno della cascina Le Bine è presente un Centro di educazione ambientale dove si trovano acquari con pesci della palude, materiale informativo e pannelli sulle attività della riserva. Nei suoi pressi si trovano lo stagno didattico, il tunnel degli odori ed il giardino delle farfalle, un orto botanico di piante acquatiche, un frutteto con vecchie cultivar e alcuni animali domestici. Raccontano le maestre: «Il lavoro con il dottor Cecere, o meglio Ciccio, perché col passare degli anni siamo diventati amici, è stata la risposta a un bisogno dei bambini delle nostre classi: conoscere il proprio territorio. Contemporaneamente hanno imparato ad amare e a rispettare il loro ambiente di vita».
Un impegno che poi si traduce anche nelle ore trascorse in classe: «Stiamo cercando di calare l’educazione per la sostenibilità (noi ormai la definiamo così) in ogni disciplina, in ogni momento del nostro lavoro», spiegano. «Abbiamo cambiato il punto di vista, nel senso che cerchiamo di contagiare i bambini con il nostro comportamento: evitiamo di fare sprechi, chiudiamo sempre i rubinetti nei bagni, spegniamo le luci quando usciamo dalle aule, ricicliamo i fogli di carta finché è possibile, valorizziamo (ma questo ormai lo facciamo da anni) ogni angolo di natura attorno a noi, ma soprattutto cerchiamo di attivare in qualsiasi disciplina tutte le attenzioni verso un vivere fatto di benessere e di rispetto nei confronti di oggetti e persone, oltre ovviamente a sperimentare e conoscere contenuti che si riferiscono alle questioni ambientali».
Un impegno oneroso che richiede «prima di tutto una forte convinzione personale e poi elementi fondamentali come un’organizzazione scolastica e un numero di docenti adeguati».
Da poco la cascina Le Bine è diventata anche agriturismo, con la possibilità di ospitare gruppi per soggiorni (ha 24 posti letto). Il 25 e 26 ottobre l’appuntamento è con Il fascino delle migrazioni, week end di inanellamento e birdwatching aperto a tutti, per imparare i segreti degli uccelli sotto la guida di un esperto dell’Istituto nazionale di fauna selvatica.
www.lebine.it


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