Economia

Più spazio al dialogo

Le risposte di Francesco Mereu, responsabile Csr del Gruppo

di Redazione

Informare sulle nostre decisioni e gestire meglio i rischi reputazionali: l’ascolto degli stakeholder è fondamentale. E va sempre costruito in forme diverse a seconda dell’interlocutore che si ha di fronte: consumatori, sindacati, imprenditori eccUn panorama bancario italiano che nonostante la crisi non ha diminuito il proprio budget dedicato alla Csr. Il fatto è sorprendente di per sé ma apre anche un discorso più ampio sul rapporto tra banche e stakeholder in un’ottica di responsabilità sociale. Etica&Finanza ne discute con Francesco Mereu, responsabile Csr della Banca Monte dei Paschi di Siena.

1. Sì, un po’ mi sorprende. Di solito le iniziative che concorrono a realizzare gli obiettivi sociali delle aziende hanno degli extra costi che in fasi economiche come questa sono evitati/ridotti. Ciò significa non che l’azienda smetta di essere socialmente responsabile, ma che tende a ricercare soluzioni poco onerose o che, a parità di costo, abbiano maggior impatto.

2. L’ascolto degli stakeholder e il loro coinvolgimento nelle strategie aziendali è molto importante per la banca. L’obietto è informare sulle nostre decisioni e gestire meglio i rischi reputazionali, rilevando prospettive interessate e consapevoli sulle questioni sociali di cui la banca deve occuparsi. La relazione si realizza in molte forme diverse per ciascuna categoria di stakeholder. Ad esempio: con le associazioni dei consumatori la collaborazione è di tipo operativo attraverso un laboratorio permanente (ConsumerLab) costituito nel 2004; ciò ha contribuito a ridurre di circa il 40% i reclami e di aumentare la soddisfazione dei clienti, anche in virtù di soluzioni concrete e tempestive su temi “caldi” (il migrant banking, il sovraindebitamento, la crisi economica), programmi di educazione finanziaria e di formazione/sensibilizzazione della rete di vendita. Oppure con il tradizionale confronto con i sindacati, che di questi tempi è stato centrale per gestire una profonda ristrutturazione societaria: si è ulteriormente sviluppato a comprendere più nello specifico i temi della Csr attraverso appositi comitati e gruppi di lavoro paritetici che hanno lavorato, tra l’altro, a una redazione condivisa de nostro ultimo Bilancio sociale. Ed anche il rafforzamento di tavoli di dialogo con le categorie imprenditoriali per individuarne i bisogni e le forme di assistenza finanziaria più idonee. Infine con i fornitori saranno realizzati focus group per condividere la nuova èolitica di Montepaschi in tema di «sostenibilità nella supply chain» e individuare modi di attuazione di reciproca utilità.

3. Per la strategia di comunicazione è sicuramente più efficace legare il brand Montepaschi a poche grandi iniziative promosse dal non profit. È quello che negli ultimi anni abbiamo fatto con le Olimpiadi del Cuore e con Mediafriends. Ciò però non ha snaturato la nostra tradizionale relazione nei territori che si realizza anche attraverso tante piccole-grandi partecipazioni in proposte sociali che rileviamo attraverso le nostre filiali o che rientrano nei consolidati rapporti con le amministrazioni locali; ovvero che sono gestite dalle nostre fondazioni. Un rapporto, quello con il territorio e con le organizzazioni non profit, che pensiamo di poter rafforzare ulteriormente con un maggiore coinvolgimento dei dipendenti che abbiamo per ora sperimentato solo in parte.

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