Cultura

Più facile trasferire armi in Europa, Monti dice sì

Il CdM dà attuazione a una direttiva europea ma, dice, introducendo «le opportune misure di garanzia atte ad evitare le triangolazioni»

di Sara De Carli

Il Consiglio dei Ministri di oggi ha approvato i decreti legislativi che dando attuazione a una direttiva europea di fatto intrducono alcune modifiche alla legge 185/90, volte a semplificare le modalità dei trasferimenti di armi all’interno della Comunità Europea.

Questa la premessa: «Il processo di integrazione europeo nel campo della difesa ha portato negli ultimi anni a un forte aumento dell’interscambio di materiali, sottosistemi e componenti militari, nonché dei programmi di collaborazione intergovernativa per lo sviluppo e la produzione di equipaggiamenti per la difesa. Per far fronte a queste esigenza, l’Unione europea nel 2009 ha emanato una direttiva (2009/43/UE) con l’obiettivo di semplificare gli scambi intracomunitari dei prodotti destinati alla difesa e realizzare un’armonizzazione delle legislazioni degli Stati membri, destinata a favorire la realizzazione del mercato unico in questo settore».

Ecco le novità recepite con questa direttiva, che introduce nuove figure di licenza per la vendita di armi o di parti di armi.

1) Autorizzazione generale di trasferimento, la cui funzione è di consentire ai fornitori di trasferire i materiali d’armamento indicati nella stessa autorizzazione a uno o più destinatari certificati stabiliti nel territorio di altro Stato membro;

2) Autorizzazione globale di trasferimento, concessa su richiesta del singolo fornitore, per una durata di tre anni salvo rinnovo, per il trasferimento di specifici materiali di armamento e categorie di componenti, per quantità e valore indeterminati, a uno o più destinatari certificati stabiliti nel territorio di altri Stati membri;

3) Autorizzazione individuale di trasferimento, residuale rispetto alle precedenti, autorizza il trasferimento di una specifica quantità di materiali d’armamento a uno specifico destinatario, in casi tassativamente indicati.

Il Consiglio dei Ministri, nel dare attuazione alla direttiva, ha introdotto anche – così recita per il momento il comunicato stampa – «le opportune misure di garanzia atte ad evitare abusi, ad esempio triangolazioni che, attraverso il “passaggio” per uno Stato membro, occultino la finale destinazione extracomunitaria della merce.


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