Sostenibilità

Piange il mare nostrum

Il caso Mediterraneo. Qui si concentrano i maggiro flussi turistici, aumentati a crescere. Un assedio che mette a rischio le coste. Cosa si può fare? Su Ecomondo la risposta...

di Redazione

Non solo coste e un clima generalmente mite ma, a disposizione dei visitatori del Mare Nostrum, migliaia di anni di patrimoni artistici e culturali, stili di vita tradizionali.

La regione mediterranea, con i suoi 46.000 km di coste, è l?area di destinazione delle vacanze preferita nel mondo, attirando, ogni anno, più di un terzo del totale mondiale dei turisti:220 milioni che, secondo le proiezioni dell?UNEP, il Programma Ambiente delle Nazioni Unite, potrebbero raggiungere i 325 milioni entro il 2025.

Dati dell?Organizzazione Mondiale del Turismo indicano che l?80% dei turisti sceglie la Spagna, la Francia, l?Italia e la Grecia; se si considerano i flussi totali il 70% dei visitatori si concentra lungo le coste. Circa il 45% dei flussi è generato nei paesi dell?Unione Europea, percentuale che tenderà a crescere nel 2010.

Negli ultimi 30 anni la pressione sulle coste si è così triplicata provocando diversi impatti di carattere ambientale e sociale, in alcuni casi decisamente rilevanti.

Lo sfruttamento del territorio è una caratteristica della maggior parte delle attività turistiche . Molte aree sono state sottoposte ad enormi trasformazioni, soprattutto lungo la linea costiera, dove il turismo oltre a concentrarsi, entra in diretta competizione con altre forme di uso del suolo. In Italia un terzo della popolazione vive nei 630 comuni situati lungo la costa, ma spesso gran parte delle abitazioni non sono occupate stabilmente, in quanto seconde case ad uso turistico, tanto che in alcune aree si raggiunge addirittura la quota del 70% del costruito totale. Secondo una ricerca di SIB- Sindacato degli operatori balnerari e di ISNART ? Istituto Nazionale per le Ricerche Turistiche ? circa due terzi della popolazione italiana trascorre le vacanze o il fine settimana al mare.

Un problema decisamente delicato, oltre a quello dei rifiuti e di diversi livelli e tipologie di inquinamento, è rappresentato dalla gestione delle risorse di acqua potabile per le strutture turistiche, che consumano grandi quantità di acqua. Per esempio, è stato stimato che un abitante di una città del nord del Mediterraneo usa mediamente circa 250 litri di acqua al giorno, mentre in media un turista ne usa in media 440. Tenendo conto del quantitativo idrico necessario per l?innaffiamento dei giardini e i campi da golf e per la manutenzione delle piscine si possono raggiungere gli 880 litri di acqua per visitatore, al giorno, in una sistemazione di lusso. Questi comportamenti nel consumo delle risorse idriche hanno effetti importanti, soprattutto sulle piccole isole e negli ambienti semi-desertici.

Il WWF, attraverso il suo Programma Mediterraneo, ha dato vita a un articolato progetto triennale, finanziato dalla fondazione elvetica MAVA, focalizzato in particolare in Croazia, Turchia e Tunisia. Lo sviluppo del turismo di massa, con la conseguente costruzione di alberghi, ha infatti iniziato a distruggere ecosistemi molto delicati come le dune di sabbia nel distretto di Zouara, vicino a Tabarka (Tunisia). Le coste dalmate, in Croazia, rischiano invece di diventare uno dei ?punti caldi? del turismo mediterraneo e si segnala da tempo un?intensa attività di abusivismo edilizio. In Turchia invece, si registra dagli anni ?80 un sempre più significativo incremento della presenza turistica, con le inevitabili conseguenze lesive per l?ambiente. Il WWF ha sviluppato in questi anni un modello turistico sostenibile a Cirali.

Grazie al progetto del Programma mediterraneo sono stati raggiunti i seguenti risultati:

  • è alla conclusione l?iter per l?istituzione di due nuove aree protette a Lastovo (Croazia) e Kas (Turchia) e sono state poste le condizioni per la realizzazione di altre are protette in Dalmazia e nella Lycia;
  • in Croazia è stata istituita una nuova legislazione costiera che impedisce di fatto la costruzione a meno di due chilometri della costa a meno in assenza di un piano di sviluppo specifico;
  • sono state realizzate, anche con il coinvolgimento di TOI (l?iniziativa per i tour operator del Programma Ambiente delle Nazioni Unite) delle linee guida per gli investitori e i tour operator , che saranno la base per lo sviluppo di future iniziative di turismo sostenibile;
  • dei dettagliati programmi di conservazione , già condivisi con gli attori locali, sono pronti per essere concretizzati nei prossimi anni, in Croazia, Tunisia e in Turchia;
  • sono state avviate diverse attive forme di collaborazioni per il supporto alle aree protette, con alcuni soggetti-chiave turchi quali OGER, il principale tour operator, TUREB, l?associazione di guide turistiche, Pegasus, la più grande catena alberghiera del paese e con diversi gruppi locali e tour operator in Dalmazia.
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