Non profit

Piano anticrisi, fiducia e malumori

Piano casa e regolarizzazione di colf e badanti fra le misure più discusse

di Franco Bomprezzi

Piano anticrisi avanti tutta in Parlamento, ma i singoli provvedimenti fanno discutere e i giornali registrano il dibattito.

 

 

Titolo su due righe per l’apertura del CORRIERE DELLA SERA di oggi: “Piano per centomila nuovi alloggi. Scudo fiscale e badanti primo sì”. In commissione passa il decreto anticrisi che oggi va alla Camera con voto di fiducia. Infografica molto chiara in prima pagina sui provvedimenti contenuti nella norma. Scudo fiscale: sanatoria per chi ha portato capitali all’estero. Si mette in regola pagando un’aliquota del 5%. Moratoria per le aziende: Entro 120 giorni intesa fra il ministero dell’Economia e banche per favorire l’allungamento dei tempi di rientro dei prestiti concessi a piccole e medie imprese. Regolarizzazione di colf e badanti: single con almeno 20mila euro di reddito (per le famiglie soglia di 25mila) potranno regolarizzare le colf pagando un forfait di 500 euro. Nessun limite di reddito per le badanti. Piano casa: è operativo e prevede la costruzione di 100mila alloggi in 5 anni con un finanziamento pubblico di 350 milioni. Destinatari, famiglie a basso reddito, giovani coppie e anziani in condizioni svantaggiate, studenti fuori sede. Sfrattati, immigrati regolati a basso reddito da 10 anni in Italia o da 5 nella stessa regione. Tre i titoli portanti delle due pagine interne che trattano il tema. “Tremonti: le entrate tengono. Avanti su scudo e pensioni”; “«La caduta si sta fermando. Ora sosteniamo le imprese», dice il governatore Draghi e infine “Prestigiacomo e Calderoli, duello sull’ambiente”. Il ministro dell’ambiente infatti non ha digerito l’articolo 4 del decreto: «È un assurdità. Dietro la bandiera delle semplificazioni vengono di fatto tolte tutte le protezioni. Bisogna essere chiari: la tutela ambientale non è burocrazia. È bene che il ministro Calderoli lo abbia ben presente».

LA REPUBBLICA apre collegando al decreto anticrisi la posizione della Banca d’Italia: “Draghi: allarme sui conti pubblici”. Due pagine a seguire. Si raccontano i dubbi di Draghi, le sue preoccupazioni per le tasse record e lo scudo fiscale, mentre il ministro Tremonti rassicura e nel frattempo il governo chiede la fiducia per il decreto anticrisi. Il piano prevede tra l’altro, oltre allo scudo fiscale, una sanatoria per le multe fino al 2004, un’altra per sostenere le PMI in difficoltà per i ritardi nei pagamenti (tramite convenzione con Abi), una agevolazione per la ricapitalizzazione delle imprese e l’equiparazione dell’età pensionistica tra uomini e donne (gradualmente, fino al 2018, anno in cui l’età sarà per tutti 65 anni). Il governo si appresta a chiedere la fiducia ma la blindatura suscita perplessità anche all’interno della maggioranza. Tra i critici anche il ministro Prestigiacomo: l’articolo 4 esclude il suo dicastero dalle autorizzazione per le centrali che producono energia, anche quelle nucleari. La singolare trovata è di Calderoli che si giustifica: «nessun colpo di mano, la modifica è stata scritta nel penultimo Consiglio dei ministri, sono sorpreso del risentimento della Prestigiacomo». Polemiche anche tra Brunetta e Sacconi sulla possibilità per le pubbliche amministrazioni di mandare in pensione i dipendenti con 40 anni di contributi, anche figurativi. Sono esclusi i professori universitari, i magistrati e i primari ospedalieri. Sacconi chiedeva fossero inclusi anche tutti i medici. Molto critici Cgil e Pd: manca una strategia complessiva.

