Sostenibilità

Piemonte pronto a chiedere stato calamità naturale

''La situazione è tragica, ha detto l'assessore Vaglio all'Adnkronos, se non piove, entro una decina di giorni potrebbero essere un centinaio i comuni completamente a secco

di Paolo Manzo

Il Piemonte è ‘a secco’: la prolungata assenza di precipitazioni sta creando notevoli disagi un po’ ovunque, le falde acquifere hanno raggiunto livelli bassissimi, e nei comuni che ricavano acqua non dai pozzi ma dalle sorgenti è già emergenza.

Le situazioni più critiche si registrano nel biellese, nel cuneese e in Val di Susa dove in alcuni casi sono già arrivate le autobotti, anche dalla Liguria, per rifornire di acqua le popolazioni.

Oggi, quindi, il problema siccità sarà affrontato dalla giunta regionale che durante una pre-riunione alla quale parteciperanno il presidente della Regione, Enzo Ghigo, e gli assessori alla protezione civile e alla montagna, Caterina Ferrero e Roberto Vaglio, avvierà un percorso che potrebbe portare nei prossimi giorni il Piemonte a chiedere lo stato di calamità naturale.

Ad annunciarlo è stato l’assessore Vaglio. ”La situazione è tragica, ha detto l’assessore Vaglio all’Adnkronos, se nelle prossime ore non ci sarà un mutamento delle condizioni metereologiche con pioggia e neve, entro una decina di giorni potrebbero essere un centinaio in tutta la Regione i comuni completamente a secco.

Per questo domani a Roma, insieme all’assessore Ferrero, nella sede della Protezione Civile farò presente la delicata situazione chiedendo l’invio di autobotti e se le condizioni non miglioreranno lo stato di calamità naturale”.

Oggi, intanto, la Giunta potrebbe stanziare risorse a favore dei comuni più piccoli al fine di consentire collegamenti per la captazione di acqua dai comuni limitrofi. ”Si è lasciato passare troppo tempo dall’approvazione, nel ’94, della legge Galli che disciplinava l’uso plurimo delle acque alla, sua attuazione, ha concluso Vaglio, ora, quindi, bisogna correre ai ripari: si deve, cioè procedere alla creazione di bacini di accumulo da utilizzare non solo per la neve programmata ma anche per l’alimentazione delle fabbriche, per uso agricolo e, eventualmente, in caso di incendi. Questo sarà uno dei ragionamenti che affronteremo questo pomeriggio”

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