Formazione

Piano per l’inclusione sociale: “Un passo avanti, ma non basta”

Lo dice la federazione italiana organismi persone senza dimora, analizzando i contenuti del documento varato oggi in Consiglio dei ministri

di Benedetta Verrini

L’approvazione del Piano Nazionale di Inclusione Sociale rispetta la scadenza (31 luglio 2003) in cui ogni Stato membro dell?Unione europea deve inviare a Bruxelles il proprio Piano di Azione Nazionale per l?inclusione sociale (PAN/Incl) 2003-2005. Sui contenuti del documento si è espressa la Federazione italiana organismi persone senza dimora (FIO.psd.), che dopo essere stata consultata nella definizione del piano italiano attivato dal Ministero del Welfare, registra qualche piccolo passo in avanti nella considerazione del fenomeno della grave marginalità adulta e delle persone homeless. In un comunicato diffuso oggi, la federazione che raggruppa le organizzazioni italiane che aiutano gli homeless effettua le sue considerazioni. Nella parte del piano relativa alle azioni svolte e da implementare c’è un paragrafo specificamente dedicato alle persone senza dimora, in cui si registrano affermazioni di principio importanti come: ?l?obiettivo della coesione sociale e le strategie di inclusione sociale mirate a conseguirlo hanno nelle fasce di popolazione più vulnerabili il loro terreno di applicazione cruciale, per quanto esso sia anche quello maggiormente delicato e complesso? o ancora si riconosce il ruolo della rete nazionale della FIo.psd come fattore efficace di contrasto alla grave marginalità e interlocutore privilegiato delle pubbliche amministrazioni nelle politiche in materia. “Per la Fio.psd si tratta di novità apprezzabili rispetto al precedente PAN, che si limitava ad una fotografia essenziale e decisamente incompleta del fenomeno, priva di ogni riferimento operativo e di indicazioni politiche” si legge nella nota, “Ma non può però dirsi soddisfatta del Piano nel suo complesso. Secondo la Federazione, esso ancora una volta si rivela più una collazione di materiali eterogenei che il frutto di una visione politica strategicamente fondata contro l?esclusione sociale in Italia, in cui la grave marginalità e la multidimensionalità del disagio non sono di fatto prese in adeguata considerazione. Il pur apprezzabile sforzo del Ministero, secondo la Fio.psd, risente della tardiva ed incerta modalità di consultazione delle parti sociali e di un coordinamento interistituzionale ancora imperfetto, di cui la Federazione ha avuto modo di prendere direttamente atto”. Quindi la Fio.psd non individua nel PAN/incl 2003/2005 misure adeguate per contrastare il fenomeno della grave marginalità adulta e delle persone senza dimora, né ritiene che attraverso un approccio ancora vago al tema si possano raggiungere gli obiettivi europei di sradicamento della povertà entro il 2010. Comunque la Federazione auspica che la rinnovata attenzione del Ministero del Welfare sia un segnale positivo di attenzione e disponibilità per il maggior coinvolgimento della stessa Fio.psd nella definizione delle politiche nazionali, regionali e territoriali di contrasto alla povertà estrema e per lo stimolo di ricerche e approfondimenti relativi al problema, e possa condurre a risultati concreti in termini di reinclusione sociale e promozione del benessere delle persone senza dimora già nel prossimo biennio.


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