Sul caso Prestigiacomo-Calderoli IL GIORNALE riporta le parole del ministro leghista e intervista il ministro dell’Ambiente. La vicenda: nel decreto anti-crisi c’è una norma che esclude il ministero dell’ambiente dai controlli sulle centrali di produzione sulle reti di distribuzione dell’energia. Calderoli dice «E’stato tutto concordato in consiglio dei Ministri». Mentre la Prestigiacomo tuona: «Assurdo togliermi il controllo sulle centrali». Di più: «E’ una norma che in barba all’opinione del ministro competente in spregio alla tutela ambientale prevista dalla Costituzione, rischia di provocare gravi danni al territorio e la sollevazione delle popolazioni interessate». «Il provvedimento è stato da noi duramente contestato ed è stato votato mentre io ero a Siviglia  per inserire le Dolomiti fra i siti del patrimonio dell’Unesco». « Non è possibile che dopo mesi passati a lavorare come muli a far sì che i controlli e le autorizzazioni  non siano più lenti, si decida un’assurdità del genere. Il mio ministero è l’autorità che può garantire la trasparenza necessaria. Quando abbiamo rimosso il blocco per un progetto di Terna abbiamo ricevuto 280 rilievi da parte di sindaci  del territorio. Come si fa a non tenerne conto? Come  si fa a non tener conto della società civile?». La Prestigiacomo  non vuole fare il don Chisciotte ma denuncia «è mio dovere denunciare e lottare per provarci. Non possono arrivare in Consiglio dei Ministri provvedimenti già “chiusi” dall’Economia. Sino ad ora ho sopportato in silenzio, ora basta».

IL SOLE 24 ORE apre con il decreto anti-crisi, ma puntando tutto sullo scudo fiscale che, dice il titolo, «allarga i confini». Potranno essere regolarizzati i capitali espatriati in tutti i paesi dello spazio economico europeo (See) a patto che garantiscano un adeguato scambio di informazioni: per ora la new entry a cui si allarga lo scudo è solo la Norvegia, ma in lista d’attesa c’è il Liechtenstein. In prima anche un richiamo sull’edilizia sociale e le 100mila case in cinque anni con i 350 milioni di euro sbloccati: 200 alle regioni e 150 per il sistema dei fondi immobiliari. La Cassa depositi e prestiti è l’operatore designato a gestire il maxi fondo di almeno 1 miliardo di euro che sosterrà i vari fondi locali promossi da fondazioni e enti territoriali (fino al 40% del valore di questi ultimi) e ha già costituito la sua società di gestione. Tuttavia, spiega IL SOLE, il Governo prevede una gara, forse a novembre, e ci sarebbero già tre operatori finanziari pronti a partecipare. È proprio il fondo di gestione che «modifica radicalmente il ruolo dello stato nell’edilizia pubblica», dando il via libera a «partnership con operatori di mercato – fondazioni, imprese, cooperative, immobiliaristi – attraverso il project financing». Anche IL SOLE, poi, ha un titolo sulla lite fra Calderoli e la Prestigiacomo sulle norme che sbloccano le reti energetiche: una norma «deleteria per l’ambiente e la salute dei cittadini» secondo la Prestigiacomo, «necessaria» per Calderoli, visto che la mancata realizzazione delle reti elettriche produce un danno di 1300 milioni di euro l’anno».

ITALIA OGGI dedica una pagina intera al decreto anti crisi che si discuterà oggi alla Camera e che ieri ha avuto il via libera dalle commissioni bilancio e finanza. Il pezzo, “Primo Via libera al Dl anticrisi”  è pubblicato nella sezione Primo Piano. «Tra le novità più rilevanti contenute nel pacchetto di proposte» scrive Italia Oggi «c’è lo scudo fiscale, l’innalzamento dell’età pensionabile per le donne, la Tremonti-ter con gli sgravi fiscali per il rafforzamento patrimoniale delle imprese, la moratoria sui debiti delle pmi e la regolarizzazione per colf e badanti». Per quanto riguarda i commenti, il giornale dei professionisti riporta quelli di Franceschini «Il metodo usato svuota il nostro sistema parlamentare senza nemmeno dichiararlo», e quelli di Fini che ha avvertito il governo: «Farà sentire la sua voce se la maggioranza decidesse di porre la fiducia su un decreto anticrisi, diverso dal testo licenziato in commissione».
 
