Politica

Pnrr, fondi di coesione: a Sud mancano ancora 22 miliardi

Lo ha detto il presidente di Legacoop Simone Gamberini secondo cui si deve recuperare «il ruolo delle imprese e del partenariato pubblico-privato per realizzare i progetti ed accelerare la spesa».

di Alessio Nisi

Sul Piano nazionale di ripresa e resilienza – Pnrr, opportunità per il Paese e nodo cruciale per il futuro dell’Unione Europea, occorre un cambio di passo soprattutto nel meccanismo di attuazione. In che direzione? «Recuperando il ruolo delle imprese e del partenariato pubblico-privato per realizzare i progetti ed accelerare la spesa. La stella polare è la realizzazione di una stagione di riforme, investimenti, crescita ed inclusione sociale. E di sviluppo del Sud. Questi i temi sul tavolo di “Il Pnrr come opportunità per la crescita e la coesione sociale. Una sfida per la cooperazione”, incontro organizzato da Legacoop. «Vogliamo inoltre segnalare», ha sottolineato il presidente di Legacoop, Simone Gamberini, «che, dalla ricognizione avviata da mesi sull’andamento della spesa delle risorse del Fondo di sviluppo e coesione, risulta ancora bloccata l’assegnazione alle Regioni di una quota di 25 miliardi, dei quali oltre 22 al Sud. Auspichiamo che si possa chiudere celermente la ricognizione per far partire al più presto il riparto del Fondo: tante imprese spesso cooperative sono in attesa di quelle risorse con progetti già avviati e in parte finanziati e l’attesa in talune realtà rischia di essere insostenibile».

Scadenze non rispettate

L’appuntamento è stato organizzato da Legacoop a ridosso del 30 giugno: data in cui il governo italiano avrebbe dovuto rispettare le 27 scadenze concordate con l’Unione europea per chiedere l’erogazione dei 16 miliardi di euro della quarta rata del Piano. Alcune delle scadenze non sono state rispettate e con tutta probabilità la rata sarà richiesta quando (e se) nelle prossime settimane sarà raggiunta un’intesa con l’Ue per la revisione del piano. Mentre l’erogazione dei 19 miliardi della terza rata è ancora bloccata.

La risposta del Governo

Al seminario di Legacoop è intervenuto anche Raffaele Fitto, ministro responsabile del Pnrr. Sulla terza rata, ha detto, «stiamo lavorando», attraverso «un confronto costante con la Commissione Ue, siamo in una fase in cui gli obiettivi da raggiungere erano 55 al 31 dicembre 2022, li abbiamo raggiunti, c’è una valutazione, ci sono aspetti di carattere tecnico e amministrativo che stanno vagliando». Per Fitto il ritardo di cui si parla «è un dato oggettivo», ma «una comparazione con altri Paesi Ue ci aiuta a capire che al momento solo 3 Paesi hanno chiesto la terza rata».

Le criticità

Nel corso dell’incontro sono state richiamate le criticità evidenziate dalla terza relazione sullo stato di attuazione del Pnrr presentata lo scorso 31 maggio, sintetizzabili in un dato: a febbraio di quest’anno si è registrato un avanzamento della spesa pari a 25,7 miliardi, poco più del 13% del totale delle risorse disponibili. Un dato che indica, come sfida prioritaria, quella del rafforzamento della capacità amministrativa ed il supporto tecnico-operativo alle amministrazioni comunali, in particolare del Mezzogiorno.

La revisione del Piano

Per Legacoop occorre individuare nuove traiettorie di intervento nel quadro di una revisione e di un aggiornamento del Piano, aprendo alla possibilità che, per circostanze oggettive, si rimodulino internamente le scadenze intermedie senza modificare gli obiettivi finali e si rifinanzino misure che hanno registrato un elevato livello di domanda e fondi insufficienti a copertura.

Sostenere la transizione digitale

Inoltre, la previsione di un nuovo capitolo del Pnrr in attuazione del Piano Repower Eu può rappresentare, secondo Legacoop, anche l’occasione di una revisione che permetta di concentrare alcuni investimenti per sostenere la transizione digitale e verde delle imprese ed anche di incentivare, con regole semplificate, il partenariato pubblico-privato per la realizzazione di alcuni progetti connessi alla cultura, alla rete del welfare, al potenziamento dei servizi.

La foto di apertura è di Michal Parzuchowski per Unsplash

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