Sostenibilità
Piccoli uccelli grande mercato (nero)
Dai piccoli verzellini ai colorati ciuffolotti e poi ancora cardellini, verdoni, fanelli, usignoli, fringuelli, crocieri, ballerine, upupe (di Massimilano Rocco).
di Redazione
Nove mesi e 10 giorni di reclusione, con pena non sospesa: è il verdetto pronunciato l?11 ottobre scorso dal Tribunale di Napoli che ha condannato il più noto trafficante di fauna selvatica sulla piazza partenopea, Vincenzo Pascale, 62 anni, pregiudicato, per i reati di detenzione e vendita di fauna protetta e resistenza a pubblico ufficiale. Lo scorso 12 ottobre, 157 cardellini sono stati sequestrati al ?numero due? del bracconaggio partenopeo, Giovanni Alleluia. Erano pronti per essere immessi sul mercato nero. Sono solo gli ultimi di una lunghissima serie di sequestri che hanno scoperchiato un mercato clandestino di uccelli proveniente soprattutto dall?Est europeo.Negli ultimi anni si è osservata con sempre maggiore frequenza la commercializzazione, vendita o lo scambio in fiere e mostre mercato – o l?offerta sul web, presso negozi e centri adibiti alla vendita di animali – di decine di migliaia di passeriformi. Un commercio di uccelli che va ad alimentare il fiorente mercato del collezionismo o, peggio, dei richiami vivi utilizzati – illegalmente – nella caccia da appostamento. Dai piccoli verzellini ai colorati ciuffolotti e poi ancora cardellini, verdoni, fanelli, usignoli, fringuelli, crocieri, ballerine, upupe, e così via in una lista di specie che risponde più alla voglia di offrire in vendita l?intera check list della nostra avifauna che alla reale capacità e potenzialità di allevamento oggi riscontrabile. Ed è questo proprio il nodo dolente della questione. Stiamo difatti parlando di un commercio dai valori milionari, che interessa migliaia di persone e decine di migliaia di esemplari l?anno e che è giustificato o che viene pubblicizzato come un mercato di animali nati ed allevati in cattività. Eppure le indagini promosse dal Corpo forestale dello Stato, anche in collaborazione con associazioni ambientaliste come il WWF e la Lipu, hanno evidenziato come sotto la vendita di animali dichiarati, a volte molto frettolosamente «nati ed allevati in cattività», si nasconda un mercato illegale di animali catturati, al di fuori di ogni normativa, in natura nel nostro Paese o all?estero.Nel corso di alcune di queste verifiche si sono potuti osservare animali con sistemi di marcaggio abilmente contraffatti, con certificati a dir poco fumosi, con problemi traumatici causati proprio dalla necessità e volontà di apporre marcaggi che possano consentire di eludere le norme, in tempi sbagliati o con metodi inopportuni. Con false dichiarazioni e sempre più spesso sistemi di marcaggio falsi o abilmente artefatti, facilmente riproducibili e ripetibili, grazie alla mancanza di una registrazione puntuale e di sistemi univocamente codificati, il ?lavaggio? di animali di non chiara origine è sempre più spesso usato anche per contravvenire a norme di carattere internazionale. Anche la stessa chiusura dei mercati europei per ragioni sanitarie, come per il caso dell?influenza aviaria, non ha prodotto l?effetto voluto: come sempre «fatta la legge, trovato l?inganno». Il commercio illegale è sempre più favorito dalla mancanza di norme certe e puntuali di carattere nazionale, che pure vengono richieste da anni, e sempre più spesso, da quella stessa parte onesta del mondo degli allevatori – e parliamo dei più – e dalla moltitudine di norme, regolamenti, decisioni di carattere regionale e provinciale che, creando confusione, finiscono per favorire queste forme di contrabbando di uccelli canori.Eppure sarebbe semplice, forse anche troppo, emanare un decreto che possa fare chiarezza in materia, dettare puntuali parametri e condizioni che sancisca e definisca cosa sia il marcaggio, come debba essere attuato, con quali sistemi e tempi. Una norma che consenta di contrastare il fenomeno delle false dichiarazioni, che consenta di dare un senso di certezza e di coerenza all?allevamento in cattività ed allo stesso tempo aiuti le autorità di polizia a stroncare un commercio illegale, che miete sul suo percorso dalle foreste dell?Est Europa o dai pascoli della Puglia e della Calabria verso i negozi di animali migliaia di vittime innocenti, impoverendo ogni giorno di più i nostri ambienti dei loro allegri e soavi canti.
Massimilano Rocco
responsabile Ufficio Specie e traffic WWF Italia
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