IL MANIFESTO apre sul piano casa con il titolo “Palazzinari” che campeggia su una foto del Consiglio dei ministri. «Palazzo Chigi dà il via libera allo spot casa: un piano di centomila alloggi in cinque anni da realizzare con 550 milioni di euro. Finanziamenti già stanziati da Prodi che Berlusconi aveva cancellato con la finanziaria del 2008. I costruttori esultano. I sindacati degli inquilini: “Misure inutili, per le fasce popolari occorre abbassare  i prezzi degli affitti”. E sul decreto anti-crisi è scontro sul voto di fiducia». L’editoriale di Paolo Berdini si intitola “La casa in briciole”. Berdini sottolinea l’esiguità dello stanziamento rispetto alle ambizioni: «Con il “piano casa” si darà un’abitazione ai nuclei familiari e giovani coppie a basso reddito, agli anziani in condizioni svantaggiate, agli studenti fuori sede, agli sfrattati, agli immigrati regolari. Un numero impressionante di famiglie troveranno casa con solo 550 milioni!». Si tratta, secondo Berdini, «dell’ennesima manovra diversiva per sviare l’attenzione dell’opinione pubblica». Anche perché in questi anni di case se ne sono costruite eccome: «L’Istat ha certificato che dal 1995 al 2006 sono stati costruiti oltre 3 miliardi di metri cubi di cemento. Il 40% di questa mostruosa quantità edilizia è costituita da case: sono state dunque costruite 2 milioni e mezzo di nuove abitazioni, mentre il numero delle famiglie è cresciuto soltanto di poche decine di migliaia (…) Si è costruito per il “mercato” e basta, per i fondi immobiliari internazionali. I finanziamenti per le case popolari sono stati pressoché azzerati, mentre in tutta l’Europa occidentale si è invece continuato a costruire alloggi pubblici. (…) Il provvedimento governativo privilegia ancora il cosiddetto housing sociale, una loro “denominazione d’origine controllata” che originava dall’obiettivo di cancellare l’intervento pubblico per lasciar fare ai privati. Ma sono proprio i dati dell’Istat a dimostrare che questa ipotesi è fallita. L’unico modo per risolvere il problema della casa è declinare oggi un nuovo ruolo dello Stato. E’ la mano pubblica che nei momenti di crisi deve saper indicare una prospettiva di grande respiro. Se le regioni progressiste smettessero di partecipare alla gara al ribasso con la cultura berlusconiana (vedi le brutte leggi del Piemonte, della Campania e del Lazio) e provassero a cimentarsi con questa sfida, potrebbero disegnare un futuro che affidi al recupero del paesaggio e dell’ambiente e alla riqualificazione delle città, i settori su cui fondare uno sviluppo nuovo».

LA STAMPA apre con il piano casa varato dal governo e, a seguire, con l’allarme del governatore Bankitalia sul debito. “Centomila case popolari in cinque anni” è l’obiettivo annunciato dal ministro delle infrastrutture Altero Matteoli. «Il Dpcm varato ieri contiene soltanto le linee guida del piano nei confronti delle Regioni e soltanto i primi 150 dei 550 milioni che serviranno a partire» con il Piano Casa, scrive LA STAMPA nell’articolo di aperture che illustra i meccanismi del decreto. Bisogna che «i sindaci creino le condizioni materiali perché i costruttori riescano a mobilitare le ingentissime risorse necessarie per costruire davvero». Secondo l’Ance, l’associazione dei costruttori, il fabbisogno abitativo in Italia è stato di un milione e mezzo di nuovi alloggi. Il paradosso è che in Italia ci sono più alloggi (30.480.000) che famiglie (24.310.855) secondo i dati di Sicet, il sindacato degli inquilini della Cisl. L’ultimo censimento registrava quasi 5 milioni di abitazioni vuote. Non solo: «Lo stock abitativo invenduto» scrive LA STAMPA «è pari all’intero costruito nel 2008». Il punto non è solo costruire, si deduce dall’articolo, ma far incontrare la domanda con l’offerta «e la domanda viene soprattutto dalle fasce più deboli della popolazione: i giovani (precari), gli anziani (pensionati), gli immigrati (mediamente poveri)». Su cento case costruite nel 2004 quelle di edilizia sociale erano 4,5 in Italia contro le 34,6 dell’Olanda, 21 della Svezia, 17,5 della Francia e della Finlandia, 14,3 dell’Austria.

