Salute
Più sicurezza in sanità con più partecipazione
Sicurezza dei pazienti in Europa: diffondere innovazione e promuovere partecipazione civica in sanità per una cultura della tolleranza zero in tema di infezioni ospedaliere. Il 4 e 5 febbraio a Bruxelles un evento promosso da Active Citizenship Network-Cittadinanzattiva
di Redazione
Un più efficace contrasto alle infezioni correlate all’assistenza (ICA) non può prescindere dall’adozione di soluzioni innovative combinate insieme ad una decisa azione di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, per la quale risulta cruciale coinvolgere gruppi di advocacy e di tutela dei diritti dei pazienti. Questo il messaggio che emerge dalla due giorni in tema di sicurezza dei pazienti, organizzata il 4 e 5 Febbraio a Bruxelles dalla rete europea di Cittadinanzattiva, Active Citizenship Network, con il sostegno di Copma.
Dai recenti dati diffusi dal Centro europeo malattie infettive, il problema delle infezioni resistenti agli antibiotici risulta in peggioramento: in Europa si verificano circa 33.000 decessi all'anno per infezioni di questo tipo, quasi un terzo dei quali in Italia, dove ad alta incidenza del fenomeno si affianca un livello di consapevolezza ancora modesto.
Corrette pratiche di prevenzione, come pure l’adozione di soluzioni innovative, potrebbero arginare di molto le ICA, con conseguenti benefici di natura economica per il sistema sanitario nazionale, considerato che i costi di trattamento per ogni singola infezione variano dai 5 ai 9mila euro. A riguardo, in data odierna è stata presentata per la prima volta alla Commissione Europea, oltre che ad una serie di stakeholder e leader di associazioni civiche e di pazienti di 13 Paesi, il sistema di sanificazione Pchs che, sfruttando la biocompetizione microbica, riesce a ridurre le ICS del 52% garantendo igiene stabile nel tempo negli ambienti ospedalieri a totale vantaggio dei pazienti e del sistema sanitario.
“I dati destano molta preoccupazione” dichiara il segretario generale di Cittadinanzattiva Antonio Gaudioso, “ogni anno in Italia 7.800 persone perdono la vita a causa di infezioni antibiotico-resistenti contratte nel corso di ricoveri ospedalieri, quasi il doppio delle morti legate agli incidenti stradali. Dati che ci pongono all’ultimo posto a livello europeo. Come cittadino europeo mi chiedo invece se dopo le elezioni di Maggio per il Parlamento Europeo il tema sarà tra le priorità dell'agenda politica europea nei prossimi anni”.
“Abbiamo investito in ricerca ed innovazione” dichiara Mario Pinca, Amministratore Delegato di COPMA “contribuendo concretamente alla riduzione del rischio infettivo in relazione all'ambiente. Il sistema PCHS è efficace perché in grado di stabilizzare a livelli bassi i patogeni responsabili delle infezioni, abbattendo contestualmente la resistenza microbica. È tempo di agire concretamente, ciascuno per la propria parte, auspicando che l'innovazione sia recepita dalle Istituzioni competenti”.
In Italia un paziente su 15 durante la degenza in ospedale contrae un'infezione che al momento dell'ingresso non era manifesta clinicamente né in incubazione. Inoltre, dai dati del Rapporto Pit Salute di Cittadinanzattiva, nell’ultimo anno il fenomeno delle infezioni nosocomiali è in aumento (4,9% nel 2017 rispetto al 4,3% nel 2016) soprattutto a carico di pazienti immunodepressi. In aumento di circa il 3% anche la percentuale relativa alle condizioni delle strutture con il 33,4% delle segnalazioni (nel 2015 era del 30,5%): a riguardo, i cittadini si lamentano, quando, ad esempio, si ritrovano ad essere curati in ambienti fatiscenti o, ancora, in condizioni igieniche scarse, oppure in assenza di lavori di manutenzione e aggiornamento.
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