Politica

Piera Aiello: “La mia vita messa in pericolo da Bonafede e Salvini”

Testimone di giustizia dal 1991 e deputata del M5S, Piera Aiello accusa Matteo Salvini e il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede che ne avrebbero “messo a repentaglio la vita, agevolando una grave fuga di notizie”. Nel decreto inter-ministeriale firmato a maggio verrebbero rese pubbliche informazioni riservate su di lei e i suoi famigliari

di Redazione

"Carissimi non ho mai usato Facebook per faccende personali ma oggi, vi voglio informare di un fatto assai grave". Inizia così il comunicato diffuso ieri sulla sua pagina FB da Piera Aiello, testimone di giustizia e deputata del M5S.

Aiello denuncia una fuga di notizie che avrebbe messo a repentaglio la sua vita e quella dei suoi famigliari.

Scrive Aiello: "Per tanti anni ho cercato di proteggere me ed il mio nucleo familiare, ma per leggerezza o per sicura incompetenza di due ministri, Salvini e Bonafede, di un sottosegretario Gaetti e di un direttore del Servizio Centrale di Protezione Generale Aceto, questo è stato vanificato. Mi trovo costretta a denunciare i sopra nominati, dopo aver informato il Presidente Morra, lo stesso Gaetti pretendendo un’audizione in Commissione Centrale ex art.10, dalla quale non ho avuto riscontro come sempre!"

Il Quirinale, prosegue la testimone di giustizia, "mi ha ricevuta tempestivamente e si sta prodigando per aiutare me e la mia famiglia. Ho chiesto l'accesso agli atti per sapere la procedura usata per un eventuale ricorso, tra l’altro avviato, unica risposta è stata che gli atti sono talmente tanti che prorogano al 30 settembre un’ipotetica consegna degli atti stessi, così facendo cercano di far scadere i termini, ma così non sarà".

In pratica, conclude Aiello, "è l’ennesimo abuso da parte di questi uffici, perché, diversamente da quanto viene detto da testimoni malpensanti, di abusi ne ho subito tanti in 28 anni da parte di questo regime di protezione che non protegge nessuno e mai nessuno mi ha aiutata, lotto per i diritti dei testimoni e collaboratori unitamente all’Associazione Nazionale Testimoni di Giustizia presieduta da Ignazio Cutrò dove è nata la legge che ci dà diritto ad avere la dignità lavorativa, da sempre negata, proprio da quelle istituzioni che ci dovevano aiutare, ultima legge depositata e calendarizzata n.1740, che presto sarà discussa, pensata per evitare violazioni a scapito di testimoni e collaboratori, nonché la legge sugli imprenditori usurati.

Alla luce dei fatti l’unica cosa che mi viene in mente è che sto pagando un prezzo troppo alto per avere creduto alla difesa dei cittadini Italiani che ancora sperano e vivono nella Verità e nella Giustizia".

Accuse pesanti e gravi, quella della deputata, che toccano l'operato di un ex ministro, Matteo Salvini, ma ancor di più quello del suo collega di partito Bonafede, riconfermato al dicastero della Giustizia.

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