“Decreto anticrisi, primo sì. Ma è bagarre”. AVVENIRE dedica al decreto anticrisi la pagina 9. Tutte le proposte emendative che avevano ottenuto il parere favorevole dei relatori sono state approvate con un unico voto, in blocco, per velocizzare. È la formula che ha scatenato le proteste delle opposizioni: è «una violazione grave» e «senza precedenti» hanno detto Pd e Udc. Secondo il presidente della Camera Gianfranco Fini, invece, «precedenti ci sono stati per ogni legge finanziaria». Il leader Pd Dario Franceschini parla di «svuotamento» del Parlamento attraverso «decreti disomogenei con dentro di tutto». Ormai, dice, «c’è sempre lo stesso iter: il decreto esce in bianco dal Consiglio dei ministri per essere scritto da non si sa chi. E una volta in parlamento la discussione viene troncata da un maxiemendamento e dalla fiducia». Nel mirino della Prestigiacomo, invece, ci finisce soprattutto il leghista Calderoli, «con un botta e risposta a suon di comunicati». A dar manforte alla ministra, un drappello di parlamentari meridionali, Franco Micicché in testa: «se il governo non cambia linea», afferma, «alla maggioranza mancheranno i voti dell’Mpa». In tutto questo c’è un altro insoddisfatto, ed è Carlo Giovanardi, deluso dalla soglia dei 20mila euro di reddito che resta nella sanatoria per le colf (nessun limite per le badanti), passata con un emendamento al decreto anticrisi: i nuclei famigliari a basso reddito saranno esclusi dalla sanatoria, dice. Critiche provengono anche dal mondo dell’associazionismo. La comunità di Sant’Egidio sottolinea che «in Italia la famiglia ha già pochissimi sostegni, questo penalizzerà i nuclei meno abbienti che si auto-organizzano per supplire alle carenze del pubblico». E le Acli ribadiscono che «oggi la colf non è più un lusso ma una necessità per le famiglie che non possono permettersi un solo reddito e non sanno a chi lasciare i figli».


E inoltre sui quotidiani di oggi:

MINORI
CORRIERE DELLA SERA – La campagna di tesseramento di Federcaccia è rappresentata con un’immagine di un bambino in mimetica con il fucile accanto. Critici ambientalisti, partiti e Telefono blu. Pentito il presidente dell’associazione Gianluca Dall’Olio: «Sarebbe stato meglio optare per un ragazzo con qualche anno in più…ma non un vecchio, perché la nostra campagna ha uno scopo preciso: trasmettere la cultura della caccia alle nuove generazioni».  

RAZZISMO
LA REPUBBLICA – “Milano, la vittoria di Mohamed «Bocciato perché straniero». È il caso del ragazzo che ha fatto ricorso contro un bando di assunzione della Atm milanese che escludeva i non italiani. Il tribunale gli ha dato ragione: è discriminatorio escludere un  cittadino extracomunitario da un concorso pubblico. I giudici del lavoro hanno ordinato a Atm di rimuovere «la richiesta della cittadinanza tra i requisiti di selezione delle offerte di lavoro» (inclusa sulla base di una legge del 1931, di fatto ritenuta superata nell’ordinanza). Rivolta della Lega nord. L’ineffabile Matteo Salvini, capogruppo in comune, dice che «è arrivata l’ora che questi giudici si trasferiscano in Marocco. Potranno assaporare le virtù del sistema giudiziario marocchino. I mezzi pubblici devono essere guidati solo da cittadini italiani» (da notare che il posto cui Mohamed aspirava era di elettricista, quindi di manutentore). In appoggio, una breve per riferire del maltrattamento che in una scuola media trevigiana ha ricevuto un ragazzino napoletano: puzzi, sei figlio di camorristi. Alla fine la madre lo ha iscritto altrove.

AVVENIRE – Nel suo piccolo, una sentenza storica. Ieri il Tribunale del lavoro di Milano ha accolto il ricorso presentato da Mohamed Hailoua, 18enne marocchino, che lamentava di non poter essere assunto da Atm a causa di un Regio decreto del 1931 che prevede, tra i requisiti necessari per lavorare nelle aziende concessionarie di trasporto pubblico, la cittadinanza italiana o di un paese dell’Ue. Il Tribunale ha dichiarato «il carattere discriminatorio» del comportamento dell’azienda, ordinando ad Atm «la rimozione della richiesta della cittadinanza tra i requisiti di selezione». Grande soddisfazione di Avvocati per niente e dell’Associazione studi giuridici sull’immigrazione (che hanno promosso l’azione). Con un particolare: il 18enne in realtà non aveva ancora presentato domanda di assunzione ad Atm (ora, ovviamente, lo farà). Lui, infatti, aspirava a un posto da elettricista… Se Salvini si lascia andare all’ennesima esternazione “nordista” («A Milano i mezzi pubblici dovranno essere guidati solo da cittadini italiani», ha detto, definendo «aberrante» la sentenza del Tribunale), qualche perplessità sulla «genuinità della vicenda» la esprime anche Riccardo De Corato, dal momento che Mohamed ha fatto ricorso «in termini generali senza preoccuparsi di presentare domanda di assunzione».

