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Più tutele per il commercio elettronico

Stop alle clausole vessatorie, non possono essere più inserite nei contratti.

di Francesco Maggio

Da oggi i consumatori hanno uno strumento di tutela in più nei confronti del commercio elettronico: stop alle clausole vessatorie, non possono essere più inserite nei contratti. Per acquisti on line, bollette da pagare, servizi on line delle banche, prenotazioni aeree e alberghiere, solo per citare alcuni esempi, le clausole contrattuali dovranno essere ben visibili in una apposita sezione del sito e non sintetizzate, a volte in maniera fuorviante, nelle FAQ, le domande più frequenti. Per i consumatori è consentito fra l?altro il diritto di recesso senza penali. Se a rinunciare è il fornitore, c?è l?obbligo di informare i consumatori. I consumatori possono fare riferimento al parere sulla conformità delle clausole contrattuali del commercio elettronico alla normativa vigente reso dalla Commissione Clausole Vessatorie della Camera di Commercio, che ha il compito di valutare l?eventuale presenza di clausole inique nei contratti fra professionisti e consumatori. Il mancato adeguamento ai nuovi parametri previsti, potrebbe tradursi in azioni inibitorie da parte della Camera di Commercio. “Il consumatore – ha detto Angela Alberi, consigliere della Camera di Commercio di Milano – soggetto piu’ debole nei rapporti contrattuali, trova ora una sorta di vademecum nel parere della Camera di Commercio di Milano. L?esame condotto sulle condizioni generali di contratto del settore del commercio elettronico oltre a descrivere e denunciare la vessatorietà di alcune clausole, propone anche soluzioni per una corretta modifica dei contratti”. “Garantire la trasparenza del mercato e tutelare i soggetti in esso coinvolti – ha dichiarato Pier Andrea Chevallard, segretario generale della Camera di Commercio di Milano – sono compiti che la Camera di Commercio di Milano affronta in modo concreto attraverso il Servizio di Regolazione del Mercato” –


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