Persone

Pier Mario Vello, il manager filosofo che divenne filantropo appassionato

Giuseppe Guzzetti firma un intenso ricordo di Pier Mario Vello, segretario generale di Fondazione Cariplo dal 2006 al 2014. Il primo ottobre un evento dedicato al teatro Parenti di Milano a dieci anni dalla sua scomparsa

di Giuseppe Guzzetti

Il 1° ottobre, giorno del suo compleanno, a dieci anni dalla sua scomparsa e in occasione della Giornata Europea delle Fondazioni, si terrà un momento di dialogo con Pier Mario Vello, attraverso i suoi scritti e poesie. Gli ospiti della serata Sergio Urbani (direttore generale di Fondazione Cariplo), Giuseppe Guzzetti (ex presidente Fondazione Cariplo), Gerry Salole (già ceo dello European Foundation Centre), Nadia Canton Vello e Arnoldo Mosca Mondadori (presidente Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti) si confronteranno con brani dai libri “La Società Generosa” e “Migranti” di Pier Mario Vello. Intermezzi musicali con Issei Watanabe, che suonerà un violoncello costruito dai detenuti nella liuteria del carcere di Opera (MI) con il legno delle barche dei migranti. Qui il link per iscriversi alla serata che si terrà appunto il primo ottobre al teatro Parenti di Milano alle ore 18.

La scomparsa di Piermario, dieci anni fa, fu una gravissima perdita per la nostra Fondazione. Innanzitutto sul piano delle relazioni. Lasciò un vuoto in tutti i noi, che eravamo sgomenti. Ricordo che era metà settimana, passò da me per salutarmi e mi disse che non si sentiva molto bene. Gli dissi di riguardarsi, e di stare a casa il giorno dopo. Invece il mattino seguente lo ritrovai in ufficio. La domenica successiva giunse la notizia della sua morte improvvisa. Siamo rimasti sconcertati, senza parole. Sgomenti e tristi. Increduli. Ho raccontato questo episodio perché è un chiaro esempio del suo attaccamento alla Fondazione, e alle persone che lavoravano con lui. Metteva un grande senso di responsabilità in tutto ciò che faceva.

Pier Mario era un uomo certamente capace dal punto di vista manageriale, ma era soprattutto sensibile ed appassionato. In quegli anni in cui lavorò con noi, dal 2006 al 2014, ci ha regalato la sua umanità oltre che la sua competenza; ha fatto crescere la nostra struttura, ha portato molte innovazioni. A lui il merito di avere costruito le efficaci relazioni internazionali che hanno portato la nostra fondazione a collaborare per numerosi progetti in diversi ambiti, al fianco delle organizzazioni filantropiche più importanti a livello mondiale.

Ricordo che tra le prime cose che propose ci fu un corso di tecniche manageriali per tutti. Per tutti, non solo per i ruoli apicali, ma anche per i giovani. Diceva che era la base per poter lavorare tutti con lo stesso metodo. Fece realizzare una indagine di ascolto degli enti beneficiari chiedendo loro quali erano gli ambiti in cui la fondazione poteva migliorare. Raccogliemmo importantissimi suggerimenti. Anche questo esempio dimostra la sua capacità di ascolto: fu geniale l’idea di farsi “criticare” da chi pur prendendo soldi dalla Fondazione poteva vedere aspetti che noi da dentro non riuscivamo a vedere. Possono sembrare cose semplici, facili, ma su queste cose costruimmo una nuova Fondazione, moderna, al passo coi tempi. Costruì un forte legame con il gruppo dei dirigenti, ma ciò che colpiva in lui è che si rapportava con la stessa semplicità e modalità con tutti, anche i più giovani e meno esperti della struttura. 

Non possiamo non ricordare che insieme a Pier Mario abbiamo affrontato tanti momenti difficili, come la crisi finanziaria del 2007-2008 con la crisi dei subprime, Lemahn Brothers e tanto altro. Fatti che avvenivano oltre oceano, ma sappiamo bene che ebbero gravi conseguenze anche in Italia, anche sui rendimenti del patrimonio della fondazione, necessari per poter distribuire risorse a chi ha bisogno.

Fu a seguito di quei fatti che la Fondazione prese nel 2010 una decisione coraggiosa: in modo anticiclico, mise a disposizione 213 milioni di euro per il 2011.  Ricordo a chi magari non lo sa che la media delle erogazioni della fondazione è di circa 150 milioni di euro l’anno. Andammo quindi ben oltre quel budget. Ci guardammo e ci convincemmo che era nei momenti di difficoltà che la Fondazione deve mostrare la sua presenza concreta.

Voglio ricordare perché nella fase di selezione di un nuovo segretario generale, nel 2005, ci convincemmo che lui era la persona giusta per noi.

Era un manager che veniva dal mondo del profit, ma ci colpì la sua formazione umanistica: un filosofo. Aveva lavorato per grandi gruppi, gestendo ad esempio la ristrutturazione aziendale della Unes Supermercati. Lo fece seguendo le necessità, ma mi colpì che riuscì a occuparsi di tutte le famiglie che vennero toccate da quei provvedimenti, che a volte sono dolorosi: Pier Mario cercò la soluzione migliore per tutti. E poi dove lui operava lasciava sempre un ottimo ricordo, professionale ed umano. Non ha caso le aziende per cui hanno lavorato hanno vinto diversi premi per essere state il luogo migliore in Italia in cui lavorare.

Chiudo con alcune riflessioni che vanno oltre l’aspetto professionale. Vello era un poeta, ma anche un fine scrittore, i suoi saggi, come ad esempio “La Società Generosa” sono diventati un punto di riferimento. In questo libro, dato alle stampe poco prima della sua scomparsa, non affronta solo i temi legati alla solidarietà, alla filantropia come si potrebbe dedurre dal titolo.

Pier Mario sosteneva che se uno Stato vuole promuovere una democrazia veramente attenta alle persone, sensibile verso l’altro, intesa a garantire a ognuno le giuste opportunità di vita, di libertà e di ricerca della felicità, dovrebbe saper sviluppare nei cittadini alcune capacita essenziali:

  • La capacita di ragionare su problemi politici, di riflettere, discutere giungere a conclusioni senza deleghe.
  • La capacita di riconoscere nei concittadini delle persone con pari diritti per quanto diversi siano per razza, religione, genere considerarli con rispetto, in quanto nell’ambito delle relazioni umane essi sono dei fini e degli non strumenti da manipolare per il proprio tornaconto.
  • La capacita di raffigurarsi la molteplicità dei problemi della vita umana.
  • La capacità di giudicare gli uomini politici criticamente e in base a precise informazioni e non in base a tornaconti personali
  • La capacita di pensare al bene della nazione come parte di un ordine mondiale complesso le cui problematiche richiedono una discussione transnazionale per la loro soluzione.

E non dimentichiamo che molto prima che altri si accorgessero di certi problemi, affrontò il tema delle migrazioni, con le sue poesie e le sue riflessioni.

Era un uomo che aveva lo sguardo alto, ma sapeva vedere le cose minute. Lasciatemi ricordare la sua passione per i fiori, e per le rose che coltivava nella sua casa in montagna. Una volta mi fece ridere perché mi raccontò che i caprioli erano arrivati fino al suo giardino e gliele avevano mangiate tutte. Ma anche quella volta si capiva che Pier Mario non era arrabbiato, in fondo in fondo era contento per i caprioli….

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