Welfare

Più gravidanze al primo colpo se ci sono embrioni congelati

Lo direbbe uno studio che verrà presentato domani al 2 Congresso Unificato delle Società Italiane di Medicina della Riproduzione

di Sara De Carli

Apre domani a Riccione il II° Congresso Unificato delle Società Italiane di Medicina della Riproduzione, promosso da otto società del settore. Uno dei temi caldi che verrà affrontato è come sono cambiate le pratiche di medicina riproduttiva in questo ultimo anno, dopo che la sentenza 151 della Corte Costituzionale, il maggio scorso, ha modificato alcuni articoli della legge 40, eliminando l’obbligo un unico e contemporaneo impianto di embrioni, comunque non superiori a tre e di fatto riaprendo la strada alla crioconservazione degli embrioni.

Ben cinque interventi, tra quelli presentati nell’abstract book disponibile online, trattano nello specifico di questo tema, presentando diversi report, quasi tutti frutto di studi effettuti nella clinica Humanitas di Rozzano (MI).

Il primo report riguarda il transfer di blastocisti scongelati. Da settembre 2009 a marzo 2010 sono stati eseguiti 81 cicli di scongelamento (in pazienti con età media allo scongelamento di 36.1 ± 3.7 anni): sono state scongelate 116 blastocisti e 107 sono sopravvissute (pari al 92.2%). Le 107 blastocisti sono state trasferite in 75 pazienti, ottenendo 24 gravidanze cliniche e 29 impianti. La probabilità di gravidanza è stata pari al 29.6% per scongelamento e pari al 32.0% per transfer. La percentuale di impianto è stata del 27.1% con un 20.8% di gravidanze gemellari. I risultati – concludono i medici – mostrano un’elevata probabilità di gravidanza ed impianto, paragonabile o superiore a quella ottenuta con il trasferimento a fresco in G2-G3 nella nostra popolazione generale (i dati di successo della clincia sono del 27.4% gravidanza/transfer e del 15.0% di impianto su 1026 cicli maggio/dicembre 2009.

La stessa clinica ha fatto uno studio sull’evoluzione in blastocisti degli embrioni sovrannumerari non trasferiti in utero, dando un voto alla morfologia degli embrioni cresciuti in coltivazione fino al giorno 7. Da luglio 2009 a dicembre 2009 in 168 cicli sono state ottenute 246 blastocisti da 422 embrioni soprannumerari (58.3%), di cui 142 nel gruppo G5 (63.4%) e 104 (52.5%) nel gruppo G6. Del gruppo G5 sono state scongelate 65 blastocisti di cui 60 sono sopravvissute (92.3%) con un tasso di impianto del 28.3%. Del gruppo G6 sono state scongelate 47 blastocisti di cui 44 sono sopravvissute (93.6%) con un tasso di impianto del 27.3% (12/44). «L’analisi dello score medio degli embrioni sovrannumerari», conclude il report, «non mostra differenze tra gli embrioni con sviluppo a blastocisti in G5 rispetto a G6 e la differenza nel giorno di sviluppo a blastocisti non appare influenzare in modo significativo la percentuale di sopravvivenza ed impianto post scongelamento».

Il terzo report riguarda la probabilità di gravidanza nel ciclo a fresco per coppie che hanno crioconservato embrioni sovrannumerari. Nel periodo maggio-dicembre 2009 sono state effettuati 1026 cicli induzioni. In 161 (15.6%) coppie si è giunti a crioconservare almeno 1 embrione allo stadio di blastocisti. In 80 coppie (7.8%) sono stati crioconservati sia ovociti che embrioni. Sono stati crioconservati 387 embrioni e 1605 ovociti. Nelle pazienti con solo embrioni crioconservati abbiamo eseguito 158 transfer (3 transfer sospesi) e si sono ottenute 64 gravidanze cliniche (40.51%). Nelle pazienti con solo ovociti crioconservati abbiamo eseguito 127 transfer (2 non fertilizzazioni) e ottenuto 41 gravidanze (32.28%). Nelle coppie con ovociti ed embrioni crioconservati su 72 transfer ci sono state 25 gravidanze (34.72%).

«I nostri risultati preliminari mostrano un’elevata probabilità di gravidanza dopo trasferimento a fresco in G2-G3 degli embrioni “migliori”. La scelta della crioconservazione a blastocisti ci ha consentito di ridurre il numero degli embrioni non evolutivi che vengono crioconservati e ci spinge a considerare la possibilità di offrire in gruppi selezionati di pazienti la scelta di trasferire a blastocisti anche nei trasferimento a fresco. D’altro lato i dati mostrano un trend statisticamente non significativo per il campione esaminato ma clinicamente rilevante per una più elevata probabilità di gravidanza dopo trasferimento a fresco in G2-G3, nelle coppie con embrioni crioconservati in relazione ai successi ottenuti sia nelle coppie che congelano solo ovociti che sia ovociti che embrioni».

 

 


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