Cultura

Pisanu: “La Bossi-Fini non funziona”

Il ministro spiega: "E' ancora largamente scoperto il versante della regolazione dei flussi legali e dell'integrazione dei migranti"

di Redazione

”Abbiamo raccolto risultati importanti, che non ci dovrebbero indurre a liquidare sommariamente la legge Bossi-Fini. E’ stata applicata per un anno, ha manifestato punti di forza che vanno valorizzati e punti di debolezza che vanno rivisti”. Lo ha dichiarato il ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu, rispondendo nell’aula di Palazzo Madama ad alcune interrogazioni parlamentari.

”In quest’ottica -ha proseguito Pisanu- proprio su proposta del ministro Bossi il governo si accinge a fare un bilancio complessivo ad un anno dall’entrata in vigore della legge. Ma, nel sottolineare l’importanza dei risultati raggiunti, non posso personalmente dichiararmi soddisfatto, perche’ anche le politiche o soprattutto le iniziative di carattere europeo che abbiamo assunto e stanno positivamente andando avanti lasciano ancora largamente scoperto il versante della regolazione dei flussi legali e dell’integrazione dei migranti, che e’ l’aspetto piu’ delicato di questa gia’ delicata e complessa materia”. ”Dobbiamo fare di piu’ -ha sottolineato il ministro- come ha detto il presidente Ciampi, dobbiamo andare oltre le azioni e le politiche di contenimento e di contrasto, puntando sul dialogo con l’Africa, con questo continente martoriato nei confronti del quale l’Europa ha debiti storici da onorare, e che non puo’ non onorare. Nessuno, io per primo, ignora la paura dell’immigrazione che si sta facendo strada in tutti i Paesi europei. Questo spiega perche’ -ha detto Pisanu- sia oggi cosi’ difficile elaborare a livello europeo proposte organiche e tempestive per risolvere i problemi dell’immigrazione. Tuttavia nessuna soluzione nazionale puo’ dare risposte esaurienti ad un problema planetario; se e’ vero -ha concluso- che oggi un abitante della terra su 35 e’ un immigrato, vuol dire che la mobilita’ umana e’ diventata ormai uno dei dati piu’ forti e incisivi della globalizzazione”.

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