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Più controlli sulle armi, il Senato respinge

Vittoria della lobby che si oppone a qualunque limite alla libera vendita di fucili e pistole: no a un decreto che avrebbe introdotto verifiche sulle vendite online e alle fiere di settore. Obama infuriato. E i parenti delle vittime di stragi gridano in aula: "Vergogna"

di Gabriella Meroni

"Vergogna! Vergogna!": le urla di Patricia Maisch, sopravvissuta alla strage di Tucson del 2011 (quando un folle fece fuoco sulla folla che assisteva a un comizio, uccidendo 6 persone e ferendone 14) sono risuonate ieri al Senato americano subito dopo il voto che ha respinto la proposta di introdurre ulteriori controlli sulla vendita di armi negli Stati Uniti. Il progetto di legge, appoggiato dal presidente Obama e dal partito Democratico, è caduto sotto gli strali dei franchi tiratori che hanno fatto mancare i 6 voti necessari per arrivare alla soglia di 60 necessaria per l'approvazione.

Ieri la tribuna del Senato era affollata da molti sopravvissuti e parenti delle tante vittime delle stragi compiute da pazzi armati negli Stati Uniti, l'ultima delle quali a Newtown, in Massachussetts, ha lasciato sul terreno 26 persone, tra cui 20 bambini delle elementari. Anche molti genitori dei piccoli morti erano presenti in aula, e si sono fermati alla fine della seduta per incontrare i senatori che hanno firmato il progetto di legge respinto,  Richard Blumenthal, Chuck Schumer,  Joe Manchin e Pat Toomey. "Oggi la paura, la malafede e la peggiore politica hanno vinto sulla giustizia", ha dichiarato quest'ultimo alla stampa. "L'America per questo è ora un luogo meno sicuro".

Il presidente Obama, che aveva fortemente sostenuto il testo, ha attaccato la National Rifle Association, l'organizzazione dei produttori di armi che da sempre si oppone a qualsiasi inasprimento dei controlli sul possesso di pistole e fucili: "Invece di piegarsi a un compromesso, la lobby delle armi ha volontariamente ingannato i senatori e il pubblico sul contenuto del disegno di legge", ha detto Obama, "presentandolo come una sorta di Grande Fratello che avrebbe schedato i proprietari di armi, quando in realtà non è niente di tutto questo".

In effetti, il decreto – frutto di una lunga consultazione e anche dell'apporto di parlamentari favorevoli al libero porto d'armi – conteneva una serie di concessioni alla lobby, che aveva chiesto e ottenuto che i controlli più severi fossero limitati alle vendite di armi online e alle fiere del settore. Un compromesso che evidentemente non è bastato: solo 3 senatori repubblicani infatti l'hanno votato, mentre 3 democratici hanno fatto mancare il loro sostegno contravvenendo alle indicazioni di voto del gruppo. Uno dei tre, il senatore Max Baucus, alla domanda di un giornalista sul perché avesse votato contro, ha risposto semplicemente: "Sono del Montana".

Nella foto: Obama alla conferenza stampa di ieri con Gabrielle Gifford, la deputata durante il cui comizio avvenne la strage di Tucson del 2011, e Mark Barden, padre del piccolo Daniel ucciso a  Newtown

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