Politica

Pizzoccheri, il loro segreto si chiama “rutina”

A tavola con Gino Girolomoni.

di Gino Girolomoni

Non c?è altra pianta che mi metta allegria e insieme tristezza come il grano saraceno. Vedere un campo intero di saraceno fiorito riempie il cuore di allegria, ma vedere la sua patria, la Valtellina, esserne completamente priva mi fa diventare triste. Cari compatrioti, meno case, meno villaggi, meno piste di sci, meno supermercati e più campi di saraceno: come fate in quella valle a starne senza? Eppure i pizzoccheri li mangiate e ne andate fieri, ma non vi vergognate a non sapere che la materia prima proviene dal Sudafrica? I pizzoccheri e la polenta taragna sono due piatti unici per eccellenza, che danno la forza di scalare le montagne. Il nome della pianta è Fagopirum Sagittatum e non è un cereale, ma una poligonacea ricchissima di amidi e proteine, soprattutto di lisina, un fattore di crescita indispensabile ai bambini. Contiene anche la rutina, una vitamina B che favorisce la circolazione sanguigna e previene i disturbi circolatori. Come devo fare per spiegare a quella che Ceronetti chiama malavita laureata l?importanza dei cibi sani e vitali perché altrimenti invece di fare bene fanno male? Cuocere in abbondante acqua salata 150 grammi di pizzoccheri. Durante la cottura aggiungere due foglie di verza tagliate a strisce sottili, una patata a dadi e un rametto di rosmarino. Cinque minuti prima che la cottura sia ultimata aggiungere due foglie di costa tagliata a pezzetti. Scolare e versare in un piatto fondo, foderato di un etto di dadi di formaggio d?alpeggio. Mescolare e aggiungere due cucchiai d?olio extravergine di oliva, uno spicchio d?aglio pestato e una manciata di salvia sminuzzata.


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