Famiglia
Piccoli schiavi
In tutto il mondo sono circa 2,7 milioni le vittime della tratta di esseri umani, e l’80% è costituito da donne e bambini. Questo il dato impressionante contenuto nel rapporto di Save the children
In tutto il mondo sono circa 2,7 milioni le vittime della tratta di esseri umani, e l’80% è costituito da donne e bambini. Un affare che, secondo le Nazioni Unite, smuove 32 miliardi di dollari l’anno. Per l’Italia sono 54.559 le persone che hanno subito questo trattamento e che hanno ricevuto assistenza e aiuto fra il 2000 e il 2007. Di questi 938 erano minori. Attenzione, però, si tratta soltanto di coloro che hanno aderito a programmi di protezione. La maggior parte non l’ha fatto o non è mai stata avvicinata da un operatore.
Tutti questi dati sono contenuti nel dossier Piccoli schiavi diffuso da Save the Children alla vigilia della Giornata internazionale in ricordo della schiavitù e della sua abolizione, che si svolge il 23 Agosto.«Un anniversario che è un monito a non abbassare la guardia» commenta Carlotta Bellini, coordinatrice dell’area protezione di Save the Children Italia «lo sfruttamento fino alla schiavitù esiste ancora e coinvolge molti minori».
L’età media è di 11-12 anni. La provenienza è varia, soprattutto da Est Europa e Africa. Spesso ad un’area corrisponde una diversa forma di sfruttamento. Quali? Prostituzione, accattonaggio, attività illegali e altro ancora. Forse anche traffico di organi, ma questo fenomeno è sviluppato soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Ancora, per quanto riguarda l’Italia, le indagini sono in corso e non c’è niente di confermato.
Sfruttamento sessuale
Coinvolge soprattutto bambine nigeriane e dell’Est Europa, costrette ad assumersi un impegno verso la comunità di provenienza. Per uscire dal giro devono pagare 30-50mila euro. Spesso arrivano con la promessa di studiare o con le minacce. Secondo Save the Children finiscono in strada anche le bambine rom.
Accattonaggio
La pratica è tipica dei minori rumeni rom o dell’ex Jugoslavia. Vengono reclutati pagando i genitori o i responsabili degli orfanotrofi. Per fare compassione sono costretti a stare in posizioni scomode per ore.
Attività Illegali
Poco conosciuta, coinvolge piccoli soprattutto rumeni e nordafricani che spesso non superano i 14 anni e sono obbligati a rubare. Altri sono impiegati nello spaccio di droga.
Lavoro forzato
Nonostante le poche informazioni si sa che vengono mandati ad allevare il bestiame e a raccogliere i prodotti agricoli. Lavorano ore per paghe molto basse, vivono isolati per non poter chiedere aiuto, né scappare.
«Dobbiamo fare di più per proteggere queste vittime e aiutarle a tornare a una vita normale» commenta Carlotta Bellini «in Italia la legge è buona e i programmi di sostegno ci sono, ma devono essere calibrati sulle specifiche esigenze. Soprattutto dobbiamo aumentare e potenziare le équipe di strada e gli operatori alla pari, unica via per arrivare in contatto con questi bambini»
Per questo Save the Children ha messo a punto un Protocollo di identificazione e supporto per minori vittime di tratta e sfruttamento e dall’Agosto 2008 ha avviato il progetto Agire, che si occupa di procedure per l’identificazione, l’assistenza e la protezione di questi piccoli e del coordinamento di tutti gli operatori del settore. Inoltre ha attivato una collaborazione con l’organizzazione Bambini del Mondo e dell’Albania per rafforzare la protezione dei minori di strada a Tirana.
Immediata la risposta di Elisabetta Alberti Casellati, sottosegretario alla giustizia, che ha definito «impressionanti» i dati e ha affermato che «il governo Berlusconi ha fatto benissimo a inserire il contrasto a questi aberranti fenomeni tra le sue priorità. Perciò, alla ripresa autunnale, rilanceremo la proposta di istituire il Tribunale della famiglia. Prevedere magistrati che si occupino esclusivamente di questi argomenti sarà un’ottima garanzia per l’acquisizione di una competenza specifica».
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.