Ambiente e salute

Pfas, chi inquina paga

Ad Alessandria, la Provincia impone uno stop al cC6O4, composto perfluoroalchilico di "ultima generazione". In Veneto, il Tar stabilisce che la bonifica del sito ex Miteni, responsabile dell'inquinamento tra Vicenza, Verona e Padova, deve essere pagata da tutte le proprietà che si sono succedute alla guida dell'azienda

di Elisa Cozzarini

Cologna Veneta, scarico "tubo" Arica

Dal Piemonte al Veneto, il mondo produttivo è chiamato a rispondere per l’inquinamento da Pfas. A Spinetta Marengo, la Provincia di Alessandria ha intimato alla Syensqo, ex Solvay, di sospendere la produzione e l’utilizzo di cC6O4, un tipo di Pfas di ultima generazione in produzione del 2012. Lo scorso 17 maggio, infatti, in seguito alla segnalazione della presenza di schiume nel fiume Bormida in prossimità dello scarico del polo chimico, l’Agenzia per la protezione dell’ambiente ha rilevato «alcune non conformità relative al parametro cC6O4 rispetto al limite stabilito dall’Autorizzazione integrata ambientale – Aia».

L’azienda ha risposto con un comunicato stampa in cui dichiara di dare immediata esecuzione al provvedimento della Provincia, sottolineando però che «appare sproporzionato e riservandosi di contestarne i contenuti nelle opportune sedi». Aggiunge anche che i prodotti dello stabilimento di Spinetta Marengo «svolgono un ruolo chiave in applicazioni essenziali in diversi settori, tra cui le energie rinnovabili, i veicoli elettrici, la produzione di semiconduttori, le batterie di nuova generazione e ad alte prestazioni e altro ancora». La Provincia ha dato a Syensqo ha trenta giorni di tempo per trasmettere un piano in cui identifica le eventuali problematiche e la loro risoluzione. Ha inoltre invitato il Consorzio effluenti del polo chimico a rispettare i limiti previsti dall’Aia.

Intanto, è proprio dal ritrovamento del cC6O4, negli ultimi anni, che si è aperta la strada per un nuovo processo penale per l’inquinamento provocato dal polo chimico di Spinetta Marengo. La prossima udienza è prevista per settembre. Ne abbiamo parlato qui:

La sentenza del Tar del Veneto

In Veneto, la Miteni di Trissino, da cui è derivata la grave contaminazione da Pfas nelle province di Vicenza, Verona e Padova, è fallita nel 2018. In questi giorni, il Tribunale amministrativo regionale ha respinto il ricorso della giapponese Mitsubishi, stabilendo che la bonifica deve essere pagata dalle diverse proprietà che si sono succedute negli anni alla guida dell’azienda. La multinazionale nipponica ha costituito Miteni nel 1988 e nel 2009 la ha ceduta all’incredibile somma di 1 euro! a Icig. «Chi inquina paga», è il commento del maresciallo Manuel Tagliaferri, del Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri di Treviso, che ha portato avanti l’inchiesta sull’inquinamento proveniente dal sito industriale.

La foto è di Elisa Cozzarini


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