Economia

Più atipici e più occupati

«In linea con l’Europa: dove crescono i contratti flessibili, cresce l’occupazione», dice Natale Forlani. Spazi anche per la cooperazione

di Francesco Agresti

È alla guida da tre anni di Italia Lavoro, l?agenzia del ministero del Welfare cui è affidato il compito di realizzare politiche attive del lavoro. Natale Forlani, 50 anni, bergamasco, ha trent?anni di sindacato alle spalle, dagli edili della sua città alla segreteria confederale Cisl.
Vita: Forlani, che riforma ci dobbiamo attendere?
Natale Forlani: Il provvedimento all?esame del Parlamento è in linea con quello che è l?obiettivo europeo in materia di occupazione: elevare il tasso di occupazione sulla popolazione attiva diminuendo il tasso di precarietà. I Paesi che hanno un elevato tasso di occupazione sono quelli che hanno una tolleranza alle quote di contratti atipici più elevata. Questi contratti non svolgono il ruolo di precarizzare la quota di occupazione ma quello di incrementare il numero di occupati. In Europa, esclusa la Grecia, l?Italia è il Paese in cui sono meno diffusi i contratti atipici e dove si registra il minor tasso di occupazione. La riforma eliminerà alcune rigidità che hanno bloccato finora la domanda .
Vita: Andranno ai privati molte funzioni prima svolte dal pubblico. La preoccupa?
Forlani: L?introduzione del privato nella gestione dei servizi di incontro tra domanda e offerta è un fenomeno piuttosto diffuso in tutti i Paesi europei dove le funzioni non sono svolte sostituendo il servizio pubblico ma aumentando il numero e la qualità dei servizi offerti ai cittadini e alle imprese. Inoltre, affidando a soggetti privati alcune funzioni, il pubblico si è potuto concentrare su quei servizi che hanno un costo di assistenza molto alto come ad esempio quelli a favore dei soggetti svantaggiati.
Vita: Italia Lavoro che farà?
Forlani: Continueremo a occuparci di politiche attive del lavoro cercando di migliorare la qualità dei servizi che favoriscono l?incontro tra domanda e offerta di lavoro. La Conferenza Stato-Regioni ci ha affidato il compito di organizzare gli standard della Borsa lavoro, sistema che permetterà di far incontrare in tempo reale la domanda e l?offerta di lavoro, e di fornire un supporto tecnico alle Regioni e alle Province per integrare i sistemi locali con quello nazionale. Entro due anni metteremo in funzione l?intero sistema.
Vita: E che ruolo potrà avere la cooperazione sociale nel nuovo mercato del lavoro?
Forlani: Sicuramente un ruolo di primo piano. In Italia ci sono nicchie di attività nel mercato del lavoro che richiedono modelli relazionali innovativi perché il servizio che si eroga non è una semplice prestazione di assistenza ma un rapporto con una persona che richiede maggiore attenzione e particolare sensibilità. In questi settori il modello cooperativistico è quello vincente, l?unico che può combinare la prestazione di lavoro con le giuste motivazioni e con l?obiettivo finale di dare una mano a chi sta peggio.

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