Legalità

Piattaforma unitaria delle destinazioni: un passo avanti nella gestione dei beni confiscati

Le associazioni di volontariato, le cooperative sociali, in generale le organizzazioni del Terzo settore possono accedere tramite un portale promosso dall’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati alle mafie, alle informazioni utili per richiedere l’assegnazione di un immobile. Non si tratta solo di un nuovo database, ma di un vero e proprio strumento di governance, che porta al “centro” attività che finora venivano svolte sui territori

di Luigi Lochi

Nei giorni scorsi è diventato operativo uno strumento telematico che può segnare un importante passo avanti nella direzione di una efficace gestione dei beni sottratti alla criminalità organizzata.

Finalmente le associazioni di volontariato, le cooperative sociali, in generale le organizzazioni del cosiddetto Terzo settore possono accedere tramite il portale https://benidestinati.anbsc.it/, promosso dall’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati alle mafie, alle informazioni utili per richiedere l’assegnazione di un immobile (abitazione, terreno, etc) da utilizzare per lo svolgimento delle proprie attività di carattere sociale o imprenditoriale. La richiesta dovrà essere effettuata telematicamente, mediante previo accreditamento e presentazione di un progetto sostenibile dal punto di vista economico e finanziario. 

Fino ad oggi l’assegnazione del bene confiscato a soggetti del Terzo settore per finalità sociali era una decisione che spettava al Comune nel cui territorio il bene ricadeva, dopo averne ricevuto la titolarità da parte dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata – Anbsc ed escluso un suo utilizzo per finalità istituzionali (uffici comunali, scuole, etc). In base al Codice Antimafia, i Comuni hanno l’obbligo di pubblicare l’elenco dei beni confiscati rientranti nel proprio patrimonio indisponibile. Non sempre quest’obbligo è rispettato e quando lo è, per le modalità estremamente generiche con cui viene ottemperato, non aiuta a cogliere le caratteristiche del bene, e quindi le sue concrete possibilità di riuso per attività socio economiche. Le uniche informazioni disponibili si riducono alla particella catastale e a qualche altra indicazione circa la natura del bene.

La nuova Piattaforma Unitaria delle Destinazioni (PUD) introduce un nuovo modello dei processi di destinazione e di assegnazione degli immobili confiscati. Non si tratta solo di un nuovo database, ma di un vero e proprio strumento di governance, che porta al “centro” attività che finora venivano svolte sui territori.

Il sistema introdotto, senz’altro, consentirà maggiori livelli di efficienza. I Comuni destinatari dei beni, cominciano a soffrire un crescente sovraccarico di impegni come conseguenza dell’incremento di beni che entrano a far parte del proprio patrimonio, a cui si accompagna la difficoltà di disporre delle risorse e delle competenze necessarie per la loro valorizzazione. 

Qualche dubbio sulla efficacia. Il dubbio deriva dalla circostanza che la gestione centralizzata del processo di assegnazione del bene potrebbe rendere più difficile la formulazione della richiesta da parte dell’Ets, per via della mancanza di un interlocutore prossimo. Questo rischio, però, potrebbe essere ridotto grazie alla prevista funzione di geolocalizzazione del bene, alla quale possono ricorrere solo i soggetti accreditati, che se ben organizzata può fornire ai richiedenti tutte le informazioni utili per formulare la loro richiesta.

Dalla operatività della PUD, derivano alcune conseguenze:

– il ruolo delle conferenze di servizi di fatto viene superato;

– gli enti locali acquisiscono nel loro patrimonio, in via di prelazione, solo i beni destinati ad attività istituzionali. Mentre i beni che vengono assegnati dall’Anbsc direttamente agli Ets, restano nel patrimonio dello Stato;

– gli enti locali, che fino ad ora sono stati i promotori quasi esclusivi dei processi di assegnazione, non ricopriranno alcun ruolo nella nuova procedura;

– gli Ets che avendone fatta richiesta, sono assegnatari dei beni avranno come unico interlocutore l’Anbsc.

La Piattaforma Unica delle Destinazioni rappresenta certamente un passo avanti nella direzione di una maggiore efficienza ed efficacia degli interventi di valorizzazione dei beni confiscati. Il passo successivo sarebbe quello di dotare l’Anbsc anche della funzione di erogazione di tutte o di parte delle risorse finanziarie necessarie per il ripristino strutturale del bene e per la sua gestione. Qui si apre una evidente aporia: l’assegnazione del bene è condizionata alla immediata cantierabilità del progetto approvato. La copertura finanziaria da cui di fatto dipende la cantierabilità esige da parte del soggetto assegnatario del bene la disponibilità delle risorse economiche necessarie a realizzare sia gli interventi di ripristino strutturale sia le attività di gestione. Dove attingere queste risorse? Ma questa è tutta un’altra storia. L’aporia potrà essere superata solo quando la politica riuscirà finalmente a fare i conti con la realtà.

Luigi Lochi, esperto sulle normative dei beni confiscati

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