CRISI
IL SOLE 24 ORE – Ancora in prima pagina, dopo la storia made in Usa dei 52 lavori in 52 settimane, una storia di ingegno in tempo di crisi. Lo scrittore Tristram Stuard, 32 anni, londinese, ha vissuto per un anno mangiando gratis con il cibo recuperato nei retro dei supermercati. È la nuova filosofia e si chiama freegam: per Stuard è nata da ragazzino, quando cercava scarti delle mense altrui per dar da mangiare al suo maialino. Niente di nuovo nei dati citati, interessante l’idea del racconto. A ottobre Bruno Mondadori pubblicherà il suo libro, Sprechi, già edito dalla Penguin con il titolo Waste-Uncovering the global food scandal.

DENARO PUBBLICO
ITALIA OGGI – Stipendi da nababbi per le traduzioni di Bankitalia. Secondo quanto riportato nell’ articolo “Traduttori d’oro alla corte di Draghi”, i 7 professionisti che tradurranno dall’italiano all’inglese i documenti prodotti da Bankitalia come  pubblicazioni economiche, proiezioni e statistiche, riceveranno un compenso pari a 455 mila ero per un anno, circa 65 mila a testa. Questi sette nuovi consulenti alla comunicazione vanno aggiungersi a un parco consulenti di palazzo Koch che al 21 luglio del 2009 ha raggiunto le 170 unità, per un totale di incarichi conferiti che ha toccato quota 325.

USA
IL SOLE 24 ORE – Dopo General Motors e Chrysler, per la prima volta al mondo, a Detroit anche le scuole pubbliche stanno per dichiarare bancarotta e portare i libri in tribunale per chiedere l’amministrazione controllata, così da proteggersi da valanghe di creditori. Il distretto ha cominciato l’anno fiscale con un debito di 259 milioni di dollari, 172 sedi aperte e 100 abbandonate, iscrizioni dimezzate rispetto al 2001. E Detroit potrebbe non essere un caso isolato.

EOLICO
IL MANIFESTO – In Gran Bretagna un’inedita alleanza: i movimenti ecologisti assieme agli operai protestano per la chiusura di un impianto eolico sull’isola di Wight. «L’impianto, proprietà della compagnia danese Vestas – leader nel settore – dovrebbe essere chiuso a fine luglio, sacrificando 625 posti di lavoro. (…) L’impresa giustifica la scelta con una riduzione della domanda di centrali eoliche nel Nord dell’Europa e la necessità di rilocalizzare la produzione negli Stati Uniti ed in Cina dove c’è più domanda di turbine eoliche. Per protestare contro la chiusura, una trentina di operai si sono asserragliati nell’impianto (…) ieri nel piazzale di fronte alla fabbrica, a dare sostegno agli occupanti non c’erano solo altri operai dello stabilimento, familiari e abitanti locali ma pure membri della Campaign Against Climate Change (Ccc), coalizione che mette assieme diverse realtà che da anni fanno pressione sul governo per mettere in opera un piano ambizioso per la riduzione delle emissioni (…) La chiusura dello stabilimento Vestas nell’Isola di Wight giunge a pochi giorni dalla presentazione in pompa magna dello «UK Low carbon transition Plan», il programma di transizione a un’economia a basso tasso di anidride carbonica varato da Ed Miliband ministro dell’energia e del cambiamento climatico. Il piano promette tra le altre cose la creazione entro il 2020 di oltre un milione di posti di lavoro verdi, nel settore delle fonti rinnovabili e nel risparmio energetico. Il caso della Vestas mostra che questo Green New Deal, proposto come soluzione alla grande crisi, al momento sta rimanendo solo sulla carta».

BEPPINO ENGLARO

IL GIORNALE – Il papà di Eluana Englaro si candida per la segreteria del Pd lombardo con la mozione di Ignazio Marino. È una breve a pag. 10.

