Formazione

photoaid, uno scatto in piùall’immagine delle ong

Civitas Nasce un'agenzia fotografica dedicata alla cooperazione

di Redazione

Tre reporter professionisti e un avvocato al servizio (fotografico) delle ong. Si chiama PhotoAid: è la prima agenzia di fotografi che è anche un’associazione non profit, nata da pochi mesi e già con l’obiettivo puntato sui progetti delle oltre 300 organizzazioni non governative italiane nel mondo. L’idea è venuta a Michele Cazzani, Andrea Micheli e Nicola Demolli Crivelli, fotografi professionisti con alle spalle diversi anni di lavoro di reportage sociale in collaborazione con ong e onlus. Il quarto socio, Fabrizio Florio, è un avvocato e si occupa dell’amministrazione e della comunicazione della neonata associazione.
«La nostra mission è duplice», spiega Michele Cazzani, per diversi anni firma dell’agenzia Grazia Neri e ora fotoreporter indipendente: «Innanzitutto offrire una documentazione fotografica professionale ad associazioni e organizzazioni non governative, a fronte di troppe immagini amatoriali che ancora vediamo circolare, che sono sì realizzate con le migliori intenzioni ma che non rendono giustizia al lavoro di volontari e cooperanti e alle realtà in cui essi operano». Questo però è solo il primo gradino di un progetto di comunicazione più strutturato. «L’obiettivo non è solo fare belle foto, ma anche farle circolare sugli organi di stampa, attraverso accordi con testate e case editrici. Per dirla in breve, mettiamo a disposizione i nostri contatti per far girare le immagini, e di conseguenza i progetti delle ong, nel circuito dell’informazione», dice.
PhotoAid ha già nel proprio portfolio accordi con alcune testate giornalistiche ed è in trattativa avanzata con Canon, che oltre a sponsorizzare l’associazione ha offerto gratuitamente spazi espositivi, come lo Spazio Forma di Milano, per l’allestimento di mostre fotografiche. Lo stesso hanno fatto le librerie Feltrinelli, con le quali è nato un rapporto di collaborazione per iniziative culturali e mostre fotografiche. Ma cosa vuol dire per un’agenzia di fotografi essere non profit? «Nasciamo con l’idea di fornire un servizio alle associazioni, anche a quelle medie e piccole che non hanno grandi disponibilità economiche», spiega il fotografo. «Gli accordi li stabiliamo di volta in volta, nell’ambito di una relazione che tiene conto di diversi aspetti».
Cazzani e soci hanno fatto scelte di campo anche nel linguaggio fotografico: «Vogliamo discostarci da un approccio pietistico, che indugia sulla sofferenza e tende a sottolineare in modo esasperato e invadente il dramma di certe situazioni», afferma Cazzani. «Preferiamo un approccio che racconti la realtà mostrando anche quel che c’è di positivo. Avendo a che fare con progetti di sviluppo crediamo sia più utile far vedere quel che è stato fatto, che funziona e dà speranza piuttosto che suscitare la pietà mostrando situazioni disperate». Un modo di fare reportage sociale che i soci fondatori hanno già avuto modo di coltivare singolarmente, e che ora diventa una proposta strutturata. «Mi ha fatto riflettere l’esperienza in Kosovo durante la guerra», racconta Cazzani. «C’erano molte cose da raccontare, eppure le immagini uscite sui giornali ritraevano solo le fosse comuni. Anche le immagini scattate in Africa hanno spesso questo approccio: se viaggi in questo continente vedi una realtà dalle molte sfaccettature, eppure sulla stampa emerge soprattutto il negativo».


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