Sostenibilità

Più computer più carta. Smentite le previsioni

Con l'informatizzazione, invece di diminuire è aumentato il fabbisogno e il consumo di carta. La documentazione raccolta da Marco d'Eramo

di Daniela Romanello

E il computer divorò la carta. Ma non come veniva profetizzato qualche anno fa descrivendo un mondo senza più scartoffie, moduli da compilare, lettere da scrivere, libri da sfogliare. Al contrario, il computer e tutti i suoi annessi, in primis la stampante (quella che che si vuole: ad aghi, a getto d?inchiostro, laser?), hanno fatto aumentare a dismisura in tutto il mondo il consumo di carta. È quanto documenta Marco d?Eramo sul Manifesto di martedì 3 luglio, arricchendo il suo articolo di autorevoli dati. Eccone alcuni. Negli ultimi 15 anni, il Canada ha raddoppiato l?esportazione di prodotti cartacei; nell?ultimo anno le sue cartiere hanno lavorato al 94 % della capacità produttiva per esportare 31,5 milioni di tonnellate di carta bianca (un record) soprattutto verso gli Usa; solo nel 2000 l?export di carta da scrivere e da stampa verso gli State è aumentato del 14%. (fonte, relazione annuale 2000 della Forest product association of Canada). Nel 1992, nel mondo si producevano 71,5 milioni di tonnellate (Mt) di carta da scrivere e da stampare, nel 1999 si è passati a 94 Mt con un aumento del 31,5%. Nell?Unione europea i dati parlano, sempre per il 1992, di una produzione di 15 Mt, di un import di 11,2 Mt e di un export di 6,9 Mt per un consumo presunto toale di 19,3 Mt; nel 1999, in Europa i dati erano cambiati rispettivamente in 18,4 Mt prodotti, 17 Mt importati, 11,5 esportati, per un consumo presunto di 23,9 Mt, ossiua un più 23% in otto anni (fonte, Fao). E l?Italia? Non è di meno, anzi è di più: dal 1991 al 2000 si è passati da 7,8 a 11 Mt con un aumento del 41% (fonte, Assocarta). Cresce il consumo di carta da scrivere e da stampa, ma aumenta anche il consumo di carta per altri scopi tra cui l?imballaggio che in questi anni ha avuto un vero e proprio boom: basti pensare ai sacchetti di carta al posto di quelli di plastica o al moltiplicarsi di confezioni e di imballaggi innescato dall?e-commerce: e qui Marco d?Eramo invita a pensare ad Amazon, la più virtuale delle librerie che prima, ad esempio, produceva una scatola per imballare 144 libri e ora utilizza 144 scatole per spedire 144 libri.


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