Welfare

Piano del Governo da 2,3 miliardi contro la povertà

Dall'esecutivo interventi concentrati sul Mezzogiorno

di Lorenzo Alvaro

Il governo presenta il piano anti-povertà per il Sud. Gli interventi interessano imprese, giovani e anziani. Le risorse vengono dalla riprogrammazione dei fondi per il Mezzogiorno per un valore di 2,3 miliardi di euro. Per la competitività e innovazione delle imprese la fase II del piano del governo di Azione Coesione investirà circa 900 milioni di euro. L’obiettivo, si legge nel documento approvato dal Cdm, è rifocalizzare il sostegno alla crescita e migliorare la qualità della vita in Sicilia, Calabria, Puglia e Campania.

Previsti poi oltre 4,4 miliardi di euro per tagliare del 50-60% i tempi “biblici” della giustizia civile al Sud attivando prevalentemente il processo civile telematico in tutte le 8 regioni del Mezzogiorno.

Nell’ambito dell’inclusione sociale, il governo ha deciso di investire 400 milioni per la cura dell’infanzia. I risultati attesi da questo intervento sono 18 mila nuovi posti nido entro il 2015.

Il governo sceglie quindi di puntare sui giovani e con la fase II del Piano Azione Coesione prevede alla voce “giovani” interventi per 220 milioni di euro mirati alla lotta alla dispersione scolastica, al no profit per i giovani del Mezzogiorno, allo sviluppo dell’autoimpiego e imprenditorialità, ad iniziative per l’apprendistato e per quella condizione giovanile dei “senza studio e senza lavoro”.

Sulla lotta alla dispersione scolastica nel Mezzogiorno, l’iniziativa del governo che sarà coordinata dal Ministero dell’interno, riorienta circa 77 milioni di euro concentrando gli interventi in oltre 100 micro aree ad alto tasso di dispersione. Le linee d’azioni prevedono sia la costruzione di piccoli impianti sportivi che la creazione di reti fra scuola ed altri soggetti pubblici. Circa 37,6 milioni, invece, saranno ritagliati per sollecitare il “No profit dei giovani nel mezzogiorno” da attivare attraverso bandi di gara per la promozione , i sostegno e il finanziamento di iniziative promosse ed attuate da enti del Terzo Settore.

Oltre 50 milioni invece saranno riorientati invece a favore dell’apprendistato e per consentire l’uscita dalla condizione giovanile “nè allo studio nè al lavoro”’. Il programma si prefigge di aumentare l’effettiva opportunita’ di accdere a un’esperienza lavorativa per i giovani, di aumentare l’occupazione giovanile e la parteicpaizone dei giovani al mercato del lavoro, di aumentare la consapevolezza da parte delle imprese del valore della risorsa giovani.

Il piano del governo per il Mezzogiorno prevede poi 330 milioni di euro di investimento nella “voce” relativa all’assistenza domiciliare integrata agli anziani per l’inclusione sociale. Tra gli obiettivi dell’intervento il miglioramento dei servizi socio-assistenziali esistenti con la creazione di nuovi a complemento del raggiungimento del target del 3,5% al 2015 di anziani presi in carico.

Gli interventi decisi dal governo pongono «l’equità in primo piano» e aiutano a «creare circuiti partecipativi di inclusione». sottolinea il premier Mario Monti in conferenza stampa. «Lavoriamo per far crescere in Italia un’economia sociale di mercato altamente competitiva. Il rigore non è certo finito, ma vogliamo dare il senso di una respirazione sociale e civile». Monti quindi spiega: «il rigore che abbiamo chiesto al Paese non è stato un cedimento a logiche e politiche decise da altri e in altri luoghi, ma è esattamente l’opposto, cioè l’invito a condividere uno scatto di orgoglio, di assunzione di responsabilita’ in Italia da parte degli italiani per un futuro migliore. Ci sono molti modi nel mondo contemporaneo per diventare colonie di altri Paesi o nel sistema internazionale: noi amiamo il sistema internazionale, siamo protagonisti attivi dell’Europa, condividiamo le regole dell’Europa, ma vogliamo tenere lo stesso grado di autonomia e di decisione responsabile nel quadro europeo che hanno gli altri Paesi e che eravamo sul punto di perdere».

Il premier ribadisce che l’Europa deve agire «per promuovere di più la crescita». Ma «l’Europa», sottolinea Monti, «a saperla leggere, dà margini di crescita e lavoro che non sono utilizzati e conosciuti». Il premier puntualizza poi che il governo «ha deciso queste cose non perchè ce le hanno chiesto i partiti ma perchè lo chiede la società». Monti ha poi voluto sottolineare che il piano varato oggi «non è un cambio di marcia» dell’esecutivo perchè l’attenzione alla crescita e all’equità erano «iscritte, incastonate anche nelle cose più dure che abbiamo dovuto proporre e imporre, con la lodevole e apprezzabile partecipazione dei partiti».

Il ministro per la Cooperazione e l’integrazione Andrea Riccardi ricorda come le decisioni del governo abbiano «una ricaduta sul lavoro e sulla condizione della donna». «Il nostro obiettivo è la famiglia italiana infrangilita e dentro la famiglia si nascondono povertà nascoste» ha aggiunto.

Il primo a commentare la manovra è stato Tiziano Vecchiato, direttore della Fondazione Zancan di Padova che ha spiegato «finalmente nel nostro paese la povertà non è più un problema da assistenza o assistenzialismo, ma un fattore di investimenti in servizi, occupazione di welfare e di aiuto efficace alle persone e alle famiglie in difficoltà». VEcchiato ha poi aggiunto come «da anni nei nostri rapporti su povertà ed esclusione sociale proponiamo questa strada e mi auguro che questo sia un primo passo per cercare di percorrerla con coraggio, investendo in azioni efficaci in grado di aiutare i poveri a uscire dalla loro condizione di esclusione contemporaneamente di promuovere sviluppo sociale».

 

 


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