Economia

Più lavoro e più posti di lavoro: è ok il 2021 di Società Dolce

Il gigante bolognese della cooperazione sociale presenta i conti dello scorso anno: il valore della produzione, 105 milioni (+14%), ormai riallineato ai livelli pre-pandemia. Soddisfazione per aver incrementato l'occupazione con 239 neoassunti e 74 stabilizzazioni, raggiungendo quota 3.738, di cui 86,5% donne. Il presidente e d.g. Segata sul gender gap (+5): "Facciamo meglio della media italiana, europea e mondiale ma lavoriamo per raggiungere lo zero"

di Giampaolo Cerri

Più forti del Covid-19: Società Dolce, gigante bolognese della cooperazione sociale, specializzata nei servizi alla persona, e attiva oltre che in Emilia Romagna, anche in Lombardia, Veneto e Lazio, esce coi conti migliori da un altro anno pandemia, il 2021. Dal Bilancio d'esercizio, presentato stamane, emerge che il valore della produzione si attesta a quota 105 milioni di euro, il che significa +14% rispetto al 2020. "Il valore aggiunto netto prodotto nell’esercizio 2021 è aumentato del 19% rispetto all’esercizio 2020, ritornando in linea con l’esercizio 2019, prima della pandemia da Covid-19", osservano da Bologna, dove sono giustamente fieri di risultare, con questi numeri, fra i 10 migliori realtà del settore in Italia.

Motivo di soddisfazione anche il successo delle varie azioni con cui la compagine guidata da Pietro Segata, presidente e direttore generale, si è dotata degli strumenti finanziari a sostegno delle attività e degli investimenti, come "i 4,4 milioni di euro di obbligazioni quotate sul Segmento ExtraMOT PRO3 del Mercato ExtraMOT di Borsa Italiana S.p.A. e le azioni di socio finanziatore sottoscritte da Coopfond e General Fond, i due principali fondi mutualistici della cooperazione, per 400mila euro. O, ancora, le campagne di crowdfunding di WEY Dolce, per l’efficientamento energetico di alcune strutture sociosanitarie e la sede centrale della cooperativa, che hanno raccolto oltre 1,2 milioni di euro, utilizzati per rendere gli edifici gas free e garantire il massimo benessere ad ospiti e operatori".


E c'è giustamente una certa fierezza nell'osservare il dato del capitale umano, cresciuto anche nella fase pandemica: "Laddove le aziende licenziavano e chiudevano", dicono a Bologna, "la cooperativa, nel solo 2021, ha assunto con contratto a tempo indeterminato 239 nuovi lavoratori, che si aggiungono ai 246 del 2020 e ne ha stabilizzati altri 74, 42 dei quali under 36, per il buon funzionamento dei suoi 232 servizi per minori, infanzia, anziani, disabilità e salute mentale, fragilità e sanitari, in Emilia Romagna, Lombardia, Veneto e Lazio". Numeri che hanno portato le persone di Società Dolce, al 31 dicembre 2021, a quota 3.738, per l’86,5% donne."L’inclusività, in termini di accesso al lavoro senza discriminazioni sulla base della nazionalità, è evidenziata dalla percentuale di dipendenti di origine straniera, il 14,5% del totale e sono nell’87% dei casi donne", sottolineano da Società Dolce.

La cooperativa riporta un nuovo dato: il Gender Pay Gap, il divario retributivo di genere, la differenza tra il salario annuale medio percepito dalle donne e quello percepito dagli uomini, a parità di competenze e mansioni, che oggi si assesta a +5. "Un dato solo in apparenza negativo", osserva lo stesso d.g. Segata, "se comparato al +6 dell’Italia, al +14 dell’Europa e, secondo il rapporto biennale Global Wage Report dell’Organizzazione Mondiale del Lavoro, al 20% su scala mondiale. Uno degli obiettivi del 2022", conclude, "è far sì che il vantaggio retributivo a favore degli uomini si abbatta e raggiunga lo zero”.

E ancora a proposito di risorse umane, "nel 2021 sono anche ripartite le attività formative a pieno regime, con 44.389 ore per la qualificazione, la riqualificazione e l’aggiornamento professionale e, già dall’anno 2020 si è incentivata la modalità di lavoro da remoto, lo smart working, per il personale operativo negli uffici, con 40.200 ore (nel 2020 24.790), usufruite soprattutto dai soggetti più fragili e dai genitori con figli in età scolare".

Fra gli altri elementi economici rilevanti del 2021, "l’attività commerciale di Società Dolce è tornata progressivamente vicina ai livelli degli anni pre-pandemia, con la partecipazione a 113 procedure tra gare d’appalto, project financing, accreditamenti, finanziamenti, progetti europei e nazionali, con il 73% di aggiudicazioni".

Un’azienda sana, ma anche corretta: "l’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato ha infatti rinnovato a Società Dolce il Rating di Legalità, con il punteggio massimo di tre stellette, per il rispetto della legge e l’allineamento ai più elevati standard etici, sociali e di governance".

Nota a margine: dopo due anni di pandemia, l’assemblea per l’approvazione del bilancio di Società Dolce è tornata in presenza, con 78 soci, cui si aggiungono i 57 che si sono collegati per le assemblee territoriali. A Bologna erano molto soddisfatti anche per questo.

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