Programmi
Pnrr, il Governo è sordo davanti alle richieste della società civile
La proposta di modifica del Piano nazionale di ripresa e resilienza presentata dal Governo è corposa e riguarda svariate misure che toccano quasi 16 miliardi di euro. L’intero impianto di proposte però sono state adottate senza consultare la società civile, che da mesi chiede di essere ascoltata
di Redazione
La proposta di modifica del Pnrr presentata dal Governo è corposa e riguarda svariate misure che toccano quasi 16 miliardi di euro (su 191,5 miliardi di fondi Pnrr) che coinvolge circa 144 misure in totale. Il nuovo capitolo Repower Eu, che da solo vale 2,76 miliardi di euro solo per l’Italia, ha specifici obiettivi di diversificazione energetica. L’intero impianto di proposte però sono state adottate senza consultare la società civile, che da mesi chiede di essere ascoltata dal Governo.
È quanto denuncia l’Osservatorio civico Pnrr, promosso da ActionAid e da Cittadinanzattiva e a cui aderiscono decine di realtà sociali. “I tempi per consultarci c’erano. Infatti, negli ultimi mesi sono stati numerosissimi gli incontri della Cabina di Regia (organo della governance operativa del Piano) che hanno coinvolto non solo attori istituzionali. E l’Osservatorio civico Pnrr? No, l’Osservatorio non è stato ritenuto degno di essere ascoltato dal governo, nonostante fossimo l’unico soggetto della società civile, insieme al Forum Terzo Settore, a sedere come membro della Cabina di Regia” spiegano le associazioni.
Un esempio eclatante riguarda proprio il nuovo Capitolo Repower EU. Il 29 maggio scorso l’Osservatorio civico PNRR, insieme alla campagna Dati Bene Comune, ha inviato delle precise raccomandazioni al governo, per le quali ci aspettavamo di essere ascoltati. Soprattutto perché il Governo ha creato uno specifico Gruppo Tecnico Repower Eu (interministeriale), trovando anche il tempo e il modo per organizzare ben 13 riunioni della Cabina di Regia con Sindacati, Rappresentanti Datoriali e Associazioni di categoria, nonché con Enel, Eni, Snam e Terna.
«E la società civile? Assente! È quindi legittimo da parte nostra chiederci quale Italia di domani si vuole costruire; perché rimaniamo convinti che senza i cittadini e le cittadine ci sarà ben poco domani e, purtroppo, anche ben poca Italia» continuano le associazioni.
Le proposte di modifica toccano temi prioritari per la cittadinanza. Si pensi solo alla Missione 2 (ambiente): il Governo propone l’eliminazione di ogni riferimento al sismabonus, la modifica del target su monitoraggio e rischio idrogeologico, nonché il definanziamento della misura sulla gestione del rischio alluvione e idrogeologico (spostati nelle promesse sulla ricostruzione in Emilia-Romagna).
«Si continua a pensare ad un Pnrr che non debba coinvolgere la “fastidiosa” cittadinanza, che invece da tempo fa proposte concrete rimaste senza risposta. È inaccettabile che le modifiche ad un piano che dovrebbe radicalmente cambiare il destino del nostro Paese siano state discusse a porte chiuse, senza coinvolgere le numerose realtà della società civile che quotidianamente nei territori lavorano a tutela dei diritti di tutti e tutte, arrivando spesso laddove le istituzioni non riescono», concludono l’Osservatorio.
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