Famiglia

Picco: ai saggi Onu non piace Italia troppo filo-Usa

Così l'ex sottosegretario Onu dopo la presentazione della prima bozza di riforma del Consiglio di sicurezza, in cui l'Italia non ha avuto neanche un seggio tra i paesi "semi-permanenti"

di Paolo Manzo

”Si puo’ ipotizzare che i sedici saggi abbiano voluto garantire una pluralita’ di posizioni in seno al Consiglio riformato e da questo punto di vista l’immagine che l’Italia puo’ aver dato di se’ in politica estera e’ quella di una media potenza troppo appiattita sulle posizioni americane”. E’ quanto afferma a ”L’Unita”’ l’ex sottosegretario dell’Onu Giandomenico Picco, a seguito della presentazione della prima bozza di riforma del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite in cui l’Italia non ha avuto un seggio tra quello dei paesi semi-permanenti. ”L’Italia -aggiunge Picco- farebbe bene a non sottovalutarne la portata, perche’ nella storia delle riforme delle Nazioni unite, la prima bozza e’ sempre importantissima”. ”Il suggerimento di un Consiglio a tre livelli -prosegue Picco- non e’ nuovissima come idea. La novita’ di questa proposta e’ la presa d’atto di un cambiamento epocale della geopolitica e che questo cambiamento ha permesso alcune cose che solo in teoria erano possibili negli anni Novanta”. Quanto alla ‘premiazione’ della Germania l’ex sottosegretario Onu sottolinea che ”Oggi la Germania e’ vista in modo diverso, espressione di un Europa piu’ autonoma nei confronti degli Stati Uniti”. ”I 16 saggi -conclude Picco- sembrano voler premiare la Germania anche per non dare l’idea che nel nuovo Consiglio di sicurezza si intenda riconoscere un ruolo di primo piano solo a quei paesi che sono abbastanza vicini agli Usa”.


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