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Piemonte: verso l’integrazione socio sanitaria

Dal convegno "L’integrazione socio-sanitaria" di Torino un resoconto

di Chiara Vaccari

TORINO ? Quale integrazione per la dicotomia settore sanitario e socio-assistenziale? E? stato quanto discusso in occasione del convegno ?L?integrazione socio-sanitaria?, tenutosi a Torino, nella mattinata di lunedì 8 aprile 2002, al centro congressi ?Torino incontra?. L?evento è stato coordinato da Giorgio Rabino, Presidente di Federsanità A.N.C.I. Piemonte. Federsanità A.N.C.I. nacque a Sorrento nel 1995 per fornire risposta alle leggi di riforma del Servizio Sanitario Nazionale (Dlgs. 502/92 e Dlgs. 517/93), con cui si scisse l?intervento sanitario da quello socio assistenziale, affidando il primo alle aziende sanitarie e il secondo ai comuni. La diramazione piemontese vide la luce nel settembre 1997, attualmente ne fanno parte 15 A.S.L., 6 aziende sanitarie ospedaliere e i 894 comuni piemontesi associati all?A.N.C.I. ?L?Italia è il Paese più vecchio del mondo, il 25% della popolazione è rappresentata da ultrasessantenni!? ha ricordato Antonio D?ambrosio, assessore alla Sanità della Regione Piemonte. La rivisitazione del piano socio sanitario dovrà infatti tener conto di una società in trasformazione: incremento del novero degli anziani e delle famiglie monoparentali, nuove forme di emarginazione, necessità di integrazione dei portatori di handicap, onde consentire risposte integrate e pertanto adeguate. ?Nel 2001 ? ha proseguito D?Ambrosio ? il Piemonte si è dimostrato virtuoso, ha registrato un incremento della spesa farmaceutica del 26,7% contro il 32,6% di quello nazionale, nonostante ciò si rende necessaria la reintroduzione del ticket sui farmaci, per 1 Euro al pezzo, con un massimo di 4 Euro, senza discriminanti di reddito, ed inoltre il ticket per il ricorso improprio al Pronto Soccorso?. In Piemonte sono presenti 113 presidi sanitari di cui 62 ospedali pubblici e molti di questi ultimi sono datati, per una media di 85 anni, contro quella europea di 40 anni, e francese di 30, senza contare che negli U.S.A., ogni 15 anni vengono create nuove strutture. L?analisi dell?ospedalizzazione in Piemonte degli ultrasessantacinquenni, secondo la ricerca esposta da Sergio Morgagni, direttore dell?Agenzia per i Servizi Sanitari Regione Piemonte, presenta una media di 370 ricoveri per 1.000 abitanti, mentre il ricorso ai servizi di assistenza primaria è del 28,62, stessi parametri. Dal raffronto della situazione per A.S.L. di residenza, si deduce che ove è maggiormente sviluppato il ricorso al supporto socio assistenziale lo è meno quello ospedaliero e viceversa. ?Il disegno di legge Bossi sulla Devolution e di modifica del Titolo V della Costituzione, ha ricordato Giuseppe Fioroni, Presidente Nazionale di Federsanità ? afferma l?equaordinazione di regioni, provincie e comuni, ma lo stesso D.P.C.M. di settore 14.02.2001 è stato approvato dalla Conferenza Stato-Regioni anziché dalla Conferenza Unificata alla presenza dei Comuni? violando pertanto i principi della condivisione. ?Le difficoltà del Servizio Sanitario Nazionale sono insite nell?incapacità di far fronte comune ? ha ribadito Girolamo Sirchia, Ministro della Salute, soprattutto in relazione all?incidenza dell?Europa nel mondo della Sanità. Latitano ancora i centri di eccellenza e una razionale organizzazione del territorio. Inoltre, Francia, Germania e Inghilterra si sono dotati già da tempo di fondi ad hoc per la non autosufficienza, diversamente dal nostro Paese?. Il Ministro ha concluso il convegno dichiarandosi pronto a fungere da garante ?dell?etica di sistema?, e auspicando la non belligeranza tra gli attori.


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