Sostenibilità

Piemonte chiama Sahel. Gli enti locali in campo

Cento milioni all’anno, progetti di sviluppo ma anche rapporti economici e culturali. Ecco come si muove la cooperazione decentrata

di Redazione

Piemonte alleato con il Senegal contro la desertificazione nel Sahel. La Puglia collabora con l?Albania per ricavare energia da fonti rinnovabili. La Toscana ha firmato un accordo con lo Stato del Minas Gerais, in Brasile, per promuovere l?ecoturismo. Sono alcuni esempi di cooperazione decentrata, un fenomeno in crescita che vede Comuni, Province e Regioni sempre più protagonisti della solidarietà internazionale. In Italia solo le Regioni riescono a smuovere ogni anno circa 100 milioni di euro, che vanno a finanziare progetti di sviluppo nel Sud del mondo, nell?area del Mediterraneo e dell?Est Europa su diversi fronti: dalla tutela dell?ambiente al microcredito, dalla telemedicina al rafforzamento delle istituzioni democratiche. Ma la cooperazione decentrata è soprattutto una fitta rete di rapporti, gemellaggi, progetti di sviluppo che coinvolge enti locali e organizzazioni non governative, ma anche ospedali, centri di ricerca, università e imprese.

«Non si tratta solo di mandare aiuti ai Paesi poveri», spiega Gildo Baraldi, direttore dell?Oics, l?Osservatorio interregionale per la cooperazione allo sviluppo. «La cooperazione decentrata parte dal territorio, costruisce partenariati con enti locali e organizzazioni in altri Paesi del mondo e risponde al principio di reciprocità. Si tratta di cooperazione umanitaria ma anche economica: va dal finanziamento ai progetti di sviluppo al sostegno ai processi di internazionalizzazione delle aziende».

Dallo scorso maggio alla guida dell?Oics c?è la Puglia. «La presidenza dell?osservatorio affidata a Nichi Vendola ha lo scopo di stimolare e coordinare le azioni di cooperazione decentrata delle regioni», spiega Silvia Godelli, assessore al Mediterraneo della Regione Puglia, nel direttivo dell?Oics. «Negli ultimi anni quasi tutte le Regioni si sono dotate di una legge per la cooperazione internazionale e lo scorso 14 dicembre la Conferenza delle Regioni italiane ha chiesto al ministro degli Affari esteri di istituire un tavolo di concertazione sulla cooperazione decentrata».

Cifre e obiettivi

Secondo i dati forniti dagli uffici competenti, chi stanzia di più per la cooperazione decentrata è la Lombardia, con 7 milioni di euro nel 2005. Segue la Toscana con 5 milioni e mezzo di euro, l?Emilia con 4 milioni e 100mila, il Piemonte con 3 milioni e mezzo, il Veneto con 2 milioni e 900mila euro e il Lazio con 2 milioni e 100mila euro. Attorno al milione di euro si attestano Sicilia, Abruzzo, Friuli, Marche e Puglia. Dai 300mila euro in giù Campania, Liguria, Valle d?Aosta fino alla Basilicata con 50mila euro l?anno. Ma se per regione si intende il territorio, il contributo del Trentino è in assoluto il più generoso. La sola Provincia autonoma di Trento per il 2006 ha approvato un budget superiore a quello della Regione Lombardia, di 10,2 milioni.

«Oltre a stanziare fondi propri, le regioni veicolano i finanziamenti dell?Unione europea per programmi di sviluppo regionali», spiega Silvia Godelli. «In quest?ottica la Puglia collabora strettamente con l?Albania e i Balcani». Il 13 dicembre il presidente Nichi Vendola ha incontrato il primo ministro albanese e ha offerto la collaborazione della Puglia per sviluppare progetti energetici. «Un gruppo di imprenditori pugliesi studierà sul terreno la possibilità di produrre energia a basso costo da fonti rinnovabili, che poi l?Albania potrà rivendere anche ad altri Paesi». Un esempio di cooperazione ambientale nell?ottica dello sviluppo regionale, vitale per un territorio come quello pugliese che si protende a sud e a est nel Mediterraneo.


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