BIOETICA
AVVENIRE – “Fine vita, i medici bocciano la linea del loro presidente”. Prosegue il confronto tra gli ordini dei medici e la maggioranza, in un incontro con il gruppo del Pdl del Senato. «mentre si dimostra sempre più un passo falso la forzatura nel documento sulle Dat, varato a Terni il 13 giugno dal consiglio nazionale della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), nonostante un ampio dissenso (5 contrari e 7 astensioni) di alcuni degli ordini più numerosi. Il testo voluto dal presidente Bianco che ha prodotto la spaccatura interna considera la nutrizione un trattamento medico, quindi rifiutabile nelle Dat. «I pronunciamenti etico-deontologici sono sempre stati espressione dell’unanime volontà dei presidenti degli ordini. Si auspica che ciò, contrariamente a quanto avvenuto a Terni, ritorni ad essere la norma», dicono i vertici di 18 ordini medici. E hanno poi ringraziato per «l’invito all’approfondimento del ddl». Lunedì’ scorso, era stata invece diffusa la notizia, riportata da un’agenzia, che i medici non avrebbero partecipato all’incontro perché il presidente Bianco aveva declinato con una mail, definendo «irrituale» la convocazione. La Roccella, soddisfatta del buon esito dell’incontro e del dialogo aperto coi medici, ricorda che le associazioni dei malati in stato vegetativo hanno chiesto che alimentazione e idratazione siano «atti dovuti». Mentre il ministro Sacconi conferma da parte del governo la disponibilità al dialogo, Gaetano Quagliarello invita i deputati «”all’umiltà di impegnarsi nello scavo di una materia molto complessa”, piuttosto che nel compromesso politico». Gianfranco Fini invece, riferendosi al documento di Terni, dice che se i medici esprimono perplessità sul ddl, «forse dovremmo averle anche noi».

DISABILITA’

LA STAMPA – “Il trionfo della bellezza amputata”. Un bellissimo servizio su chi ha fatto della disabilità una risorsa. Lo spunto viene dalla 25enne nuotatrice sudafricana Natalie du Toit che ieri ha partecipato ai mondiali di Roma. Da ragazzina era una promessa del nuoto, nel 2001 l’incidente che le fa perdere la gamba sinistra. Nonostante questo è arrivata alle Olimpiadi: ai Mondiali di Siviglia del 2007 ha lasciato indietro sulle corsie di nuoto le sue colleghe normodotate arrivando quarta, ha partecipato a Pechino 2008 e, ci tiene a sottolineare nell’intervista de LA STAMPA, alle paralimpiadi di Atene e Pechino: «vi posso dire che per me non c’è nessuna differenza tra le gare con i normodotati e quelle con i portatori di handicap». Il pezzo de LA STAMPA su “Come cambia l’idea di Normalità” passa in rassegna le storie di Aimèe Mullins, che ha perso entrambe le gambe ed è diventata lo stesso modella (la rivista People l’ha messa fra le 50 donne più belle del mondo), di Simona Atzori che oggi balla con il suo corpo senza braccia insieme a Roberto Bolle. Poi c’è Hugh Herr, un ragazzino rimasto senza gambe che si è preso la laurea in medicina, un’altra in ingegneria e un dottorato in biofisica: da grande ha costruito le gambe di Oscar Pistorius e a chi gli chiede se per un miracolo vorrebbe indietro le sue risponde tutte le volte di no, che non bisogna «credere nella perfezione come unico valore per una vita piena di senso». Lo stesso vale per Natalie: «Non ho certo dimenticato quello che mi è successo. Ma in fondo mi ha reso più forte: forse, senza quell’incidente, alle Olimpiadi non ci sarei mai arrivata».

MIGRANTI

IL GIORNALE – “Fini attacca: Libia miope sull’immigrazione” è il titolo di pag. 13 che riporta le dichiarazioni del presidente della Camera sulla politica libica in tema di migrazioni. «Deludente e politicamente miope la risposta delle autorità  libiche alla proposta di una commissione mista di parlamentari italiani e libici  per verificare le condizioni nei centri di raccolta degli immigrati in Libia e le garanzie per chi chiede asilo».


USURA
AVVENIRE – “Usura, dalla Lombardia sale un grido d’allarme”. Avvenire lancia l’allarme su un fenomeno nascosto. «Le richieste d’aiuto che ci sono pervenute sono triplicate. Sostiene Frediano Manzi, presidente di “Sos racket e usura”. Ma le denunce sono ancora molto poche. Secondo l’associazione le persone in mano agli strozzini raggiungono quota 20mila ma le segnalazione alle forze dell’ordine non supererebbero le 150. 


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