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PNRR, Pubblica Amministrazione e Terzo Settore: ecco le sfide e le opportunità

Si apre una stagione nuova nel rapporto tra PA e Terzo settore. Grazie al Piano di Ripresa e Resilienza sarà infatti possibile lavorare su inclusione e coesione sociale. Con riforme e finanziamenti ad hoc

di Silvio Minnetti

Il settore sociale è presente nel PNRR in tre Missioni. La più significativa è la missione 5 "inclusione e coesione". Sono previste riforme ed investimenti in diversi campi. Quali sono le principali da fare? Il PNRR prevede ben 53 misure legislative, di cui 9 con decreto legge e 12 con legge delega. Sono da rivedere le politiche familiari, la legge quadro o Codice per la disabilità, la riforma degli interventi a favore degli anziani non autosufficienti.

Il Family act contiene deleghe al Governo per il sostegno e la valorizzazione della famiglia. Si tratta di misure a sostegno di famiglie con figli, per la partecipazione al lavoro delle donne, per il sostegno ai giovani. È il primo intervento organico di riforma delle politiche per la famiglia con il potenziamento del sistema del welfare. Viene introdotto l’assegno unico universale, a partire dal 1° luglio 2021. Avviene la revisione del sistema dei congedi parentali con il sostegno ai percorsi educativi dei figli. Si disciplina la conciliazione dei tempi di lavoro e di cura dei figli a carico di entrambi i genitori. Sono previste detrazioni fiscali per i libri universitari di figli e di loro spese di locazione, come anche per giovani coppie under 35 anni.

È prevista poi una legge-quadro sulla disabilità. Si vuole ridisegnare la tutela della disabilità e della non autosufficienza e rendere più organici ed efficienti gli interventi in materia entro il 2023. In particolare si vogliono potenziare i servizi di valutazione multidimensionale locali e rafforzare i Punti Unici di Accesso per favorire piani personalizzati di inserimento e di vita autonoma. La legge quadro non verrà finanziata dal PNRR ma dal nuovo Fondo disabilità e non autosufficienza in bilancio.

Si vuole fortemente la riforma della non autosufficienza degli anziani. Occorre definire infatti i livelli essenziali delle prestazioni per anziani non autosufficienti. Siamo nella Missione 6 Salute, a cavallo tra competenze sanitarie e sociali. Obiettivo è mantenere il più possibile l'anziano a livello domiciliare deistituzionalizzando mediante un semplificato Punto Unico di Accesso per valutare il grado di non autosufficienza e avviare, piani personalizzati di assistenza. Importante è avere banche dati collegate tra Aziende sanitarie, reti del Terzo Settore, Servizi sociali e Caritas con la persona al centro. Il PNRR non finanzia ma spinge verso una profonda innovazione il sistema europeo di welfare. Gli investimenti previsti sono per il Servizio civile digitale, per assunzione di diverse migliaia di giovani al servizio di un milione di anziani con digital divide, per ETS al fine di formare competenze di base nell'uso delle tecnologie digitali. Obiettivo specifico è realizzare entro il 2026 l’accessibilità fisica in 600 luoghi di cultura, musei, biblioteche per disabili.
La Missione 4 Istruzione e ricerca si propone di migliorare la rete di asili nido e scuole dell'infanzia per aiutare le famiglie e incoraggiare le donne ad entrare nel mondo del lavoro. Si tratta di 228 mila posti tra 0 e 6 anni di cui 152 mila negli asili nido. Si tratta di un aumento del 43% rispetto al 2017. La Missione 5 propone investimenti nel Servizio civile Universale. Si vuole rendere la comunità più resiliente mediante la cittadinanza attiva dei giovani, l’offerta di servizi per ridurre l’impatto sociale della crisi economica, la transizione ecologica e digitale. Parliamo di 650 milioni di euro a favore di uno strumento di apprendimento non formale per giovani tra i 18 ed i 28 anni.

È previsto inoltre un investimento a sostegno di persone vulnerabili mediante progetti presentati da Enti locali entro settembre 2021: interventi a sostegno di famiglie e bambini vulnerabili, riconversione di RSA per anziani in appartamenti dotati di servizi necessari, potenziamento della rete di assistenti sociali con servizi a domicilio. Obiettivo è assicurare con gli Ambiti sociali la massima autonomia e indipendenza alla persona mediante domotica, telemedicina e presa in carico a distanza in ottica multidisciplinare. Investimenti sono previsti inoltre per housing temporaneo dei Comuni, stazioni di posta per accoglienza notturna e servizi sociosanitari.

Un investimento importante è per progetti di rigenerazione urbana, orientati a ridurre situazioni di emarginazione e di degrado sociale, anche attraverso la ristrutturazione di edifici pubblici, servizi educativi, didattici e sportivi. Rilevante infine per la coesione territoriale l'investimento in Potenziamento servizi ed infrastrutture sociali in aree interne e per combattere la povertà educativa nel Mezzogiorno attraverso il Terzo Settore. Gli investimenti a favore del sociale ammontano a quasi 12 miliardi. Per evitare che riforme e investimenti vadano per conto loro è necessario pertanto creare una governance multilivello che veda il ruolo attivo anche di enti locali, Regioni e ETS. Fondamentale ora è fare presto la progettazione nei Comuni per non perdere questa straordinaria opportunità.

Quali valutazioni complessive possiamo fare di queste straordinarie misure? Una prima considerazione riguarda l’opportunità di attuare gli investimenti sfruttando le linee guida sul rapporto tra PA ed ETS, Decreto 72 del 31 marzo 2021. L'efficacia degli interventi sociali dipenderà dalla capacità di co-costruire progetti ben fatti in tavoli tra funzionari pubblici, politici locali, esperti e organizzazioni del Terzo settore superando la logica degli appalti con quella delle modalità collaborative in accreditamento.

Una seconda considerazione riguarda la sfida culturale. Il mondo del volontariato e della cooperazione non sono da considerarsi come semplici esecutori di servizi a basso costo ma come protagonisti insieme alla Pubblica Amministrazione avendo entrambi la vocazione alla cura dell'interesse generale. La Missione 5 sottolinea anche un aspetto positivo della sinergia: “consente di operare una lettura più penetrante dei disagi e dei bisogni al fine di venire incontro alle nuove marginalità e offrire servizi più innovativi, in un reciproco scambio di competenze ed esperienze che arricchiranno sia la PA sia il Terzo Settore".

Rimane aperto il tema di chi controlla l’attuazione del PNRR. Con quali criteri verrà effettuata la distribuzione delle risorse? Come parteciperanno i territori e la società civile? Le associazioni provano a mobilitarsi per monitorare almeno come saranno spesi i miliardi europei.

* Presidente nazionale del Mppu- Movimento dei Focolari

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