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Piemonte: prospettive per i giovani
Il Consiglio Regionale giovanile piemontese incontra gli amministratori locali e le associazioni giovanili, per discutere le proposte di modifica della legge regionale n. 16 del 1995
TORINO ? Come valorizzare le organizzazioni giovanili? Lunedì 17 giugno, sono state discusse a Torino le proposte di modifica della legge regionale n. 16 del 1995 ?Coordinamento e sostegno delle attività a favore dei giovani?. La tavola rotonda è stata organizzata dal Consiglio dei Giovani della regione Piemonte, al suo tavolo si sono seduti gli amministratori locali e le associazioni giovanili, ed è stata ospitata dell?IRES, l?Istituto di Ricerche economico sociali del Piemonte.
?La legge 16 è nata in carenza di una legislazione nazionale ? ha ricordato Anna Di Aichelburg, dirigente del settore affari internazionali e comunitari della giunta regionale del Piemonte. ? Attiva una programmazione a tutto campo sulle problematiche giovanili, promuovendo interventi sia a regia regionale che di soggetti esterni, come gli enti locali e le associazioni. Negli ultimi anni la Regione ha manifestato grande interesse a questo ambito, impegnando sempre più risorse, si pensi alla sanità in tema lotta alla droga?.
La bontà della legge 16 è unanimemente condivisa dagli schieramenti politici. A seguito del bando 2001 sono stati presentati 131 progetti: 10 ad Alessandria, 9 ad Asti, 8 a Vercelli, 30 a Cuneo, 9 a Novara, 56 a Torino, 3 nel Verbano, e 6 a Ceva; 6 non stati ammessi, ma i rimanenti tutti finanziati. Le province più attente si sono dimostrate quelle di Torino e Cuneo.
?E? necessario ideare delle procedure per uno studio organico degli effetti delle iniziative finanziate, ed attivare l’Osservatorio sulla condizione giovanile? ha proseguito Di Aichelburg.
Sono così al vaglio tre proposte di legge di modifica, tra loro integrabili.
La proposta 293, come ha spiegato uno dei firmatari, il consigliere regionale Marisa Suino, si coordina e va discussa con le norme sul servizio civile e quelle sull?antidiscrimine.
? I punti fondamentali sono quattro ? ha chiarito il consigliere regionale Bruno, tra i firmatari della PDL 403. ? E? necessario: adeguarsi alla legge regionale n. 44 del 2000, che traduce le leggi Bassanini, ed attribuisce alla Provincia l?erogazione dei finanziamenti, oltre che la programmazione annuale, lasciando quella triennale alla Regione; definire il ruolo della consulta Regionale dei Giovani, che come piccolo Parlamento riproduca il dibattito dei giovani, ad esempio la questione dei buoni Scuola; valorizzare la rete degli Informagiovani, che in Piemonte sono 44; rendere operante l?Osservatorio, affidandolo a un?associazione, a un comune o ad una cooperativa, al di fuori delle istituzioni regionali.?
Francesco Toselli, vice presidente del consiglio regionale – consigliere delegato della Consulta Giovani, oltre che coordinatore dell?incontro, ha ricordato infine, come già nella PDL 278 dal lui firmata, la valenza del settore sportivo giovanile.
?E? necessario coordinare l?attività di tutti gli assessorati ? ha concluso Luca Poma, dell?Ufficio di Presidenza della Consulta Giovani ? evitando sovrapposizioni, allargando la partecipazione, e creando consulte ove mancano?.
In Piemonte ci sono 1200 Comuni, ma solo 20 sono le consulte giovanili, in Europa tale modello è assodato, mentre l?Italia è l?unico Paese dell?Unione a non aver ancora istituito una consulta Giovanile Nazionale!
La tavola rotonda è poi proseguita nel pomeriggio sul tema ?Libro Bianco della Commissione Europea. Un impulso per la gioventù europea?.
Toselli ha divulgato i risultati di un sondaggio effettuato tra 100.000 giovani europei, di età compresa tra i 18 e i 25 anni, da cui è emerso una carenza di informazione sulla legislazione e una disaffezione all?associazionismo.
E? intenzione della consulta regionale giovanile organizzare per il prossimo autunno un corso di formazione per i giovani che già operano come eletti o amministratori negli enti locali o comunque interessati ad avvicinarsi all?amministrazione pubblica. Tale iniziativa ha lo scopo di avvicinare i giovani alla politica in un?ottica di scambio, che metta a frutto eventuali esperienze degli stessi nei movimenti associativi.
?Non solo l?associazionismo giovanile è in crisi, ma occorre rilevare che i giovani non credono nell?Europa ? ha spiegato Umberto Morelli, docente di Storia delle relazioni internazionali dell?Università di Torino. ? L?Europa è spesso confusa con l?interesse economico, Nel primo dopoguerra la volontà era chiara: pace e democrazia. Germania e Francia misero in comune la produzione carbo-siderurgica affinché la guerra non fosse solo impensabile ma anche impossibile! L?Italia di De Gasperi fu poi fondamentale per le tematiche di solidarietà sociale?.
La Consulta Giovani piemontese ha fatto propri questi principi ed ha partecipato all?elaborazione del Libro Bianco. Tale documento trae origine dalla consultazione, avvenuta tra maggio 2000 e marzo 2001, delle organizzazioni di gioventù, della comunità scientifica, delle amministrazioni, e dei giovani di qualsiasi origine, in merito alla nuova cooperazione europea in materia di gioventù.
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