Non profit

Più mercato e meno Stato E l’handicap diventa chanceE ora sfatiamo i falsi miti sui falsi invalidi

La ricetta di Davide Cervellin, imprenditore e pioniere

di Antonio Sgobba

«Le aziende che sviluppano tecnologie dedicate ai disabili dovrebbero avere incentivi e attenzione. E si dovrebbero creare fondi assicurativi ad hoc»«Sulle disabilità dovremmo abbandonare un sistema basato solo sul pubblico e aprirci al libero mercato». Un governo di centrodestra dovrebbe essere d’accordo. O no? «Macchè, a me non pare proprio. Anzi, le nostre proposte non hanno avuto nessun riscontro. Negli anni sono cambiate le amministrazioni ma non la sostanza. Nessuno ha avuto il coraggio di abbandonare l’approccio assistenziale».
Lo dice Davide Cervellin, 52 anni, imprenditore, fino a qualche tempo fa responsabile della commissione Disabilità di Confindustria. Ha perso la vista a 16 anni, a causa di una malattia chiamata retinite pigmentosa, ma basterebbero i titoli dei suoi libri per capire il suo approccio: Quando un cieco vede oltre e Disabili. Come trasformare un limite in un’opportunità. Nel 1987 ha fondato, in provincia di Padova, la Tiflosystem, un’azienda specializzata in soluzioni tecnologiche per l’autonomia delle persone cieche, ipovedenti, con invalidità motorie e della comunicazione. Quando ci si occupa di loro si finisce col parlare dei falsi invalidi e quindi di sprechi di denaro dello Stato. L’imprenditore veneto non è d’accordo: «I disabili devono essere visti come un volano per realizzare sviluppo, per creare lavoro e movimento economico». In Italia tutto questo non avviene. «Il nostro unico cliente è la pubblica amministrazione, che è una pessima pagatrice. Ci sono aziende che aspettano i soldi per anni, io stesso attendo da dieci anni i pagamenti della Regione Lazio», ricorda Cervellin.
Così le imprese sono costrette a volare basso: «L’azienda più grande che produce carrozzine avrà sì e no 40 dipendenti. Nel mio settore, quello ipertecnologico, ci saranno in tutto un centinaio di lavoratori». Non molto lontano da noi la situazione è differente: «In Germania le imprese godono di una fiscalità agevolata e i giovani ricercatori e lavoratori hanno la possibilità di svolgere il servizio civile dentro le aziende». Secondo l’imprenditore in Italia per gli strumenti di assistenza ai disabili si spendono «circa un miliardo e mezzo di euro». Una fetta consistente di questi soldi viene investita in prodotti realizzati all’estero, in particolare in Cina o in Corea.
Eppure, per il patron della Tiflosystem ci sarebbe una soluzione semplice al caso italiano: «Basterebbe fare come fanno in Gran Bretagna o in Francia. Si dovrebbero creare dei fondi, di tipo assicurativo ad esempio, dedicati esclusivamente ai disabili. Così non si va ad intaccare la spesa generale, i governi non avrebbero più scuse, e la società non vedrebbe gli invalidi come un peso».


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