Non profit

Più paghi, più conti. La democrazia in stile Banca mondiale

di Paolo Manzo

Lotta alla fame: e “il campione mondiale” è…
?il presidente del Brasile, Luiz Iñacio Lula da Silva, che ha ricevuto il premio di «Campione mondiale nella lotta alla fame» da parte del Programma alimentare mondiale dell’Onu. Un’onorificenza arrivata grazie al progetto statale verde-oro «Fame zero» che ha ridotto del 73% la mortalità infantile negli ultimi 8 anni ed è diventato oramai a livello mondiale il modello per le politiche di sviluppo del Palazzo di Vetro. Good News/1

Nasce il primo Fondo per l’agricoltura?
?in Africa grazie ai contributi di Banca africana di sviluppo (Bad) dell’agenzia francese per lo sviluppo. Da luglio 2010 il fondo avrà a disposizione un capitale di 125 milioni di euro per finanziare progetti atti a migliorare la sicurezza alimentare nel continente. Visto quanto messo a disposizione per salvare la Grecia, si tratta di briciole, ma sempre meglio di niente. Good News/2

La Gran Bretagna lancia un nuovo?
?programma di cooperazione nella Repubblica Democratica del Congo del valore di 200 milioni di dollari. Lo ha annunciato l’ambasciatore inglese Neil Wegan durante un’udienza con il ministro congolese del Lavoro e della Previdenza sociale, Mobutu Nzanga. Good News/3

C’è Sud del mondo e Sud del mondo?
?almeno questo sembra essere l’approccio della Banca mondiale che ha recentemente modificato il meccanismo delle votazioni al suo interno. Più potere al Sud del mondo che cresce – Brasile, India e Cina in testa – con un aumento del 4% del loro potere di voto e meno a quello che ristagna, ovvero l’Africa, con un calo di un terzo. Tra i Paesi più colpiti dalla riforma elettorale della Banca mondiale, Nigeria e Sudafrica, che perdono il 10% ciascuna del loro “share” elettorale in seno all’istituzione che finanzia molti progetti di sviluppo. «I Paesi che apportano più fondi al budget dell’istituzione hanno un peso maggiore nelle votazioni», spiegano i portavoce della Banca mondiale all’Inter Press Service, e questo spiega la crescita di Brasile, Cina e India e i tagli all’Africa della recente riforma. «Non ci sono pasti gratis» sembra essere il messaggio. Ma la riforma non doveva incrementare uno sviluppo più democratico?

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