Sostenibilità

Piano d’azione anti chimica: se la vita è fatta a Scale fa meno male.

Così si chiama un’indagine che ha scandagliato i principali contaminanti e i loro effetti sulla salute dei piccoli.

di Redazione

Tranquilli bambini, l?Europa pensa a voi. La Commissione europea ha avviato nel giugno 2003, in seguito all?iniziativa della commissaria per l?ambiente Margot Wallstrom, l?elaborazione di una strategia europea per l?ambiente e la salute (Piano d?azione europeo per l?ambiente e la salute 2004-2010) che propone un?impostazione integrata, con una collaborazione più stretta tra i settori sanitario, ambientale e della ricerca.
L?obiettivo della strategia è lo sviluppo di un sistema comunitario che integri le informazioni sullo stato dell?ambiente, sull?ecosistema e sulla salute umana, per valutare con maggiore efficacia l?impatto complessivo dell?ambiente sulla salute umana. La strategia considera l?ambiente secondo una nuova, più ampia concezione, cioè come contesto di vita che include l?alimentazione, l?ambiente domestico e anche i nostri comportamenti che possono associarsi a fattori di rischio per la salute; occorre quindi valutare gli eventuali effetti cumulativi dell?esposizione combinata a inquinanti e ad altri fattori (quali status socio-economico e stili di vita), e soprattutto la presenza di fasce di popolazione particolarmente vulnerabili, quale quella dei minori.
Il progetto Scale, iniziato nel settembre 2003 e conclusosi nell?aprile 2004, ha rappresentato la fase di elaborazione della strategia. L?acronimo è formato dalle componenti essenziali del progetto (science, children, awareness, legislation, evaluation, ossia scienza, bambini, consapevolezza, legislazione, valutazione). Pertanto la strategia si concentra in modo particolare sui bambini, in quanto più esposti e più vulnerabili ai rischi ambientali rispetto agli adulti.
Più esposti innanzitutto per la maggiore assunzione di cibo e di acqua rispetto al peso corporeo, la maggiore frequenza respiratoria, il maggiore contatto con il suolo e le polveri e la minore percezione dei rischi. Più vulnerabili, per l?immaturità dei sistemi enzimatici preposti alla detossificazione degli xenobiotici e per la specifica suscettibilità di sistemi (nervoso, immunitario, endocrino e riproduttivo) che continuano il loro sviluppo per una lunga fase temporale che si estende ben oltre la nascita. Scale ha visto la partecipazione di oltre 150 esperti di tutti i Paesi dell?Unione europea, selezionati sulla base delle loro competenze, anche provenienti del mondo dell?associazionismo (tra cui il WWF). Il progetto, articolato in gruppi di lavoro, ha concentrato l?attenzione su due direttrici.
La prima è costituita dai principali contaminanti che possono dare luogo a una esposizione combinata attraverso le varie fonti ambientali: i contaminanti persistenti (diossine e policlorobifenili-pcb), i metalli pesanti (piombo, cadmio, mercurio, etc.) e le sostanze con attività endocrina (i cosiddetti interferenti endocrini, quali pesticidi, composti ignifughi, additivi delle plastiche come gli ftalati).
La seconda direttrice ha preso in esame le principali patologie dell?infanzia associate a fattori di rischio ambientali, la cui incidenza sembra aumentare nei Paesi sviluppati: tumori infantili, disturbi dello sviluppo neurocomportamentale, asma e disturbi respiratori. La ricerca italiana ha partecipato in prima fila a Scale: in particolare, l?Istituto superiore di sanità ha contribuito ai gruppi di lavoro sugli interferenti endocrini e sui disturbi dello sviluppo neurocomportamentale. Nella prima fase, conclusasi nel dicembre 2003, i gruppi di lavoro hanno analizzato criticamente l?insieme dei dati disponibili nei rispettivi settori, identificando le principali aree nelle quali l?informazione è inadeguata. Nella fase successiva, conclusasi nell?aprile 2004, sono state formulate raccomandazioni, sia in termini di azioni preventive mirate a ridurre il rischio di esposizione, che in termini di monitoraggio e ricerca scientifica da sviluppare. I documenti elaborati da Scale sono disponibili sia sul sito del progetto (www.environmentandhealth.org) sia sul sito ?ambiente? della Commissione Europea.
La strategia è stata presentata agli Stati membri dell?Unione europea nel corso di una due giorni svoltasi a Budapest dal 23 al 25 giugno scorso. Il piano d?azione prevede lo sviluppo parallelo e integrato della ricerca e il monitoraggio sull?esposizione a inquinanti, e di quelli sugli effetti sulla salute dell?uomo e degli ecosistemi. Inoltre, la crescita di una nuova consapevolezza sociale richiederà progetti di comunicazione ai cittadini e di formazione degli operatori socio-sanitari.
Nel complesso il piano ambisce a sviluppare una continua e reciproca interazione fra sorveglianza, formazione e ricerca scientifica per mettere la prevenzione al primo posto.

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