Famiglia

Placanica e papà Giuliani: verso l’incontro?

Il primo lo chiede su Repubblica, il secondo frena: prima un dibattimento pubblico

di Paolo Manzo

”Papà Giuliani, incontriamoci. Io non sono un assassino”. Mario Placanica, il carabiniere che uccise il giovane manifestante no global durante il G8 di Genova lancia un appello al padre del ragazzo morto chiedendogli di essere ricevuto per potergli raccontare quello che avvenne.

”Non è stata colpa mia -dice in un’intervista con Repubblica- queste cose ho da dirgli al signor Giuliani, pensando al suo e al mio dolore. L’incontro con lui mi darebbe la forza per andare avanti. Vorrei che comprendesse quello che mi sta accadendo come io comprendo il dolore di un padre. Sono angosciato per la morte di un ragazzo come me. Entro in crisi quando sento dire che sono l’assassino di quel ragazzo”.

E il giovane carabiniere si difende da chi lo accusa di essere poco meno che un nazista: ”Mi dispiace che alcuni mi considerino una camicia bruna. Non sono un nazista, a me fa orrore il sangue. Vengo da una famiglia di onesti lavoratori democratici, mio padre è iscritto alla Cgil – sostiene Placanica.

La famiglia mi ha insegnato ad avere rispetto per tutti. Sono vittima di un’accusa grave e ingiusta. Voglio tornare a vivere, cerco serenità, comprensione da parte di tutti, anche del signor Giuliani”. Mario Placanica ha dei ricordi di quel 20 luglio di un anno fa: ”Genova era calda in tutti i sensi. Il mio reparto era arrivato in città tre giorni prima. Tutti ragazzi, tutti in tensione palpabile. Ci hanno dato l’attrezzatura, scudi, lacrimogeni.

Ne ho sparati quattro in aria prima che mi prendessero il fucile perché non sapevo sparare – racconta il giovane carabiniere – c’era da impazzire. Mi sono sentito male per i gas lacrimogeni: vomitavo, e come ho visto il Defender, sono salito a bordo per chiedere qualche rimedio per gli occhi.

Da qui i miei ricordi diventano sfuocati, ho preso una botta in testa e perdevo sangue. Allora ho preso la pistola, ho sparato. Nella posizione in cui ero, semidisteso nell’auto, potevo sparare solo verso l’alto”.

Ma papà Giuliani non si lascia commuovere dall’appello di Mario Placanica, il carabiniere accusato dell’omicidio del figlio Carlo durante il G8 di Genova e risponde così all’invito rivoltogli di poterlo incontrare: ”Ritengo sempre più necessario un dibattimento pubblico, solo in quell’occasione incontrerò Placanica”.

”Ogni giorno emergono nuovi interrogativi imporanti -sottolinea Giuliani all’Adnkronos- che rendono sempre più necessario ed urgente un dibattimento in aula. Io non ho mai chiesto e non chiedo vendetta -aggiunge- ma solo chiarezza”.

”Se poi Placanica ha qulcosa da dire in più rispetto a quello che ha già detto -insiste ancora il padre di Carlo Giuliani- bene, lo dica ai magistrati. Ogni giorno però ci sono contraddizioni nuove -aggiunge- come il fatto che lui si trovasse all’interno del Defender mentre le immagini raccolte dimostrerebbero il contrario”.

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