Politica

Piano Scuola Digitale: un miliardo per una scuola interattiva

Presentato questa mattina il #PianoScuolaDigitale. 140 milioni di euro per la formazione degli insegnanti, 600 milioni per portare la fibra in ogni classe

di Sara De Carli

Non solo infrastrutture ma anche contenuti. Il ministro Stefania Giannini ha lanciato questa mattina il Piano Scuola Digitale: un piano da un miliardo di euro per «riposizionare il nostro modello educativo in una società che ha la digitalizzazione come fenomeno pervasivo, in senso orizzontale e in senso verticale». Con una progettazione che parte dal mobile.

Gli aspetti essenziali

Il punto di partenza è una scuola su due in cui la connessione non raggiunge le classi. È la prima volta che un Governo inserisce in una legge dello stato una politica così specifica e che mette la digitalizzazione e l’innovazione all’interno di una strategia nazionale. Politica imprenditoria e istruzione lavoreranno insieme (oggi verranno firmati due protocolli, uno con MISE, che si impegna a dare il collegamento con la fibra a tutte le scuole italiane, in via prioritaria e uno Confindustria Digitale).

Quattro i capitoli tracciati dal ministro: dare strumenti alla scuola, che costituiranno l’hardware; dare formazione a studenti e insegnanti; dare competenze a dirigenti e personale amministrativo, «perché non possiamo immaginare classi che corrono in Formula 1 e segreterie che vanno in carrozza e cavalli»; monitoraggio.

Una scuola connessa, in tutto il Paese: per questo obiettivo ci saranno 600 milioni di euro in 5 anni (2015-2020) affinché la connettività non sia più un surplus accessorio, questo è il primo obiettivo. Per modificare gli ambienti interni alle scuole – «lo dico con particolare coinvolgimento, da insegnante, lo spazio cambia la visione» – ci saranno 300/350 milioni. Per la formazione degli insegnanti, ineludibile in generale e in particolare in questo campo sono stanziati 140 milioni sempre nei cinque anni: ci saranno circa 2mila insegnanti che diventeranno “responsabili digitali” in ogni scuola, per loro si sta pensando una formazione anche internazionale, con relazioni in essere con dipartimenti universitari di altri Paesi. L’ultimo capitolo, il più importante, che «nel corso di una generazione cambierà la visione del Paese» sono le competenze e i metodi con cui si insegna nelle scuole. «Abbiamo centinaia di buone pratiche, dobbiamo metterle a sistema». Nel Piano Scuola Digitale «la figura dello studente cambierà radicalmente», ha detto il Ministro. «Uno studente che studia molto, rielabora molto ma che non partecipa e non è interattivo sarà svantaggiato in questa didattica, che prevede al contrario un costante processo di interazione tra studenti e insegnanti». Per questo ci saranno 200 milioni di euro nel prossimo quinquennio.

Stanti le ingenti risorse stanziate – per le 35 azioni previste dal documento, che è immediatamente operativo vengono stanziati complessivamente 600 milioni sulle infrastrutture e 400 sulle nuove competenze, la formazione del personale, il monitoraggio e le misure di accompagnamento – nascerà al Miur un Osservatorio tecnologico.

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