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Più soldi al Coni? Una gaffe olimpica

Centoventi miliardi sono pronti per la preparazione delle Olimpiadi di Sidney. Ma Mosella (Csi) accusa: richiesta assurda.

di Pasquale Coccia

Un intervento finanziario straordinario del Governo a sostegno del Coni, in nome di un?emergenza che non c?è. Nelle casse del Comitato olimpico presto arriveranno 120 miliardi per consentire agli atleti nazionali di prepararsi per le Olimpiadi di Sidney, che si svolgeranno l?anno prossimo. Una cifra che si somma ai 50 miliardi già stanziati per l?occasione dal massimo organo sportivo. La richiesta di finanziare la preparazione olimpica è stata accolta dal governo in seguito al calo dei proventi dei concorsi pronostici gestiti dal Coni, che ha spinto il presidente dell?ente sportivo Gianni Petrucci a dichiarare lo stato di emergenza. Ma i conti non tornano, perché in casa Coni la politica degli sprechi continua, mentre quella di un serio risanamento stenta a decollare.
L?esempio più eclatante viene dalle delibere approvate dal Coni che portano la struttura di vertice da 5 a 10 Direzioni Generali con un aumento consistente delle spese, e altre che introducono i livelli di retribuzione economica differenziata tra i tecnici e gli impiegati. Una decisione contestata anche dall?Ufficio Legislativo della presidenza del Consiglio. «Altro che politica del risparmio, d?altro canto non si esita a giocare al ribasso nei servizi di appalto, che comportano tagli al personale, sovraccarico di lavoro e riduzione della sicurezza per chi è addetto agli impianti sportivi», denuncia Pietro Soldini responsabile sport della Cgil. «Un provvedimento straordinario deve pretendere dal Coni una seria politica di risanamento finanziario, come avviene per le Ferrovie o le Poste, mentre oggi il Coni ha operato un taglio ragionieristico del 30% indiscriminato determinando una situazione di disparità tra le federazioni. Oggi l?emergenza non riguarda lo sport olimpico, ma lo sport per tutti e lo sport scolastico», conclude Soldini.
Già, lo sport per tutti. La legge Veltroni sulle società sportive dilettantistiche, che prevede di destinare alle associazioni l?1,50% dei proventi delle schedine del Totocalcio e Totogol, procede a rilento in Parlamento, mentre gli enti di promozione sportiva, che registrano lo stesso numero di tesserati delle federazioni sportive del Coni, sono costretti a rivedere i programmi di intervento per la promozione dello sport per tutti sul territorio.
Donato Mosella, presidente del Centro sportivo italiano (Csi), grida allo scandalo e lancia un pesante attacco ai vertici del Comitato: «Il Coni ha minacciato di non mandare a Sidney la rappresentativa olimpica, se non fossero arrivati i finanziamenti, mettendo in atto un subdolo ricatto nei confronti del governo. Il ministro Melandri ha recepito alcune proposte avanzate dagli enti di base, ma dietro le quinte registriamo un insolito lobbismo del Coni, che muove le leve occulte del potere sportivo, che ha rappresentanti presenti sia nei partiti della maggioranza che dell?opposizione, per dividere l?associazionismo sportivo e ostacolare la rappresentanza istituzionale dello sport per tutti nel progetto di riforma del Coni. Se il governo cede, attraverso il sostegno finanziario di 120 miliardi, avvalla anche la fine di chi come noi è impegnato nella promozione dello sport sociale», conclude amaramente Mosella.

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