Rapporto Greenitaly

Più lavoro con economia circolare e transizione green

Secondo lo studio di fondazione Symbola e Unioncamere, tra il 2018 e il 2022, 510.830 imprese, più di una su tre, hanno effettuato investimenti per migliorare l’impatto sull’ambiente. Le figure professionali legate alla green economy sono cresciute di oltre 215mila unità

di Nicola Varcasia

La transizione ecologica e i percorsi di economia circolare fanno crescere le imprese in modo che possano creare più lavoro? Ovvero, la sostenibilità ambientale ed economica possono procedere di pari passo, senza creare squilibri sociali e, anzi, migliorando le condizioni di vita delle persone? Sono domande decisive per comprendere quando il tema complessivo della sostenibilità potrà lasciarsi finalmente alle spalle gli sterili dibattiti che spesso lo accompagnano. A questi quesiti è dedicato il rapporto Greenitaly, presentato da fondazione Symbola e da Unioncamere. La risposta positiva che lo studio veicola è interessante non tanto e non solo per le cifre, ma per il messaggio generale che veicola: l’economia verde porta sviluppo e occupazione, dunque non mira a deprimere l’economia, i consumi e la società, ma a farli crescere.

Occupazione su

Secondo l’analisi presentata da fondazione Symbola, nel quinquennio 2018-2022, sono state 510.830 le imprese che hanno effettuato eco-investimenti pari al 35,1% del totale ovvero più di 1 su 3. Sotto il profilo dell’occupazione, alla fine dello scorso anno, le figure professionali legate alla green economy rappresentavano il 13,9% degli occupati totali, 3.222 mila unità. Nel 2022 i contratti attivati di queste figure sono stati pari a 1.816.120, il 35,1% dei contratti totali previsti nell’anno (circa 5,2 mln), con un incremento di 215.660 unità rispetto alla precedente rilevazione. Tra le aree aziendali più interessate sul totale delle attivazioni si trovano le aree progettazione e sviluppo (incidenza 87%), logistica (81,7%) e marketing e comunicazione (79,2%). Guardando in maniera allargata alla richiesta di competenze e cultura green, nel 2022 – su un totale di quasi 5,2 milioni di contratti previste nel mercato del lavoro – questa conoscenza è stata ritenuta necessaria nell’81,1% dei casi, per circa 4,2 milioni di contratti.

La Lombardia guida

livello regionale la Lombardia continua a contraddistinguersi come la regione più dinamica, con 421.170 nuovi contratti green jobs attesi nel 2022 (in crescita del 14,7% rispetto al 2021), primato che possiede non soltanto in termini assoluti ma anche relativi (l’incidenza dei green jobs sul totale delle attivazioni previste nella regione è del 40,8%). Nelle prime quattro regioni per numero di attivazioni green jobs (Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Lazio) è concentrato il 51,9% dei nuovi contratti. Rispetto al 2021, la crescita dei contratti green jobs è stata poco uniforme, accentuando le differenze regionali già esistenti. Infatti – considerando un intervallo di +/- cinque punti percentuali rispetto alla media nazionale (+13,5%) – si registra una crescita oltre l’intervallo in Emilia-Romagna (+20,1%) e Marche (+19,1%), ed inferiore all’intervallo in Abruzzo (+8,5%), Puglia (+7,3%), Trentino-Alto Adige (+6,6%), Basilicata (+6,3%), Liguria (+5,2%), Friuli-Venezia Giulia (+3,2%), Molise (+1,6%) e Valle d’Aosta (unica a far registrare una contrazione, -1,3%).

L’Italia va

Come ha spiegato Ermete Realacci, presidente della fondazione Symbola: «Accelerare gli investimenti nella transizione verde e nelle energie rinnovabili aumenta la stabilità finanziaria come dimostrano gli studi della Banca centrale europea e della Banca D’Italia, dà forza al made in Italy, riduce i costi a medio termine per famiglie e imprese, rafforza la nostra indipendenza energetica. Siamo una superpotenza europea dell’economia circolare e questo ci rende più competitivi e capaci di futuro. Nel rapporto Greenitaly si legge un’Italia che va verso un’economia più a misura d’uomo che punta sulla sostenibilità, sull’innovazione, sulle comunità e sui territori».

Cercasi rinnovabili

Chiaramente il percorso della transizione verde non è tutto in discesa: «GreenItaly pone in chiara evidenza l’impegno del sistema produttivo italiano nella transizione verde. Grazie a un trend di investimenti aziendali nella direzione della sostenibilità ambientale che non si è arrestato neanche nei periodi di maggiori difficoltà – come quelli legati alla crisi pandemica e ai conflitti mondiali – da anni siamo infatti tra i paesi eco leader in Europa. Non sempre però le nostre imprese sono messe nelle condizioni di operare al loro meglio. È il caso del tema delle energie rinnovabili, fondamentali per una riduzione delle importazioni di energia del nostro Paese e per una stabilizzazione dei prezzi, la cui crescita è spesso rallentata da ostacoli burocratici: nel 2022 è stata installata una potenza da fonti rinnovabili pari a tre Gigawatt, contro gli 11 della Germania e i sei della Spagna, un dato lontano dal target di circa 8-9 all’anno da installare entro il 2030», ha precisato Andrea Prete, presidente Unioncamere.

Riciclo ok

Il rapporto Symbola si è concentrato anche su settore dell’economia circolare, nel quale l’Italia è leader, con un avvio a riciclo sulla totalità dei rifiuti – urbani e speciali – dell’83,4% nel 2022: un livello di gran lunga superiore a quello di tutte le grandi economie europee.  Un tasso di riciclo superiore di oltre 30 punti alla media Ue (52,6%) e ben superiore a tutti gli altri grandi Paesi europei, come Francia (64,4%), Germania (70%), Spagna (59,8%). Non solo. L’Italia è anche uno dei pochi Paesi europei che dal 2010 al 2020 – nonostante un tasso di riciclo già elevato – ha comunque migliorato le sue prestazioni (+10 punti percentuali, contro una media europea di 6 punti percentuali).

Bene l’industria

Nel biennio 2020-2021 si è inoltre verificato un inatteso consolidamento della capacità di riciclo industriale dell’Italia – specialmente nel comparto cartario – che ha visto in tutti i settori incrementare, anche in maniera importante, la quota di materie seconde impiegate. Un eccellente risultato per la transizione ecologica e lo sviluppo di un’economia sempre più circolare. In tema di economia circolare, l’Italia nel 2022 ha approvato la Strategia nazionale per l’economia circolare, che vale 2,1 miliardi di euro stanziati dal Pnrr e definisce quattro obiettivi: favorire il mercato delle materie prime secondarie; estendere la responsabilità dei produttori e dei consumatori; diffondere pratiche di condivisione e il principio del “prodotto come servizio”; definire una roadmap di azioni e obiettivi fino al 2040.

Gli autori

Il rapporto Green Italy, arrivato alla quattordicesima edizione, è realizzato dalla fondazione Symbola e da Unioncamere, con la collaborazione del Centro studi Tagliacarne e con il patrocinio del Ministero dell’ambiente. Al rapporto hanno collaborato Conai, Novamont, Ecopneus, European climate foundation, molte organizzazioni e oltre 40 esperti.

Foto di Paolo Bendandi su Unsplash


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