Gli inquinanti eterni

Pfas, veleno ultrasottile

Il portale Usa specializzato nella difesa dei consumatori dai rischi della salute, Mamavation, ripreso dal Guardian, lancia l'allarme con report scientifico: ci sono tracce di fluoro in 29 prodotti per la salute riproduttiva venduti Oltreoceano (ma acquistabili anche in Italia). Sono, per la maggior parte, preservativi maschili. La scoperta dopo che, nelle scorse settimane, erano emerse evidenze del passaggio all'organismo anche attraverso la pelle

di Giampaolo Cerri

Dalla padella al lattice. Le ormai celeberrime sostanze perfluoroalchiliche meglio conosciute con il loro acronimo inglese di Pfas e di cui molto si è scritto in relazione alla presenza nella produzione delle stoviglie – le industrie del Vicentino in Italia o dell’Alta Savoia in Francia, dove la cittadina di Rumilly è stata ribattezzata Tefal city – sono ormai dappertutto.

Come riferito nei giorni scorsi dall’edizione americana del Guardian, negli States li hanno rinvenuti persino nei preservativi.

Se non fosse che, come è noto, queste sostanze definite anche “inquinanti eterni”, sono bene conosciute dalla medicina come probabili cancerogeni e come “distruttori endocrini” per i danni a livello endocrinologico che portano, entrando nel sangue delle persone, come ci aveva raccontato, in questa intervista a chi scrive, il professor Luca Chiovato dell’Università di Pavia, già presidente della Società italiana di andrologia – Sia.

Attraverso la pelle

Di recente, proprio dagli Stati Uniti è rimbalzato un nuovo allarme: i Pfas entrerebbero dall’organismo anche attraverso la pelle (l’abbiamo scritto qui).

In mezzo ci sono tali e tante tipologiche merceologiche – dagli indumenti ai cosmetici – che la lista sta diventando davvero lunga. Il che significa tanti settori industriali chiamati, anche grazie alla spinta di comitati di cittadini e sentenze di tribunale, a cambiare le loro produzioni, come spesso abbiamo raccontato su queste pagine, grazie agli articoli di Elisa Cozzarini. Il tutto con interessi imprenditoriali molto elevati in gioco ma anche ricadute occupazionali che non possono essere trascurate, tant’è vero che anche la Francia, recentemente dotatasi a furor di popolo di una legge restrittiva ad hoc, ha per il momento escluso proprio l’industria delle stoviglie dall’applicazione, introducendo il bando per indumenti e cosmetici (leggi sotto, ndr).

Ma che cosa è accaduto in America? I test condotti dal blog di difesa dei consumatori Mamavation – una sorta di Salvagente d’Oltreoceano – sono appunto arrivati proprio quando i ricercatori hanno scoperto che la pelle umana assorbe le sostanze chimiche a livelli molto più elevati di quanto si pensasse in precedenza.

Una ricercatrice di nome Linda

È accaduto che Linda Birnbaum, scienziata già in forza all’Agenzia federale per la protezione dell’ambiente americana, la Epa, e ora consulente di Mamavation, abbia preparato un report sulla presenza appunto dei Pfas nei contraccettivi meccanici che, come i condom, vengono a stretto contatto con parti intime delle persone.

«Vagina e pene», ha scritto la scienziata nel report ripreso dal Guardian, «sono organi con un livello elevato di vasi sanguigni che rende la loro l’esposizione ai Pfas particolarmente pericolosa». Nello stesso rapporto, Teresa Heinz, ricercatrice del Green Science Policy Institute, ha spiegato che «è chimicamente certo che l’apparato riproduttivo femminile sarà contaminato da alcune delle sostanze chimiche presenti nei preservativi».

Lubrificanti nel mirino

Sospettati sono i lubrificanti utilizzati. I test commissionati da Mamavation, spiega Guardian, sono condotti da un laboratorio certificato dall’Epa e hanno verificato «la presenza di fluoro, un marcatore di Pfas, in 29 prodotti per la salute riproduttiva». Secondo il rapporto, fluoro è stato rinvenuto nei condom Trojan Ultra Thin per Ultra Sensitivity e, a un livello quasi doppio, nei preservativi maschili in lattice lubrificati Union Standard Ultra Thin.

Uno dei preservativi denunciati da Mamavation acquistabile su Amazon anche in Italia

«Tra i lubrificanti c’erano anche quello “a base d’acqua”, K-Y Jelly Classic, il gel Lola Tingling Mint Pleasure per Spot-On Arousal e molti altri».

Non si tratta di marche commerciate in Italia, tra i canali distributivi tradizionali, ma sono acquistabili online, su Amazon o su altre piattaforme.

Leggi qui tutti i nostri più recenti articoli sui Pfas.

La foto in apertura è della Reproductive Health Supplies Coalition per Unsplash


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