Non profit
PIANO CASA. Agci: più edilizia sociale
La proposta emersa oggi in un convegno a Salerno
Affermare la centralità dell’abitare nelle politiche orientate alla riforma dello Stato sociale, sostenendo l’esigenza di più edilizia sociale nel Piano Casa e maggiore attenzione alle periferie urbane, attraverso politiche di intervento mirate alla loro riqualificazione e a favorire la coesione sociale. Sono stati questi i contenuti principali della proposta politica di Agci emersa dal convegno sul tema Il disagio abitativo nelle città del Mezzogiorno. Proposte e progetti di edilizia sociale delle cooperative di abitazione – organizzato questa mattina dall’Associazione presso la Camera di Commercio di Salerno -, proposta condivisa dai rappresentanti delle istituzioni e allargata agli operatori del settore e del mondo dell’informazione intervenuti. Se il Piano Casa è ormai blindato, infatti, le speranze sono oggi rivolte agli interventi a sostegno dell’edilizia sociale, che nella generale crisi economica ed in particolare nelle accresciute difficoltà finanziarie delle famiglie, trova evidenti forti motivazioni di rilancio soprattutto nel Mezzogiorno.
Tra i punti salienti emersi nelle relazioni e nel dibattito, l’esigenza di un Piano organico pluriennale della casa con risorse programmate, con l’obiettivo prioritario di fornire adeguate risposte al fabbisogno abitativo di quei cittadini che non hanno la possibilità di accedere al libero mercato o di quei soggetti alla ricerca di un’abitazione in locazione a canone sostenibile. In questo quadro, è necessario un intervento del Governo per la riduzione della stretta creditizia operata dagli istituti bancari, per favorire chi intende acquistare nuove abitazioni in proprietà convenzionata e l’inserimento di una specifica direttiva che preveda una premialità negli interventi dell’edilizia convenzionata riguardanti la riqualificazione delle periferie urbane, capaci di fare da traino al settore economico produttivo ed essere elemento di coesione ed inclusione sociale.
L’Agci sostiene in particolare la necessità di un progetto globale di edilizia sociale e di servizi integrati che faccia superare i limiti operativi delle singole iniziative ed incentivi e premi gli interventi diretti alla sostenibilità ambientale ed energetica, con spazi reali di intersettorialità e collaborazioni imprenditoriali e sociali molto ampie. Un progetto, quindi, che non può essere lasciato all’improvvisazione e a singoli provvedimenti, ma richiama politiche strutturali ed organiche complessive.
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