Comitato editoriale
Piani di rientro in sanità, non si penalizzino gli ospedali pediatrici
Un recente decreto prevede per le Aziende Ospedaliere e gli IRCSS in situazione di insufficienza gestionale o di mancato rispetto degli standard qualitativi/quantitativi, il ricorso al Piano di Rientro. Ma le associazioni dicono no ai tagli indiscriminati proprio per tutelare i più deboli, i piccoli pazienti
Preoccupazione per le modalità di applicazione di un recentissimo decreto, approvato dalla conferenza Stato Regioni, che nell’ambito della Legge di Stabilità prevede per le Aziende Ospedaliere e gli IRCSS in situazione di insufficienza gestionale o di mancato rispetto degli standard qualitativi/quantitativi, il ricorso al Piano di Rientro. È stato questo il tema al centro di un incontro, svoltosi a Genova, fra alcune associazioni pediatriche legate all’Ospedale Pediatrico Meyer con le “gemelle” dell’Istituto G. Gaslini, e che si è trasformato, grazie alla disponibilità del dottor Paolo Petralia – Direttore Generale dell’Istituto e al tempo stesso presidente della AOPI, Associazione che raggruppa 13 Ospedali Pediatrici italiani – in un interessante scambio di idee per analizzare e superare le attuali problematiche che limitano lo sviluppo della Rete Pediatrica Italiana, "un’eccellenza nazionale che ci invidiano in tutta Europa che va difesa e implementata. È grazie a questi presidi di alta specialità che tanti bambini che prima non avevano grandi speranze ora possono avere un futuro", come ha sottolineato Angelo Ricci, presidente di FIAGOP (Federazione Italiana Associazioni Genitori Oncologia Pediatrica), a cui sono federate circa trenta Associazioni che in tutta Italia sostengono l’oncoematologia pediatrica.
Il piano di rientro è uno strumento molto utile per ottenere razionalizzazioni e risparmi di risorse, hanno sottolineato tutti i presenti. Ma sono altresì, ribadisce Ricci, "indispensabili opportuni accorgimenti per evitare che il tutto non si traduca in tagli lineari che riducano in modo “rigido” prestazioni e servizi soprattutto per patologie gravissime e cronicizzanti come, ad esempio, quelle cardiologiche oppure quelle altrettanto gravi, acute o subacute, come quelle oncologiche od ematologiche e più in genere tutte le patologie che richiedono un’altissima specializzazione ed una grande multidisciplinarietà".
I bambini, sia dal lato delle terapie che da quello dei loro costi, non sono adulti in miniatura e necessitano di attenzioni del tutto specifiche
Con questa premessa, ognuno dei partecipanti all’incontro ha messo in evidenza alcuni aspetti significativi utili a definire meglio l’effettiva presunta condizione di inefficienza degli ospedali pediatrici e il valore della competenza specialistica in gioco, che corre il rischio – è stato sottolineato – di essere ridotta a discapito della possibilità di cura e guarigione di tanti bambini. Si è quindi rilevato come primo indispensabile intervento “l’adeguamento dei DRG pediatrici (la cosiddetta remunerazione delle prestazioni sanitarie, misura già prevista nel Patto della Salute 2014-2016) agli effettivi costi sostenuti in campo pediatrico, troppo distanti dai costi nelle delle prestazioni per l’adulto”. Un intervento che – è stato osservato dalle associazioni presenti – si scontra con le ragioni di equità e uniformità delle regole che devono guidare qualsiasi azione istituzionale di razionalizzazione. I bambini, sia dal lato delle terapie che da quello dei loro costi, “non sono adulti in miniatura”, ha insistito Ricci, e necessitano di attenzioni del tutto specifiche. "Come è possibile valutare solo sotto il mero aspetto economico approcci terapeutici come, per esempio, quello oncologico", si è chiesto Pasquale Tulimiero, presidente di Noi per Voi Onlus.
Le associazioni, che conoscono per esperienza diretta il valore dei medici cui affidano i propri figli, hanno quindi concluso che i governanti debbano – piuttosto che tagliare – investire in quest’ambito, con uno sguardo lungimirante. Ancor più grave pare il rischio che a risentire di un’impostazione volta al risparmio tout court sia la ricerca. “I bambini – conclude Ricci – sono il futuro nostro e della nostra società. Permettere al potenziale che è in loro di svilupparsi pienamente dovrebbe essere prioritario in ogni nazione civile degna di questo aggettivo, di ogni governo che dice di avere tra gli obiettivi primari la salute, il benessere, il progresso dei propri amministrati e in particolare di quelli più deboli”.
All’incontro erano presenti tra gli altri Simona Traspedini, presidente di ABEO Liguria Onlus (Associazione Bambino Emopatico e Oncologico, operante presso l’Istituto Gaslini) e Pasquale Tulimiero, presidente di Noi per Voi Onlus (Associazione operante presso l’oncologia pediatrica dell’Ospedale Meyer di Firenze); per la Cardiologia Pediatrica erano presenti Andrea Fiori, presidente di Cuore di Bimbo l’Associazione Toscana Bambini Cardiopatici e Giorgio Denevi, presidente dell’Associazione Piccoli Cuori Onlus, anche in rappresentanza di “Cuore Gaslini” a sostegno della cardiologia pediatrica dell’Istituto genovese.
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