Famiglia

Più vicini i permessi studio con la Bielorussia

Il probabile sblocco grazie alla mediazione dell'ambasciatore Prigioni

di Sara De Carli

Qualcosa si muove in Bielorussia sul fronte permessi di studio per i ragazzi tra i 14 e i 18 anni, per farli studiare in Italia con eprmessi ad hoc, quindi oltre i classici 90 giorni, evidentemente insufficienti per un obiettivo formativo complesso. Un’intesa a tal proposito era stata raggiunta lo scorso ottobre a Minsk dal ministro Frattini, ma ancora non si è riusciti a dargli concretezza.

L’Ambasciatore italiano a Minsk Giulio Prigioni ora ha presentato una sua proposta sui permessi studio, che – dice Avib – «è considerata dalle autorità bielorusse contattate in queste ore una buona e condivisibile base di partenza per un possibile vicino accordo».

La proposta Prigioni, che è giunta in questi giorni alla Farnesina, supera una fase di impasse che durava da novembre scorso, quando una precedente proposta-bozza del Ministero degli Esteri era pervenuta a Minsk, ma era stata considerata imprecisa e contraddittoria sul valore degli studi e sulle garanzie di tutela.
La proposta Prigioni parte dalle potenzialità delle nostre attuali legislazioni italiane e bielorusse, sia sulla scolarizzazione che sulla tutela dei minori, permette percorsi scolastici con valore legale sui titoli di sudio, la piena reciprocità per studenti bielorussi in Italia e italiani in Bielorussia, la garanzia di tutela dei ragazzi minorenni con permessi studio dopo i 14 anni in Italia. La proposta va ora approfondita dai tecnici dei due paesi per darne quanto prima efficacia giuridica e applicazione.

«Non c’è alcun dubbio che un accordo sui permessi studio spianerebbe la strada anche ad alcuni rallentamenti e confusioni oggi presenti in tema di adozioni, perchè chiarirebbe meglio e senza equivoci la relazione tra i vari accordi di aiuto ai ragazzi bielorussi, diversi tra loro per finalità, con garanzie sugli studi e le diverse opportunità di vita, tra cui il ritorno in patria con valore legale degli studi fatti all’estero», commena Raffaele Iosa, presidente di Avib.

«Ci complimentiamo calorosamente con l’Ambasciatore Giulio Prigioni per questo suo impegno e successo, che conferma la stima di tutti -italiani e bielorussi- per il suo lavoro. Altrettanto ci auguriamo che il Ministero degli Esteri sappia cogliere subito le opportunità aperte in Belarus dal suo lavoro, e sciolga quanto prima i pochi nodi rimasti in modo che i primi permessi studio possano già essere autorizzati per l’anno scolastico prossimo. Le famiglie italiane attendono risposte concrete e non solo promesse».


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