Sostenibilità

Piero Angela, amico del WWF e degli studenti. “Bambini, vengo a scuola con voi”.

Il giornalista scientifico più famoso d’Italia ha un rapporto speciale con i ragazzi. Riceve centinaia di lettere al giorno ed è il più “utilizzato” dagli insegnanti durante le lezioni.

di Elena Martelli

Da oltre 35 anni è lui il volto della scienza in tv. Il suo tipico tono rassicurante e quella voce pacata da professore che la sa lunga ci sono familiari quanto la sigla del suo programma, Quark (l?Aria sulla quarta corda di Bach), che istintivamente fa ?scattare? in ciascuno di noi, a livello subliminale, immagini di galassie lontane o di leoni che si rincorrono nella savana. Insomma, Piero Angela ?è? la divulgazione d?alto livello. Ma è anche un maestro di giornalismo e un?autorità per molte generazioni, come testimoniano le centinaia di lettere che ancora oggi riceve da studenti di tutta Italia. A un ?docente naturale? come lui non potevamo non chiedere un parere sul rapporto tra educazione ambientale e scuola.
Ecomondo: Lei è il re indiscusso della divulgazione scientifica. Quanto spazio ha avuto nel suo lavoro la tematica della protezione ambientale?
Piero Angela: In tutta la mia vita l?ambiente ha avuto una grande importanza, gli ho dedicato molto spazio sia nei miei programmi televisivi che nei miei libri. Specialmente negli anni 70, quando emersero con forza le tematiche ambientali, abbiamo creato alcune serie di documentari per la televisione dedicate interamente all?ambiente: Dove va il mondo, in cinque puntate, e Nel buio degli anni luce, diviso in due serie di cinque e tre puntate.
Ecomondo: Ha mai pensato al suo lavoro in collaborazione con la scuola, con gli insegnanti?
Angela: Il mio rapporto con la scuola è di due tipi, diretto e indiretto. Indiretto poiché so con certezza che molti insegnanti utilizzano i miei documentari durante le lezioni, soprattutto come ausilio alle spiegazioni più tradizionali. Invece il rapporto diretto che ho instaurato con le scuole è dovuto soprattutto alla creazione di due conferenze internazionali, sull?atmosfera e sugli oceani, che con il patrocinio della Fondazione San Paolo abbiamo potuto portare a Torino e attraverso le quali abbiamo realizzato due videocassette e un libro che è stato distribuito gratuitamente in 10mila scuole.
Ecomondo: Secondo lei nella scuola italiana il tema della tutela e del rispetto dell?ambiente è sufficientemente affrontato? Quanto è importante che questo tema entri nella scuola fin dai primi anni?
Angela: Non mi ritengo troppo informato su come siano affrontate le tematiche ambientali nelle scuole, quello che posso dire è che sicuramente il rispetto dell?ambiente viene insegnato ai bambini soprattutto se esiste una sensibilità verso questi temi da parte dell?insegnante. Le tematiche ambientali dovrebbero venire proposte ai bambini in maniera razionale, poiché solo la spinta iniziale può essere emotiva, poi bisogna raccontare le voci della scienza. Inoltre, è importante che i bambini si accostino alle questioni ambientali fin dai primi anni scolastici attraverso percorsi e programmi che permettano loro di imparare e confrontarsi .
Ecomondo: Riceve molte lettere e messaggi da ragazzi o da insegnanti? Che cosa le dicono?
Angela: Ricevo molte lettere dalle scuole, e devo dire che molto spesso sono di complimenti per il mio lavoro. È una cosa che mi fa molto piacere, ovviamente. I ragazzi, specialmente quelli delle elementari, mi mandano i loro disegni e i lavori che svolgono in classe e spesso mi rivolgono domande e curiosità che nascono durante le lezioni. Quello che mi unisce alle scuole è un rapporto di forte empatia.
Ecomondo: Qual è il suo rapporto con il WWF e in generale con le associazioni ambientaliste?
Angela: Collaboro da molti anni con il WWF, ho prestato la mia immagine per diverse campagne e negli anni passati ho lavorato spesso con il presidente, Fulco Pratesi, e soprattutto con Gianfranco Bologna che ne è stato il segretario generale. Cerco di essere partecipe alle iniziative delle varie associazioni ma reputo che, per una persona che fa il mio lavoro, sia molto importante anche conservare una certa indipendenza, per non rimanere troppo legato a una determinata associazione o campagna.
Ecomondo: Il mondo scientifico è molto diviso su temi cruciali quali il riscaldamento globale, l?effetto serra e i mutamenti climatici, problematiche che sono, invece, in cima alle preoccupazioni degli ambientalisti. Qual è la sua posizione?
Angela: Indubbiamente nel mondo scientifico esistono diverse correnti sulle problematiche ambientali, soprattutto, per il fatto che non esistono dati certi che possano avvalorare solo una tesi. Comunque, secondo me, esistono forti segnali, da non trascurare, che il problema esiste. Un vecchio proverbio dice: «Nel dubbio astieniti», e questo è un po? il mio motto riguardo all? ambiente, ma è anche chiaro che se continuiamo a inquinare e a non diversificare, la crisi sarà senza ritorno.
Ecomondo: Secondo lei c?è sufficiente consapevolezza di questi pericoli?
Angela: No. I nostri governi spesso non tengono conto del grave rischio ambientale al quale andiamo incontro, ci sono troppe implicazioni economiche e politiche, quindi continuiamo a sprecare l?energia e a inquinare. Per quanto riguarda le risorse energetiche, l?Italia dipende per l?80% dagli idrocarburi che, bruciando, producono anidride carbonica e gas serra. Tutto ciò sviluppa un grosso danno sia ambientale che economico poiché lo spreco delle risorse accresce anche i costi, quindi le bollette degli italiani saranno sempre più alte. L?unico sistema è risparmiare e diversificare nella produzione di energia. Dobbiamo cioè staccarci dalla dipendenza dal petrolio.
Ecomondo: In questi tempi si parla sempre più spesso di nuove fonti d?energia. Qual è la sua opinione a riguardo?
Angela: Dobbiamo certamente investire nelle nuove tecnologie ma essendo consapevoli che queste hanno bisogno di molto tempo e di cambiamenti radicali in tutto il sistema di produzione. L?utilizzo dell?idrogeno, per esempio, richiede una tecnologia molto complessa perché non si trova in natura, va costruito e per farlo ci vuole energia. Inoltre non si possono sostituire di colpo i vecchi sistemi. Meglio sarebbe investire sulle nostre fonti rinnovabili che, in tempi brevi, potrebbero essere l?unica vera soluzione.

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