Non profit

Più di 67mila detenuti, ma la capienza è 43mila

La denuncia di Eugenio Sarno, segretario generale della Uil Pa Penitenziari

di Redazione

«La pausa ferragostana rischia di confinare ancor più nel dimenticatoio l’emergenza carceri, la cui drammatica attualità, invece, è facilmente rilevabile dai numeri che la caratterizzano. Alle ore 17 di ieri erano ristretti complessivamente 67.780 detenuti, a fronte di una capienza regolamentare di 43.584. Il superamento della soglia di capienza massima è un dato comune a tutti gli istituti d’Italia». Lo afferma Eugenio Sarno, segretario generale della Uil Pa Penitenziari.

«Purtroppo il precipitare della situazione penitenziaria è direttamente proporzionale all’oceano di impegni assunti e non mantenuti dal governo e dal ministro Alfano -prosegue Sarno- dall’inutile dichiarazione dello stato d’emergenza, all’indefinito piano carceri, alle soltanto annunciate assunzioni. Se l’impegno concreto del presidente Berlusconi e del ministro Alfano sul fronte penitenziario fosse stato almeno pari all’impegno verbale oggi avremmo un sistema penitenziario degno della Patria di Cesare Beccarla». «Invece così non è -continua Sarno- dobbiamo riferirci ad un sistema penitenziario che affoga nell’inciviltà ed è seppellito dalla propria illegalità. Un sistema che produce morte e sofferenza. Un sistema che trasforma la pena in supplizio ed il lavoro in tortura».

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