Politica

Piccolo non è più bello. E’ ora di diventare grandi

"Ma la partita si gioca sul piano dell’impresa. Nessuno ceda alle sirene della politica". Intervista a Johnny Dotti.

di Stefano Arduini

Johnny Dotti, presidente di Cgm, il primo marzo era in piazza a Locri. A Vincenzo Linarello, che recentemente ha voluto nel board nazionale del suo consorzio, di cui ha letto e apprezzato «il fortissimo discorso con cui ha chiuso la manifestazione», vuole mandare un messaggio. Perché dalla trasferta calabrese è rientrato con tante belle sensazioni, ma anche con l?impressione che da oggi in poi occorra aggiustare il tiro.
Vita: Partiamo dalle belle sorprese?
Johnny Dotti: Vedere sfilare fianco a fianco tanti amministratori di piccoli paesi, presidenti di consigli comunali, attivisti delle botteghe solidali, pezzi di cooperazione sociale che hanno fatto migliaia di chilometri per arrivare fino a Locri, è stato sorprendente.
Vita: Locri paese non sembra aver condiviso fino in fondo questa sfida. Come si spiega questa freddezza?
Dotti: Goel continuerà la sua strada solo se in Calabria cresceranno esperienze sociali ed economiche più robuste. A Locri è apparso evidente che il bello, il giusto e il buono esistono ancora, però questo patrimonio ha bisogno di venir declinato quotidianamente. Qui è più dura. Sfilare con le porte delle case e dei negozi tutti chiusi ha fatto una certa impressione.
Vita: Cosa si sente di chiedere di più ai ragazzi del Goel?
Dotti: Dare ancor più valore al territorio. Dal punto di vista impenditoriale occorre dare un forte impulso ai numeri patrimoniali ed economici non solo di Goel, ma anche del consorzio di Crotone, di Catanzaro, di quello che sta nascendo a Reggio Calabria, di quello di Cosenza. E in questo percorso l?imprenditoria sana profit deve venir coinvolta. Così come devono avere un ruolo anche le istituzioni pubbliche e l?associazionismo locale. Il nazionale da questo punto di vista non ha molte frecce al suo arco. Certi anticorpi vanno coltivati sul territorio. Altrimenti siamo condannati a rimanere fragili e quindi in balìa dei venti.
Vita: Goel ha lanciato un manifesto per il voto pulito. Cosa gliene pare?
Dotti: L?interfaccia privilegiato non è la politica, ma l?economia. Questo lo voglio ribadire. Immaginare che il contesto politico possa sciogliere nodi di natura sociologica e antropologica mi sembra una chimera.
Vita: Quindi meglio tenersi lontano dalla politica?
Dotti: Questo no, ma la partita strategicamente va giocata su un altro campo.


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